IoT e le Città

La mostra di architettura che si aprirà a dicembre a Shenzhen, in Cina, stimolerà una riflessione critica sull’impatto delle tecnologie digitali (ioT) sulla vita urbana.

di MIT Technology Review Italia

La sezione “Eyes of the City” (Occhi della Città) della Biennale è curata dal professore del MIT Carlo Ratti, fondatore dello studio di progettazione CRA-Carlo Ratti Associati e direttore del Senseable Lab presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT), in collaborazione con il South China – Torino Lab, centro di ricerca congiunto tra il Politecnico di Torino e la South China University of Technology.

“In un momento in cui la tecnologia urbana e il riconoscimento facciale stanno provocando polarizzazione e conflitti da Hong Kong a San Francisco, la nostra mostra vuole fornire una riflessione critica”, afferma Carlo Ratti. Le installazioni di “Eyes of the City” ruotano attorno alla seguente domanda: cosa succede quando la città intrisa di sensori acquisisce la capacità di vedere, come se avesse gli occhi?

Sede della mostra sarà la nuova stazione ferroviaria ad alta velocità Futian di Shenzhen, che collegherà la Cina continentale e Hong Kong in meno di 15 minuti. A causa delle nuove tecnologie, le stazioni di tutto il mondo, così come altri spazi pubblici, si stanno lasciando alle spalle il ruolo di spazi d’anonimato per divenire spazi di costante raccolta di dati.

“Man mano che la tecnologia digitale permea sempre più le nostre città, le stazioni ferroviarie sono tra gli spazi pubblici che rischiano di subire un forte cambiamento. Per molto tempo, le stazioni sono state luoghi in cui si poteva sperimentare l’anonimato urbano nella sua forma più elevata. Già oggi stanno diventando esempi di ambiente costruito. Possiamo già osservare come potrebbe apparire in futuro uno scenario in cui si potrà parlare di “Occhi della città”.

Occhi della città” sarà la prima mostra pubblica ad incorporare la tecnologia di riconoscimento facciale nei suoi locali. I visitatori saranno sottoposti a scansioni del viso all’accesso alla mostra attraverso i due info point progettati dal principale studio olandese MVRDV.

Tuttavia, a differenza dei i sistemi distribuiti nelle città di tutto il mondo, tutto sarà basato sulla trasparenza: le telecamere saranno evidenziate in ogni luogo e i visitatori che non desiderano essere riconosciuti indosseranno un segno speciale sul loro volto per rimanere anonimi, segnalando la loro posizione agli altri.

“È fondamentale avere la possibilità di opt-out, non solo online, ma anche nello spazio della città aumentata digitalmente,” aggiunge Ratti. Abbiamo invitato tutti quei professionisti che si occupano di città, architetti e urbanisti, ma anche economisti e filosofi, a comprendere l’impatto delle nuove tecnologie sul nostro futuro urbano.”

(lo)

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