Un’economia circolare per salvarci post-covid

L’economia mondiale sta barcollando sotto gli effetti della pandemia da COVID-19. Secondo un gruppo di ricercatori, adottare un’economia circolare potrebbe salvare molte industrie minacciate e favorire sia la ripresa che la transizione alla riduzione delle emissioni.

di Lisa Ovi

La pandemia da Covid-19 ha messo sotto pressione ogni aspetto delle attività umane e gli effetti si fanno ogni mese più preoccupanti. Un gruppo internazionale di accademici guidati da WMG, Università di Warwick ha analizzato come il mondo potrebbe bilanciare effetti positivi e negativi del COVID-19 per costruire una nuova economia più resiliente a basse emissioni di carbonio. 

I ricercatori, provenienti da Regno Unito, Malesia, Nigeria, Emirati Arabi Uniti e Giappone, hanno concluso che adottare strategie di economia circolare sarebbe la scelta migliore per favorire la ripresa dell’economia mondiale e la transizione ad un’economia ad emissioni ridotte. Primo autore dello studio – pubblicato da Resources, Conservation and Recycling, con il titolo ‘A critical analysis of the impacts of COVID-19 on the global economy and ecosystems and opportunities for circular economy strategies‘ – è il Dott. Taofeeq Ibn-Mohammed.

Quando si parla di economia circolare, si intende la costituzione di un sistema economico ecosostenibile capace di rigenerare sé stesso. La Ellen MacArthur Foundation, definisce circolare un’economia che organizza rifiuti ed elementi inquinanti inquinamento, mantenendo ogni prodotto in uso a favore della rigenerazione dei sistemi naturali. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.

Nel sistema attuale, realizziamo i prodotti prendendo risorse dalla terra per poi buttarli via. Un’economia che genera spreco e un accumulo di scarti viene definita lineare. I teorici dell’economia circolare partono dalla constatazione che l’eccesso di scarti e inquinamento si può correggere a partire dal design dei prodotti. I prodotti di un’economia circolare potrebbero essere pensati fin dal principio per non essere buttati via, ma riutilizzati più e più volte, in ogni loro componente, divenendo così sostenibili

La pandemia da Covid-19 ha provocato un’interruzione drastica delle catene di approvvigionamento globali, scosso il mercato finanziario e portato ad un disastro economico internazionale. A livello sociale e personale, la popolazione mondiale è messa a dura prova da lockdown, lutto e crollo delle sicurezze economiche. 

Nel suo insieme, la situazione rappresenta un ostacolo anche per il conseguimento di un’economia sostenibile, ma la pandemia ha provocato alcuni cambiamenti nel comportamento e negli atteggiamenti che potrebbero avere influenze positive sulla salute umana e sul pianeta, tra cui:

– Miglioramento della qualità dell’aria: secondo recenti studi condotti nel Regno Unito, l’aria più pulita rilevata durante il lockdown avrebbe portato ad un calo nel numero di decessi da inquinamento
– La riduzione del rumore ambientale e della congestione del traffico ha portato ad un aumento del numero di persone che si esercitano all’aperto per godersi l’atmosfera.
– La riduzione degli spostamenti per turismo indotto dalla pandemia ha portato ad un minore sfruttamento delle spiagge, con conseguente aumento della pulizia.
– La riduzione nei consumi globali di energia primaria ha portato ad un abbattimento record delle emissioni. L’umanità ha consumato l’8% in meno del carbone, il 60% in meno di petrolio e il 20% in meno di elettricità rispetto al primo trimestre del 2019.
– La crisi ha messo in evidenza la necessità di diversificare e rendere circolari le catene di approvvigionamento, oltre a dimostrare il potere della politica pubblica per affrontare le crisi socioeconomiche urgenti.

Di fronte all’evidenza dell’insostenibilità economica di un modello che punta ad estrarre risorse per generare prodotti destinati alla discarica è evidente la necessità di miglioramenti a lungo termine nelle strutture economiche dell’economia globale. Le risoluzioni a breve termine adottate per far fronte alla pandemia non saranno sostenibili a lungo termine.

I ricercatori propongono quindi l’adozione di soluzioni in economia circolare per tutti i settori, con strategie diverse per ciascuno. In particolare, il Dr Taofeeq Ibn-Mohammed promuove di sfruttare il potenziale delle tecnologie digitali di rendere più resilienti le catene di approvvigionamento grazie all’analisi dei big data per snellire i processi di selezione dei fornitori, al cloud computing per facilitare e gestire rapporti con i fornitori e Internet of Things per migliorare i processi logistici e di spedizione.

I ricercatori sostengono la necessità di formulare i pacchetti d stimolo per la ripresa economica promessi dai governi a favore dell’accelerazione verso economie più resilienti, a basse emissioni di carbonio e circolari, soprattutto ora che le lacune del modello economico lineare dominante sono state messe tanto in evidenza.

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