Un po’ d’ombra potrebbe tornare utile ad alcune colture e aiutare a ridurre le emissioni di carbonio
In una recente mattinata fresca e soleggiata, abbiamoincontrato Meg Caley al Jack’s Solar Garden mentre mostrava ai visitatori un filare di piante di cavolo.
In qualità di direttore esecutivo della Sprout City Farms, da più di un decennio Caley pratica l’agricoltura tra i più improbabili spazi urbani dell’area di Denver. Oggi, a circa un’ora a nord della città, lavora a fianco dei ricercatori su un metodo agricolo sperimentale chiamato agrivoltaico.
L’agrivoltaico è piuttosto low-tech. Invece di essere posizionati ad un’altezza variabile tra il mezzo metro ed il metro da terra, come nelle tradizionali centrali solari, i pannelli sono posizionati molto più in alto, di modo da permettere il passaggio degli animali al pascolo e della luce necessaria alle piante coltivate a terra.
L’approccio potrebbe rappresentare un vantaggio sia per la generazione di energia che per la produzione agricola
Meno luce solare diretta aiuta a mantenere le piante più fresche durante il giorno, consentendo loro di trattenere più umidità e quindi richiedere meno annaffiature. Avere piante sotto i pannelli solari riduce anche la quantità di calore riflessa dal terreno, il che mantiene i pannelli più freschi e li rende più efficienti. Anche i lavoratori agricoli che si occupano dei raccolti beneficiano di temperature più fresche, così come gli animali al pascolo.
L’adozione su larga scala della pratica potrebbe aiutare a ridurre le emissioni di anidride carbonica negli Stati Uniti di 330.000 tonnellate all’anno e aggiungere più di 100.000 posti di lavoro rurali senza influire molto sulla resa dei raccolti.
Uno studio del 2019 sulla rivista Scientific Reports ha previsto che il fabbisogno energetico mondiale potrebbe essere soddisfatto dai pannelli solari se meno dell’1% dei terreni coltivati fosse convertito in sistemi agrivoltaici.
La combinazione di agricoltura e generazione di energia ha molteplici vantaggi, afferma Joshua Pearce, esperto di energia solare presso la Western University di London, Ontario.
“L’energia solare e la maggiore efficienza nell’uso del suolo valgono denaro, e quindi aumentano le entrate per un dato acro per l’agricoltore”, continua Pearce. “La comunità locale beneficia anche della protezione dell’accesso al cibo fresco e all’energia rinnovabile”
Ma i ricercatori stanno ancora cercando i modi migliori per implementare i sistemi agrivoltaici. Una variabile è l’altezza: al Jack’s Solar Garden, ad esempio, gli scienziati stanno sperimentando pannelli sollevati da terra ad un’altezza tra i 2 e i 2,5 metri. C’è anche la questione di quali tipi di piante rispondano meglio all’ombra offerta dai pannelli solari.
Fino a quando queste domande non saranno risolte, l’agrivoltaico rimarrà un esperimento. “Gli agricoltori non sono generalmente propensi al rischio”, afferma Allison Jackson, direttore dell’istruzione del Colorado Agrivoltaic Learning Center, che conduce tour al Jack’s Solar Garden.
È anche costoso. Sebbene l’agrivoltaico prometta di far risparmiare denaro agli agricoltori dal punto di vista di irrigazione ed elettricità, o fornire una fonte di denaro extra se vendono elettricità alla rete, l’installazione di pannelli solari rappresenta un costo iniziale significativo.
Nonostante le sfide, sono in via d’installazione progetti agrivoltaici in tutto il mondo. Secondo il Fraunhofer Institute for Solar Energy Systems ISE, la capacità di produzione di elettricità da progetti agrivoltaici è cresciuta l’anno scorso da circa cinque megawatt nel 2012 a più di 14 gigawatt, a fronte di un aumento dei programmi di finanziamento nazionali in Giappone, Cina, Corea, Francia e Stati Uniti.
“Sono necessarie ulteriori ricerche per definire la scala delle pratiche solari a doppio uso”, afferma Peter Perrault, responsabile dell’economia circolare presso lo sviluppatore di energie rinnovabili Enel North America. “Ma sappiamo già che, di base, l’idea è fattibile“.