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Nel suo ultimo rapporto, Il think tank Freedom House ha affermato che i governi di tutto il mondo usano sempre più i social media per manipolare le elezioni: è il nono anno consecutivo che la libertà globale di Internet è in diminuzione.

di Charlotte Jee

La disinformazione, vale a dire false informazioni diffuse deliberatamente per ingannare la gente, ha contribuito nell’ultimo anno a distorcere le elezioni in 26 dei 30 paesi studiati. La censura totale e le chiusure di Internet persistono, ache se molti governi, afferma il rapporto, trovano più efficace diffondere la propaganda online, grazie anche a piattaforme di social media come Facebook, Twitter, Instagram e YouTube.

Dei 65 paesi studiati, la metà ha registrato un calo complessivo del punteggio di libertà su Internet, mentre solo 16 presentano miglioramenti. Nella maggioranza dei casi si è vista la presenza di programmi avanzati di sorveglianza sui social media, e in 47 paesi le persone sono state arrestate per discorsi politici, sociali o religiosi online.

L’Islanda è stata la nazione che ha protetto meglio la libertà su Internet, non avendo registrato iniziative contro gli utenti per aver espresso il loro pensiero online nell’ultimo anno. Secondo il rapporto, questo paese ha una connettività diffusa tra tutta la popolazione, ottime protezioni dei diritti degli utenti online e restrizioni limitate sui contenuti. Estonia e Canada hanno ottenuto rispettivamente il secondo e il terzo posto. Non sorprende che la Cina sia stata la peggiore.

“Il futuro della libertà di Internet si basa sulla nostra capacità di regolamentare i social media”, ha dichiarato Adrian Shahbaz, il direttore della ricerca di Freedom House. Dal momento che tutte le grandi aziende tecnologiche hanno sede negli Stati Uniti, il rapporto afferma che anche le soluzioni devono venire dagli Stati Uniti.

Tra le altre misure, i legislatori dovrebbero migliorare la trasparenza e il controllo degli annunci politici online, promuovere una solida legislazione sulla privacy dei dati e regolare rigorosamente l’uso degli strumenti di sorveglianza dei social media da parte delle forze dell’ordine.

Il rapporto arriva mentre Facebook si trova di fronte a pressioni, favorite anche dalla decisione opposta di Twitter, per cambiare la sua politica sugli annunci pubblicitari dei politici. Ci sono preoccupazioni nel Regno Unito, per esempio, che Google, Facebook e altre piattaforme tecnologiche verranno utilizzate da malintenzionati per manipolare le imminenti elezioni generali del 12 dicembre. Freedom House lancia un severo avvertimento: se non si agisce, è probabile che la situazione peggiori.

(rp)