IA e salute globale nel futuro

Uno studio analizza il ruolo dell’Intelligenza Artificiale nel futuro sanitario del pianeta e come se ne possa promuovere un utilizzo equo ed etico.

di MIT Technology Review Italia

The Lancet pubblica una revisione storica del ruolo dell’intelligenza artificiale nel futuro della salute globale in cui si invita la comunità sanitaria globale a stabilire linee guida per lo sviluppo e la diffusione di nuove tecnologie e di un’agenda di ricerca centrata sull’uomo per promuovere un utilizzo equo ed etico delle IA.

La recensione e le raccomandazioni sono state elaborate da Nina Schwalbe, MPH, adjunct professor del Dipartimento Heilbrunn per la Popolazione e la Salute della Famiglia presso la Columbia University, e da Brian Wahl, PHD del Dipartimento per la Salute Internazionale presso la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health.

I progressi delle infrastrutture informatiche e nel campo della potenza di calcolo mobile in molti paesi a basso e medio reddito (LMIC) suscitano la speranza che l’IA possa aiutare ad affrontare le sfide più importanti nel campo della salute globale e accelerare il conseguimento degli obiettivi in campo sanitario descritti tra i Sustainable Development Goals (SDGs) dell’ONU e nel programma Universal Health Coverage (UHC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il dispiegamento di interventi abilitati all’utilizzo di IA deve però essere esercitato con cura e cautela, affinché gli individui e le società possano trarne pari benefici, soprattutto nell’attuale contesto in cui strumenti e sistemi digitali stanno venendo rapidamente implementati in risposta alla pandemia da COVID-19.

“Soprattutto in casi come l’emergenza COVID-19, non si può ignorare l’importanza di focalizzare, già in fase di progettazione, gli interventi di Ia sugli esseri umani e controllando la tendenza degli algoritmi ai pregiudizi di genere e razza”, dichiara Schwalbe. “Gli interventi di IA devono essere accuratamente adattati al contesto dei sistemi sanitari in cui verranno implementati deve far parte di ogni studio.”

Secondo Wahl e Schwalbe, l’intelligenza artificiale è già in uso in contesti ricchi di risorse per affrontare le attività di risposta COVID-19, inclusa la valutazione di rischio e la gestione del flusso dei pazienti, ma sottolineano che, nonostante l’intelligenza artificiale siapotenzialmente in grado di supportare la risposta sanitaria al COVID-19 anche in contesti dalle risorse limitate, non esistono ad ora i meccanismi necessari a garantirne un utilizzo adeguato a tali contesti.

A fronte della rapida evolzione delle soluzioni di IA in campo sanitario a livello globale e alla luce della risposta al COVID-19, la revisione evidenzia le seguenti raccomandazioni:

– Incorporare nel processo di sviluppo aspetti di design incentrati sull’essere umano, partendo da un approccio basato sulle necessità piuttosto che sullo strumento;
– Garantire un accesso rapido ed equo a set di dati rappresentativi;
– Istituire sistemi globali per la valutazione e la divulgazione di livelli di efficacia ed efficienza degli interventi che facciano uso dell’IA nel campo della salute globale;
– Sviluppare un’agenda di ricerca che includa domande relative all’implementazione e al sistema di diffusione di nuovi interventi guidati dall’IA;
– Sviluppare ed implementare norme e linee guida legislative, economiche ed etiche globali che tutelino gli interessi dei paesi di basso-medio reddito.

Schwalbe e Wahl hanno sviluppato queste raccomandazioni attraverso un’ampia revisione della letteratura peer-reviewed per aiutare a garantire che l’IA aiuti a migliorare la salute nei paesi LMIC e contribuisca al raggiungimento degli obiettivi SDG e UHC, nella risposta COVID-19.

La revisione è stata supportata da Fondation Botnar, una fondazione con sede in Svizzera che sostiene l’uso dell’IA e della tecnologia digitale per migliorare la salute e il benessere di bambini e giovani negli ambienti urbani in crescita.

(lo)

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