
La Vicepresidente di Intel Renu Navale, intervenuta allo Smart City Expo World Congress di Barcellona, racconta in esclusiva a MIT Technology Review Italia l’importanza dell’intelligenza artificiale nel processo di realizzazione delle città intelligenti.
Le nuove tecnologie, applicate all’ambiente urbano, permettono oggi di connettere, aumentare la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini. Ma si può già parlare di vere “smart cities”? Realizzare città più sostenibili, efficienti e fiorenti è certamente una delle grandi sfide di questi anni.
A Barcellona, dal 2011, si tiene annualmente lo Smart City Expo World Congress, l’evento più importante al mondo sulle città e l’innovazione urbana, al quale partecipano i leader delle più grandi aziende, dei governi e delle organizzazioni mondiali che si occupano del futuro delle città.
A margine dell’ultima edizione dell’evento, che si è tenuta pochi giorni fa (dal 5 al 7 novembre), MIT Technology review Italia ha sentito in esclusiva Renu Navale, Vicepresidente del Network and Edge Group e General Manager della Divisione Cities and Critical Infrastructure di Intel, sul tema dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie emergenti legate alla smart city del futuro.

Renu Navale, Vicepresidente del Network and Edge Group e General Manager della Divisione Cities and Critical Infrastructure di Intel
Qual è la prima impressione che ha avuto su questo evento?
Prima di tutto sono rimasta veramente colpita dal numero di persone che hanno preso parte alla fiera. Ho sentito dire che siano oltre 20 mila ed è veramente un numero impressionante. Ci sono partner e aziende dappertutto che parlano di IA per il futuro delle città intelligenti e molta importanza è stata data alla sostenibilità e all’impatto ambientale. L’altro aspetto molto interessante riguarda i temi trattati: non si è affrontato solo un tema specifico ma una moltitudine di aspetti che riguardano le città “smart”. Si è discusso del benessere di chi vive le città e che parte da tanti aspetti: la sicurezza, la mobilità, la sostenibilità, la salute.
Spesso, infatti, chi parla di “smart city” pensa soprattutto alla mobilità. Cos’è però che rende una città veramente “intelligente”?
Dobbiamo partire da una realtà di fatto. Se pensiamo alla popolazione mondiale, che raggiungerà i 10 miliardi di persone entro il 2050, sappiamo che il 70% di questi vivrà in città. Questo significa che il futuro dovrà essere una combinazione di una serie di città esistenti, con infrastrutture ereditate, e di città verdi, tecnologicamente molto avanzate. Ma la sfida principale che tutte le città nel mondo dovranno affrontare è questa pressione demografica e la gestione delle risorse, perché un cambiamento di questa portata può avere un impatto non banale sull’ambiente e sulla sostenibilità dell’ecosistema. Questo significa un impatto significativo anche sulla salute e sulla vita dei cittadini, sulle infrastrutture governative, sull’educazione, sulla sanità pubblica, e su tanti altri aspetti, tra cui la sicurezza, la mobilità e i trasporti. Tutti fattori che riguardano la vita delle persone. Le città dovrebbero quindi pensare a come migliorare o aggiornare sé stesse e le loro infrastrutture in modo da poter gestire questa crescita demografica.
Ragionando su questi temi, è importante pensare a una gestione equa, sostenibile e rigenerativa anche dell’economia, che deve svilupparsi di pari passo con le infrastrutture. Perché, se l’economia va bene, la popolazione cresce ma le strade sono vecchie perché i soldi non vengono investiti nelle infrastrutture, il rischio è il crollo del sistema. Quindi è necessario mantenere un equilibrio equo e rigenerativo molto forte e assicurarsi che, se l’economia è in crescita, il denaro torni alle infrastrutture per sostenerle e viceversa. In modo da creare una sorta di circolo virtuoso di equilibrio tra economia e infrastrutture.
In questo processo, che ruolo ha l’intelligenza artificiale?
Una delle cose di cui le città si stanno rendendo conto è che in realtà dispongono di molti dati. Ci sono dati sui cittadini, sulla città, sulle strade, sui trasporti e sui tanti altri settori. Se si utilizza l’intelligenza artificiale per analizzare questi dati e raccogliere informazioni, si è in grado di fare previsioni e applicare correttivi su una moltitudine di casi. Se si sa, ad esempio, che nel weekend si terrà un evento sportivo in una parte della città, si può prevedere l’aumento del traffico e anche come reindirizzarlo o come supportare il sistema di gestione del traffico in tutta la città per supportare questa potenziale criticità. Si può anche analizzare i modelli di traffico e di crescita della popolazione, per poi determinare come aggiornare le infrastrutture, come espandere le strade per renderle più larghe o come installare, ad esempio, una rete di sicurezza. Se si scopre che l’ambiente è messo a dura prova dall’inquinamento, perché ci sono troppe auto in circolazione, si può stabilire che alcuni giorni dovrebbero essere dedicati al lavoro da casa, all’uso della bicicletta o ad altro. Ci sono quindi numerosi modi in cui le città possono usare i dati per analizzarli, ricavarne intuizioni e intraprendere azioni. E uno dei modi in cui possono farlo è attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale o di quella che mi piace chiamare “intelligenza aumentata”, perché ha così tante informazioni e dati. Si potenzia l’IA con tecniche come l’inferenza e l’analisi e altre tecniche per determinare alcune delle decisioni che possono prendere o implementare per rendere la città più vivibile, più sostenibile e migliore.
L’IA è la tecnologia che avrà maggiore impatto sulle città del futuro o vede altri trend tecnologici che potrebbero emergere?
L’intelligenza artificiale, l’IA generativa e i LLM sono sicuramente le tecnologie più dirompenti attualmente. Ma ci sono altre tecnologie che avranno un ruolo cruciale nelle città del futuro.
Ci sono molte iniziative per l’efficienza energetica e la sostenibilità che dovremmo esaminare per capire come usarle per gestire davvero le nostre emissioni di gas serra o l’impronta di carbonio o per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica. Le città devono mettere questi fattori tra le proprie priorità di gestione , così come altri tipi di tecnologie come le nuove fonti di energia, come l’idrogeno. Ci sono anche altre tecnologie di cui non abbiamo sentito parlare, in particolare nel settore delle biotecnologie, della salute e dell’istruzione, per mettere insieme tutto questo e assicurarci che la vita dei cittadini sia migliore.
Parlando proprio di impatto, quali sono i maggiori benefici che i cittadini potranno avere dal vivere in una vera smart city?
Mi piace pensare che i benefici siano molteplici. Non si tratta solo di sicurezza o di mobilità urbana con trasporti migliori e traffico non congestionato. Parliamo anche di impatti positivi sull’educazione alla salute pubblica, sull’alfabetizzazione digitale, sulle iniziative ambientali e di sostenibilità e sulla trasformazione delle infrastrutture governative. Tutti questi aspetti sono collegati tra loro in termini di benessere dei cittadini, senzatetto, assistenza agli anziani. Tutti questi aspetti sono importanti per assicurarsi che la città sia non solo intelligente ma vivibile in modo intelligente. Il sogno è di avere tutti i cittadini istruiti e con un ottimo lavoro. Significa che stiamo usando queste tecnologie e iniziative per migliorare la vita di tutti i cittadini.
Qual è la visione di Intel sulle Smart City e cosa sta facendo per realizzarla?
Ci sono due sfide che i nostri clienti ci hanno messo davanti. La prima riguarda la necessità di aggiornare le loro vecchie infrastrutture in maniera efficace, anche da un punto di vista di costi, perché sono tutti soggetti a vincoli di budget. La seconda sfida è quella di guidare questa transizione verso nuove infrastrutture con l’intelligenza artificiale, aiutandoli a trasformare i propri processi e i propri use case con l’ausilio dell’IA.
Per rispondere a queste due sfide, Intel sta adottando un approccio su tre fronti. Il primo è che abbiamo prodotti hardware e software che utilizziamo per abilitare il nostro ecosistema, in modo da combinare prestazioni, TCO e basso consumo. Quindi una combinazione di questi vantaggi attraverso il nostro silicio e il nostro software. Il secondo è l’utilizzo di solution blueprints per abilitare il nostro ecosistema per vari casi d’uso: la sicurezza e la protezione, la gestione intelligente dei parcheggi e delle intersezioni. Potrebbero essere, ad esempio, infrastrutture governative, sistemi di trasporto di massa. Molti di questi, infatti, utilizzano l’assistenza agli anziani; quindi, potrebbero essere diversi i casi d’uso per i quali cerchiamo di abilitare il nostro ecosistema e accelerare il loro time to market attraverso l’uso di solution blueprints.
Il terzo approccio che Intel sta adottando, infine, riguarda un ecosistema molto aperto. Per questo, lavoriamo con una serie di partner che sono fornitori di hardware, software, venditori di sistemi, integratori e anche utenti finali e clienti in modo da creare un grande ecosistema. Un vero e proprio pool di partner dell’ecosistema che sono ottimizzati sui nostri prodotti e che possono lavorare insieme per accelerare la diffusione delle soluzioni per le città intelligenti.
Quali sono i maggiori ostacoli per un’adozione di massa dell’IA nelle città?
L’IA si sta evolvendo a un ritmo impressionante e, per questo, credo che la sfida principale sia una: assicurarsi di comprendere pienamente ciò di cui ho bisogno. Non ha senso realizzare infrastrutture di intelligenza artificiale imponenti e costose per applicazioni che richiedono poca intelligenza artificiale. Quindi, si tratta di capire per che cosa sto usando l’IA, quale dovrebbe essere il risultato? Che tipo di IA mi serve? Si tratta di IA leggera, media, o di un imponente sistema di IA? La risposta a queste semplici domande determina il tipo di prodotto o di tecnologie che usiamo. Un ulteriore spunto è, inoltre, capire se si sanno davvero usare strumenti di IA per poter adottare un approccio olistico che ha, come detto, un impatto su una varietà di aspetti come la sicurezza, la sostenibilità e la mobilità urbana, l’alfabetizzazione digitale, le infrastrutture governative, la salute pubblica. Ecco, come avere davvero un approccio olistico con l’intelligenza artificiale.
Crede che i legislatori stiano andando al passo di questo ritmo di sviluppo dell’intelligenza artificiale?
Ritengo di sì. Penso che si debba lavorare fianco a fianco perché le preoccupazioni sulla privacy sono sempre in cima ai pensieri di molte città intelligenti perché in ballo ci sono i dati dei cittadini. Parliamo dei volti dei cittadini, quindi dobbiamo assicurarci di seguire le varie normative come il Gdpr e le altre. Se si parla di ambiente, sostenibilità o efficienza energetica, bisogna assicurarsi di seguire le normative, dal punto di vista dell’inquinamento o del controllo ambientale. Quindi, è bene che ci si confronti con le normative in modo diretto e immediato per i tutti i prodotti, le soluzioni, i progetti e le modalità di implementazione destinate alle città, perché questo rende il tutto più facile quando arriva il momento di adottarli realmente.