Dovremmo dichiarare il sistema solare un’area protetta

Almeno la maggior parte di esso, se vogliamo preservare il futuro della razza umana.

di Emerging Technology from the arXiv

Gli esseri umani non sono noti per la capacità di calcolare l’impatto di una crescita esponenziale. Questa difficoltà ha conseguenze immediate sull’ambiente e sullo sfruttamento delle sue risorse. La popolazione umana mondiale è raddoppiata due volte negli ultimi cent’anni circa. L’economia mondiale raddoppia le proprie dimensioni ogni 20 anni. Un numero crescente di persone stanno lanciando l’allarme sulla necessità di fare i conti con questo problema.

Una possibile soluzione per l’umanità sarebbe colonizzare il sistema solare. Corpi rocciosi come la Luna e Marte sono le destinazioni più ovvie per la colonizzazione, mentre gli asteroidi rappresentano interessanti fonti di minerali. Lo spazio, con la sua promessa di infinite ricchezze per tutti, è il nuovo Far West.

Ciononostante, per quanto immenso, anche il sistema solare è una risorsa limitata ed è importante chiedersi come regolarne lo sfruttamento. Martin Elvis del Harvard Smithsonian Center for Astrophysics e Tony Milligan del Kings College London hanno studiato la natura della crescita esponenziale e suggeriscono che dovremmo prendere in considerazione le nostre difficoltà nel predirne l’impatto già in fase di definizione dei parametri dello sfruttamento del sistema solare. Secondo i loro calcoli, gli esseri umani dovrebbero porsi il limite di sfruttare non più di un’ottavo del sistema solare.

Secondo i ricercatori, infatti, un sistema sottoposto a crescita esponenziale ha ancora tre periodi di raddoppiamento rimasti prima di venire esaurito, una volta sfruttato un ottavo delle proprie risorse. Perchè tre periodi di raddoppiamento? In questo genere di sistema, un piccolo errore nelle stime può portare a grandi errori nelle previsioni.

Quanto tempo abbiamo a disposizione, quindi? Per ottenere una stima realistica della crescita, Elvis e Milligan si sono basati sul calcolo dello sfruttamento dei depositi di ferro dai tempi della rivoluzione industriale, cresciuto ad un ritmo medio di 3.5% l’anno, con un consequenziale raddoppiamento ogni 20 anni. I due ricercatori hanno quindi proiettato questo calcolo su scala interplanetaria e scoperto che ci lo sfruttamento raggiungerebbe un ottavo del totale nel giro di 400 anni, passati i quali, l’umanità avrebbe 60 anni per portare il sistema economico ad una condizione di stabilità.

Diviene quindi necessario proteggere sin d’ora la gran parte del sistema solare. Secondo quali parametri? Elvis e Milligan suggeriscono di proteggere i pianeti per aree superficiali e gli asteroidi per volume. Il Sole e Giove, dotato di una massa superiore alla somma di tutti gli altri pianeti, sarebbero da considerare fuori portata. La massa di materia della Cintura di Kuiper, la cintura di oggetti ghiacciati in orbita oltre Nettuno, e della misteriosa Nube di Oort, non influiscono particolarmente sui calcoli condotti dagli studiosi, aggiungendo rispettivamente 60 ed 80 anni di margine.

Non avremo molte possibilità di espanderci oltre il sistema solare, le distanze da percorrere sono eccessive ed il sistema solare è un sistema chiuso dal punto di vista delle risorse. Ciononostante, anche con il limite di un ottavo, le risorse sono abbondanti. Secondo Elvis e Milligan, dovremmo essere in grado di costruire milioni di anelli simili alle sfere di Dyson attorno al sole. Freeman Dyson ipotizzo che una civiltà sufficientemente evoluta dovrebbe essere in grado di avvolgere completamente la stella del proprio sistema con una sfera capace di catturarne ogni briciola di energia emessa. La tecnologia necessaria è attualmente oltre le nostre capacità.

L’idea di imporre sin dal principio un limite allo sfruttamento si basa sull’ipotesi che possa essere più facile iniziare bene che correggerci poi, ad interessi commerciali avviati. Qualche parte del sistema solare è già stata dichiarata fuori portata, ma i tentativi di fare altrettanto per la Terra sono stati limitati. Il US Wilderness Act del 1964 protegge ampi tratti degli USA, l’ex Unione Sovietica protesse la Belovezhskaya pushcha, una delle ultime foreste primitive rimaste vergini in Europa, eppure solo il 12% delle terre emerse del pianeta è protetto, e non più del 6% degli oceani. Non c’è molto margine d’azione disponibile una volta che questi limiti saranno stati raggiunti. Elvis e Milligan propongono di non ripetere l’errore nello spazio.

Per approfondire: How Much of the Solar System Should We Leave as Wilderness?


(lo)

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