L’antisemitismo è di nuovo una tattica elettorale

Le comunità ebraiche stanno affrontando un’ondata di messaggi online antisemiti, teorie del complotto alimentate da Internet come QAnon e una diffusa disinformazione a sfondo razzista.

di Tate Ryan Mosley

Ci sono stati 2.107 episodi di antisemitismo segnalati negli Stati Uniti nel 2019, un anno da record come riportato dall’Anti-Defamation League e quasi il doppio di quelli verificatisi nel 2016. La recrudescenza dell’antisemitismo è in parte attribuita al mainstreaming di QAnon, un aumento dell’incitamento all’odio in senso più ampio e la radicalizzazione di molti spazi politici online. Uno studio recente ha dimostrato che fino al 9 per cento dei post pubblici di Facebook relativi agli ebrei americani contenevano un linguaggio dispregiativo. 

La maggior parte degli elettori ebrei riferisce di sentirsi meno al sicuro rispetto a quattro anni fa e oltre l’80 per cento di loro crede che l’ascesa dell’antisemitismo e del nazionalismo bianco sia uno dei problemi più seri delle elezioni del 2020. Gli ebrei americani costituiscono poco più del 2 per cento della popolazione degli Stati Uniti, ma rappresentano fino al 4 per cento dell’elettorato, con un ruolo decisivo negli stati oscillanti come la Florida e la Pennsylvania. Gli elettori ebrei nel loro insieme tendono a votare democratico, ma gli ebrei ortodossi sono a destra e gli ebrei nel loro insieme contribuiscono con una quantità sproporzionata di finanziamenti a entrambi i partiti politici.

Il confronto politico che ha costellato il percorso elettorale è stato caratterizzato da disinformazione e divisione, con campagne online che spesso hanno messo gli ebrei americani contro altri gruppi di elettori, specialmente altre minoranze razziali ed etniche. Le narrazioni antisemite sono diventate una strategia centrale per alcuni gruppi.

Creare divisione

Il 12 giugno, mentre il paese era nel mezzo del più grande movimento di protesta della storia, un nuovo canale chiamato “Black Lives Matter Global” è apparso su Telegram, la piattaforma di messaggistica crittografata. Il canale ha iniziato a riempirsi di potere nero e immagini BLM piene di retorica antisemita, intese a dipingere BLM e gli ebrei americani come opposti l’uno all’altro. 

Il canale è stato condiviso in molti gruppi della supremazia bianca su Telegram e alcune delle immagini sono arrivate su Facebook. I post rappresentano solo un esempio di contenuto divisivo e fuorviante intenzionato a creare un divario tra le comunità nere ed ebree quest’estate.

L’ebraicità viene usata come cuneo anche in altre comunità sottorappresentate, spesso in canali di comunicazione più formali. La Florida, uno stato chiave, è stata inondata di disinformazione in queste elezioni, particolarmente mirate agli elettori ispanici. Gran parte della disinformazione è seminata con narrazioni anti-nere e antisemite, spesso postulando false relazioni tra i due gruppi. A settembre, il quotidiano spagnolo del “Miami Herald”, “El Nuevo Herald”, ha pubblicato un inserto pubblicitario in cui si criticava il sostegno ebraico al movimento Black Lives Matter e ad “Antifa”, equiparando i due gruppi ai nazisti.

La stazione spagnola di Miami Radio Caracol ha trasmesso un servizio di 16 minuti suggerendo che una vittoria di Joe Biden avrebbe portato a una dittatura gestita da “ebrei e neri”. L’attacco ha spinto la deputata della Florida Debbie Mucarsel-Powell a chiedere all’FBI di indagare sulla disinformazione politica antisemita e razzista nello stato.

Nel frattempo, poiché la teoria del complotto di QAnon ha preso piede, ha accelerato la diffusione di tropi antisemiti online. Un documento di ADL del 2017 sull’antisemitismo su Twitter ha avvertito che “la quantità di antisemitismo nei contenuti correlati a QA-non è attualmente molto bassa”, ma che “ha il potenziale per proliferare rapidamente data la natura virale della sottocultura”. La “profezia” si è avverata: QAnon ha fatto sue molte altre narrazioni cospiratorie, comprese versioni sottilmente velate di preesistenti tropi antiebraici come l’”accusa del sangue” e si è agganciata al pubblico di suprematisti bianchi ed evangelici.

“QAnon è così inquietante perché mostra che molte persone sono sensibili a bizzarre teorie del complotto”, afferma David Bernstein, presidente del Jewish Council of Public Affairs, una organizzazione non profit ebraica. “Se le persone danno credito a queste assurdità, allora possono credere alle folli teorie del complotto degli ebrei, e alcuni lo fanno”. 

Ventiquattro candidati al Congresso alle elezioni del 2020 hanno espresso opinioni legate alle tesi di QAnon e si prevede che almeno uno di quei candidati vincerà. Il presidente Trump si è ripetutamente rifiutato di condannarlo, fornendo di fatto una copertura sotto l’ombrello ideologico del Partito Repubblicano. 

Una denigrazione costante

Il 15 ottobre, Michael Bloomberg ha annunciato una donazione di 250.000 dollari al Jewish Democratic Council of America per aumentare il sostegno a Joe Biden tra gli elettori ebrei in Florida. La settimana successiva, il Partito Repubblicano della contea di Highlands ha iniziato a pubblicare annunci su Facebook accusando Bloomberg e George Soros di cercare di acquistare voti in Florida (la pagina Facebook del partito raccoglie ogni tipo di disinformazione). 

Le pubblicità online che prendono di mira personaggi come Bloomberg, Soros e Bernie Sanders spesso sconfinano nell’antisemitismo. Il 26 ottobre, l’ultimo giorno per inviare nuovi annunci politici a Facebook prima che il sito istituisse un divieto, American Action News, un’organizzazione no profit conservatrice con oltre 1 milione di follower su Facebook, ha pubblicato un annuncio con una foto di George Soros e il sottotitolo “Riducetelo in cenere: Soros pianifica il caos a livello nazionale se Trump vince”. Il messaggio era destinato a un gruppo tra i 10.000 e i 50.000 utenti di Facebook in Virginia. È rimasto attivo dal 26 ottobre al 1 novembre, nonostante le politiche di Facebook contro i contenuti incendiari.

La denigrazione delle figure politiche ebraiche contribuisce al mainstreaming dell’antisemitismo nella politica. Bernstein dice che in realtà è stato “piacevolmente sorpreso” che non abbia giocato un ruolo più importante nelle campagne presidenziali, sebbene ci siano stati allarmanti episodi di antisemitismo in campagne minori. 

Dogmi forgiati

Anche gli elettori ebrei sono stati presi di mira dalle campagne online, in virtù del fatto che non sono un gruppo politicamente uniforme. Il sostegno ebraico a Donald Trump è aumentato di 5 punti percentuali dal 2016, anche se l’appoggio a Joe Biden rimane elevato nei sondaggi nazionali. Ma la divisione all’interno della comunità ebraica è stata esacerbata dalla disinformazione online.

Per esempio, il JewishChoose4MoreYears, un comitato di azione politica, ha finanziato una serie di annunci sui giornali ebraici negli stati in bilico. Uno di loro, intitolato “Non finisce bene per gli ebrei”, includeva una falsa dichiarazione sul sostegno all’Olocausto attribuita alla deputata democratica Rashida Tlaib, una musulmana. Molti giornali ebrei si sono rifiutati di pubblicare gli annunci. 

Questo materiale è confuso e allarmante, in parte perché la sua fonte non è chiara. Alla domanda relativa a questo tipo di annunci, Bernstein ha risposto: “Ho visto ogni sorta di disinformazione mirata specificamente agli elettori ebrei. Potrebbe provenire da gruppi ebraici marginali e da attivisti dei comitati elettorali”. La scorsa settimana,il Jerusalem Center for Public Affairs ha rilasciato una dichiarazione congiunta firmata da 90 organizzazioni ebraiche in cui vengono chieste elezioni libere ed eque. 

Foto: Ms Tech / Pexels

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