Scoperto nuovo fattore molecolare del Parkinson

I risultati potrebbero portare allo sviluppo di nuovi trattamenti contro il morbo.

di Lisa Ovi

Ricercatori della Icahn School of Medicine alla Mount Sinai hanno scoperto nuovi driver molecolari del morbo di Parkinson utilizzando una sofisticata tecnica statistica chiamata analisi della rete genica multiscala (MGNA).

La squadra ha anche determinato in che modo questi driver molecolari influenzano le funzioni dei geni coinvolti nella malattia. La ricerca è stata condotta sotto la direzione di Bin Zhang, professore di scienze genomiche all’Icahn Institute e direttore del Mount Sinai Center for Transformative Disease Modeling. I risultati sono stati pubblicati da Nature Communications.

Pochi casi di Parkinson sono direttamente causati da mutazioni genetiche. Circa L’80 percento dei casi non ha spiegazione. Nonostante siano stati individuati alcuni geni che aumentano leggermente il rischio di sviluppare il morbo, non è chiaro che impatto abbiano sulla fisiologia dei pazienti.

Il metodo MGNA venne sviluppato sei anni fa dal dr. Zhang e colleghi per studiare i meccanismi molecolari del morbo di Alzheimer. Da allora, è stato applicato allo studio di svariate malattie complesse, dall’Alzheimer al cancro. La strategia tiene conto dei dati genetici, epigenetici, trascrittomici, patologici e clinici di un’ampia gamma di campioni di tessuto e identifica le connessioni esistenti tra loro.

Poichè non esiste una raccolta di dati sull’espressione genica contenente un numero sufficiente di campioni di cervello da permettere al MGNA di operare in maniera efficace, i ricercatori hanno combinato i dati di otto diversi studi effettuati su analisi post mortem della substantia nigra, per un totale di 83 pazienti studiati, e li hanno poi confrontati con i campioni di 70 individui sani. Una volta applicato il metodo MGNA alla raccolta di dati, gli scienziati hanno identificato una serie di regolatori chiave delle reti geniche mai prima associati al morbo.

I ricercatori hanno quindi verificato su topi i risultati ottenuti, testando gli effetti del gene STMN2, un regolatore chiave della rete molecolare del Parkinson, normalmente espresso nei neuroni che producono dopamina. Una volta silenziato il gene STMN2 nella substantia nigra dei topi, gli studiosi hanno osservato una sovraregolazione di nove geni già associati alla malattia. I topi hanno sviluppato patologie simil-Parkinson e difficoltà motorie.

I risultati dovranno essere confermati da studi condotti su più di 83 pazienti, ma lo studio apre le porte allo sviluppo di nuovi farmaci contro i casi di Parkinson idiopatico.

(lo)

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