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Orchid offre test poligenici per stabilire se una coppia avrà un figlio che potrà soffrire di schizofrenia, diabete e persino cancro, ma ci sono dubbi sulla loro affidabilità.

di Emily Mullin

Una nuova startup chiamata Orchid offre la possibilità alle coppie che pianificano una gravidanza di conoscere le loro probabilità di avere futuri figli a rischi per condizioni comuni come l’Alzheimer, le malattie cardiache, il diabete di tipo 1 e 2, la schizofrenia e alcuni tipi di cancro.

I test pre-concepimento esistenti, ampiamente disponibili, possono dire ai genitori se i loro figli potrebbero avere determinate malattie ereditarie causate da mutazioni in un singolo gene. Ma tali disturbi monogenici, che includono la fibrosi cistica, l’anemia falciforme e il Tay Sachs, sono relativamente rari.

Il test di Orchid, al contrario, esamina malattie molto più comuni che sono influenzate da una combinazione di più geni, spesso centinaia. Le coppie fanno il test a casa sputando in un tubo e spedendolo per posta. L’azienda sequenzia i genomi di ciascun genitore e utilizza set di dati di persone con e senza queste malattie per calcolare i loro rischi. Il risultato è noto come punteggio di rischio poligenico.

Entro la fine dell’anno, la startup prevede anche di iniziare a offrire test sugli embrioni, che comporteranno l’estrazione di alcune cellule da embrioni creati dalla fecondazione in vitro, il sequenziamento del loro DNA e la generazione di rapporti sui rischi simili. Le coppie sottoposte a fecondazione in vitro possono già sottoporre i loro embrioni a test per anomalie cromosomiche e disturbi monogenici, ma il test di Orchid amplierebbe notevolmente l’elenco.

L’azienda è stata lanciata questo mese con il sostegno degli scienziati di Stanford e 4,5 milioni di dollari di finanziamenti da parte di investitori, tra cui 23andMe, che fornisce test genetici ai consumatori. “Avere figli è la scelta più importante che la maggior parte di noi fa, ma i genitori scelgono una gravidanza senza visibilità su come i rischi genetici potrebbero avere un impatto sul loro futuro bambino”, ha detto in un comunicato stampa Noor Siddiqui, fondatore e CEO di Orchid.

Siddiqui, laureato a Stanford e scienziato informatico, spiega il funzionamento del test in questo modo: una coppia scopre di essere ad alto rischio di avere un bambino con il diabete e utilizza l’informazione per mitigare il rischio del futuro bambino. Ciò potrebbe significare adottare una dieta a basso contenuto di zuccheri o sottoporsi a controlli sanitari regolari. Un’altra opzione sarebbe quella di perseguire la fecondazione in vitro e utilizzare il test di Orchid per selezionare l’embrione con il minor rischio di diabete.

Il test potrebbe rappresentare una prospettiva interessante, specialmente per le coppie con una storia familiare di diabete, schizofrenia o una delle altre condizioni di cui il test di Orchid va alla ricerca. Ma la genetica alla base di molte di queste condizioni è complessa e ancora poco conosciuta. Per questo motivo, molti esperti pensano che i punteggi del rischio poligenico non siano ancora pronti per il loro debutto e temono che aziende come Orchid possano vendere la tecnologia a coppie ansiose.

Oltre i singoli geni

L’introduzione di test poligenetici per i consumatori sembra quasi inevitabile: la generazione di punteggi di rischio per la schizofrenia e altre condizioni complesse sta migliorando grazie all’esplosione della quantità di dati sul DNA disponibili. Utilizzando vasti database genetici di centinaia di migliaia di persone, i ricercatori stanno sviluppando algoritmi per stimare il rischio di una persona di diabete, depressione, obesità e alcuni tipi di cancro.

Un’altra startup, Genomic Prediction, ha iniziato a offrire rapporti sul rischio poligenico nel 2019, testando embrioni per coppie sottoposte a fecondazione in vitro. L’azienda propone un servizio simile a quello di Orchid. Amit V. Khera, cardiologo del Massachusetts General Hospital e del Broad Institute che ha sviluppato punteggi di rischio poligenico per malattie cardiache e altre condizioni, afferma che questi punteggi potrebbero aiutare gli adulti a mitigare i propri rischi, per esempio cambiando la loro dieta o esercitandosi di più, ma non ritiene che i punteggi siano pronti per essere utilizzati per lo screening degli embrioni senza ulteriori approfondimenti.

“All’interno di una coppia, la differenza di rischio tra gli embrioni non sarà così grande”, dice Khera. “Se il mio punteggio è 0 e quello di mia moglie è 1, in media il punteggio di mio figlio sarà intorno a 0,5. Si può trovare un embrione che si colloca a 0,4 o a 0,6, ma la diversità è relativa”. Inoltre, continua Khera, ci sono molte varianti genetiche che i ricercatori non capiscono ancora. Il suo gruppo ne ha trovate alcune che sembrano proteggere dagli attacchi di cuore, ma aumentano il rischio di diabete. In altre parole, ci sono compromessi genetici.

Il test di Orchid potrebbe anche generare nei genitori un falso senso di sicurezza sul fatto che i loro futuri figli non svilupperanno una particolare malattia. Per esempio, Patrick Sullivan, direttore del Center for Psychiatric Genomics presso l’Università del North Carolina, a Chapel Hill, afferma che mentre la genetica gioca un ruolo nella schizofrenia, la malattia spesso non è ereditaria.

“I fattori di rischio più elevati che otteniamo dalla schizofrenia sono generalmente varianti de novo, il che significa che nessuno dei due genitori le ha”, spiega. “Queste mutazioni de novo non comparirebbero nel rapporto sui rischi di una coppia generato da Orchid. Potrebbero invece essere presenti in un’analisi sugli embrioni, ma ciò richiederebbe alle coppie di sottoporsi alla fecondazione in vitro e allo screening degli embrioni.

Un altro limite degli attuali punteggi di rischio poligenico è che i set di dati su cui si basano includono principalmente persone di origine europea. Storicamente, gli studi genetici non hanno incluso persone di diversa estrazione. “La precisione diminuisce quando si prendono quei punteggi e si cerca di usarli su altri gruppi”, dice Genevieve Wojcik, un’epidemiologa genetica della Johns Hopkins.

Il rischio della selezione dell’embrione migliore

Man mano che i punteggi poligenici diventano più accurati, la selezione degli embrioni può offrire la possibilità di ridurre la prevalenza di alcune malattie comuni. Ma appare all’orizzonte una prospettiva più controversa. Le stesse tecniche utilizzate dai genetisti per prevedere queste malattie possono essere utilizzate anche per prevedere caratteristiche come l’intelligenza o il peso in età adulta. Per ora, Orchid si concentra sulla fornitura di rapporti sul rischio di malattia ai genitori, ma Genomic Prediction of New Jersey già controlla gli embrioni per “disabilità intellettiva”.

Gabriel Lázaro-Muñoz, bioetico e avvocato del Baylor College of Medicine che ha studiato i punteggi del rischio poligenico, afferma che la capacità di esaminare e selezionare gli embrioni per una vasta gamma di tratti vira nel territorio eugenetico. A suo parere, è necessario un confronto approfondito su come utilizzare questa tecnologia nella nostra società.

Gli atteggiamenti negativi nei confronti della malattia mentale sono già pervasivi e i test di rischio poligenico potrebbero stigmatizzare ulteriormente queste situazioni. L’idea che sia possibile scegliere se ridurre o meno il rischio di un futuro bambino con tali condizioni mette molta pressione sui genitori, egli dice. Al di là della questione della malattia mentale, ci si domanda se è accettabile che i genitori possano scegliere il loro embrione “più intelligente”.

Inoltre, anche se le coppie volessero effettuare lo screening poligenico, la spesa potrebbe essere proibitiva. Orchid non ha rilasciato pubblicamente il costo dei suoi test, ma una fonte ha detto a “MIT Technology Review” che il costo si aggira sui 1.100 dollari per il suo rapporto di coppia (Orchid non ha risposto alle richieste di intervista). Sebbene l’azienda offra un programma di assistenza finanziaria alle coppie che non possono permetterselo, c’è anche il prezzo della fecondazione in vitro da considerare. Un ciclo completo costa dai 12.000 ai 17.000 dollari e rimanere incinta spesso richiede diversi cicli.

“E’ un sistema per ricchi”, dice Laura Hercher, consulente genetico e responsabile della ricerca sulla genetica umana al Sarah Lawrence College. “Il messaggio sembra essere che tutti quelli che possono permetterselo dovrebbero fare la fecondazione in vitro“. Questa idea trova conferma in un podcast di Siddiqui in cui viene suggerito che più coppie dovrebbero usare la fecondazione in vitro per scegliere i loro embrioni più sani.

Salvare una vita

Il mercato di questa tecnologia è guidato dalla domanda dei genitori e, per alcuni, conoscere i rischi genetici che i loro figli devono affrontare potrebbe essere una manna dal cielo. Laura Pogliano dice che sottoporsi a un test come quello di Orchid avrebbe potuto aiutarla a sostenere meglio suo figlio Zac, a cui era stato inizialmente diagnosticato un disturbo ossessivo-compulsivo da adolescente nel 2009.

Dopo qualche anno i medici hanno stabilito che aveva la schizofrenia. Zac è morto per insufficienza cardiaca nel 2015, all’età di 23 anni (si stima che il 50 per cento delle morti improvvise nella schizofrenia siano dovute a cause cardiovascolari).

Pogliano dice che se avesse saputo del rischio di suo figlio prima che nascesse, sarebbe stata in grado di prestare attenzione ai primi segni e lo avrebbe fatto curare prima. I sintomi della schizofrenia – allucinazioni, linguaggio confuso e pensiero disorganizzato – generalmente iniziano ad apparire nei vent’anni di una persona, ma i cambiamenti nel cervello possono iniziare diversi anni prima.

La malattia di Zac, spiega Pogliano, ha distrutto la sua famiglia: “Con la schizofrenia, pensi di avere un bambino sano, ma in realtà non è così. Il suo cervello si prepara alla malattia per anni”. Lei dice che avrebbe cresciuto suo figlio in modo diverso se avesse saputo che era ad alto rischio. Sarebbe stata più vigile sul suo uso di alcol e marijuana, che possono alterare il sistema nervoso e innescare psicosi nelle persone con schizofrenia.

Spera che un giorno lo screening per la schizofrenia sarà di routine. A suo parere, è diverso dall’individuare il rischio delle malattie cardiache, del cancro al seno o dell’Alzheimer. Quelle malattie emergono molto più tardi nella vita, ma i genitori hanno l’opportunità di fare davvero la differenza nella vita dei loro figli se conoscono il loro rischio di schizofrenia. “Tutto ciò che i genitori vogliono è difendere la salute dei loro figli”, conclude Pogliano.

Immagine di: Ms Tech / Unsplash / Getty

(rp)