L’industria farmaceutica punta su nuove ricerche CRISPR

La GlaxoSmithKline investirà $67 milioni in nuovi laboratori della University of California per industrializzare la ricerca utilizzando la tecnica di gene-editing chiamata CRISPR.

di Antonio Regalado

Si chiama CRISPR la forbice molecolare che affetta e modifica il DNA. Lo strumento ha permesso la crazione di una processione di piante, animali, persino bambini geneticamente modificati.
Ora la Glaxo sta investendo in una possibilità di utilizzo del CRISPR meno nota. L’idea è utilizzare la tecnica su cellule umane in laboratorio modificandone tutti i geni, 20.000 circa (uno alla volta o in ogni possibile combinaizone), per monitorare cosa accade con strumenti che permettono agli scienziati di osservare da vicino le singole cellule. Esistono combinazioni capaci di uccidere il cancro? O di spiegare come mai esistono individui che no nsi ammalano a dispetto di gravi difetti genetici?

Il centro condurrà queste osservazioni CRISPR su scala industriale. Hal Barron, direttore scientifico della Glaxo, crede che ciascun esperimento possa generare 400 milioni di singoli dati. I ricercatori faranno uso di software per l’apprendimento automatico per raccogliere le informazioni e prenderanno spunto dalle grandi biobank di cartelle cliniche.

Il nuovo centro ha il supporto di Jennifer Doudna, della UC Berkeley e di Jonathan Weissman, della UC San Francisco, entrambi epserti nel campo del CRISPR. Le ricerche saranno condotte da 24 dipendenti universitari e 14 della Glaxo, ma sarà la società farmaceutica a tenere i cordoni della borsa e quindi a scegliere le ricerche da condurre e quali scoperte o nuove tecnologie brevettare.

La Glaxo sottoilnea la natura originale dell’accrodo, ma l’industria farmaceutica cerca da tempo di trasferire i propri processi di R&D nelle università, con risultati a volte problematici. Un accordo simile, stretto nel 1998 tra la Berkeley e la Novartis, provocò un putiferio. Il campus della University of California non ha reso pubblico il proprio contratto con la Glaxo.
“Sarà affascinante seguire quanto avviene,” dichiara Bob Berring, professore emerito di legge alla Berkeley. Fa notare come l’accordo sia stato siglato in un clima di difficoltà economiche per l’università e in seguito ad una disputa sui brevetti per il CRISPR tra la Berkeley ed il MIT. “Il progetto mira a generare guadagni,” continua Berring. “Ci saranno questioni sull’impatto di un simile accordo su questioni ocme la direzione della ricerca e la parità tra i membri della facoltà.”

Immagine: Charlie Nguyen/Flikr

(lo)

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