Con la presentazione della Model 3, Tesla Motors ha lanciato il guanto di sfida al suo unico, grande oppositore: la rete elettrica.
di Matteo Ovi
Dopo la lunga attesa, finalmente Elon Musk ha presentato la sua carta vincente: la Model 3.
Pensata per stravolgere gli equilibri del mercato automobilistico, la berlina elettrica promette prestazioni esaltanti, un allettante prezzo di partenza ed un’autonomia non esagerata, ma rassicurante.
La Model 3 riprende diversi elementi estetici e funzionali delle due sorelle maggiori. Dal frontale sgombro di prese d’aria e il tetto in cristallo della Model X – che nella Model 3 ricopre l’intera lunghezza dell’abitacolo – alla plancia di controllo che si riassume in un unico, grande schermo da 15’; per non parlare del sistema di guida autonoma e della predisposizione alla ricarica via supercharger.
Con uno 0-100 in poco meno di 6 secondi, un’autonomia di “almeno” 215 miglia e il baricentro basso, merito del pianale che funge anche da contenitore e protezione per le batterie elettriche, la Model 3 promette prestazioni sicuramente divertenti. Come se non bastasse, questi sono i dati che riguardano il modello di partenza; durante la presentazione, Elon Musk, CEO di Tesla Motors, ha detto che saranno disponibili più versioni. Possiamo quindi aspettarci di vedere versioni più sportive con modalità “ludicrous” o “insane” come per la Model S e la Model X.
Fra i vari dati che sono stati resi noti durante la presentazione, uno in particolare ha colto la mia attenzione: il numero di preordini. Complice la lunga attesa da quando le prime voci su “una elettrica alla portata di tutti” avevano cominciato a trapelare, l’aspettativa nei confronti della “piccola” di Tesla Motors era enorme. Lo stesso Elon Musk si è premurato di far partire i preordini prima ancora della presentazione della Model 3, così da evitare la congestione dei server.
A quanto pare, la decisione è stata saggia. Sul punto di presentare la vettura, Musk ha comunicato ai presenti che già 115.000 Model 3 erano state preordinate. Trascorse poche ore dalla presentazione, il contatore che segnava in tempo reale i preordini ha superato quota 150.000.
Osservando il frenetico aggiornarsi del contatore, e riflettendo sulla deadline stimata per la consegna delle prime auto – fine 2017 per il mercato americano, 2018 per quello europeo – sorge spontaneo chiedersi: “Cosa succederà quando tutte queste auto elettriche si allacceranno alla rete elettrica per ricaricarsi?” Conosciamo gli effetti dei picchi di domanda sulla rete elettrica. Basti pensare agli occasionali black-out che possono verificarsi in una calda giornata d’estate, quando alziamo al massimo i nostri climatizzatori.
Il contatore dei preordini per la Model S si trasforma così in un conto alla rovescia per gli operatori della rete elettrica. Dovranno assicurarsi di essere pronti per l’ingresso in campo, o meglio, in strada, di migliaia di vetture elettriche. È il caso di sfatare il mito “green” delle vetture elettriche. Tanto è vero che non emettono direttamente gas serra, quanto è vero che le centrali elettriche sono fra le prime responsabili dell’inquinamento atmosferico – guardiamo al caso di Cina e India, e delle loro centrali sporche.
Gli operatori del settore dovranno pensare bene, e in fretta, a come affrontare l’incombente minaccia, perché le conseguenza saranno varie, gravi, e interesseranno tutti.
(MO)