La CO2 nell’atmosfera raggiunge un nuovo record di concentrazione

Le Nazioni Unite lanciano l’ennesimo segnale di allarme per richiamare i paesi del mondo a un problema comune.

di Jamie Condliffe

Stando alle Nazioni Unite, le concentrazioni medie globali di CO2 sono incrementate nuovamente, raggiungendo le 403.3 parti per milione nel 2016 contro le 400 ppm registrate nel 2015; il valore registrato nel 2016 è il più alto negli ultimi 800.000 anni. Il confronto è stato presentato dalla World Meteorological Organization delle nazioni Unite all’interno dell’annuale Greenhouse Gas Bulletin.

Il rapporto sostiene che il nuovo record sia il risultato della forza di El Niño e delle attività umane. Sottolinea anche come “il tasso di incremento delle concentrazioni di CO2 nell’atmosfera negli ultimi 70 anni è quasi 100 volte superiore a quello dell’ultima era glaciale”; sempre secondo il rapporto, “cambiamenti tanto bruschi nei livelli atmosferici di CO2 non sono mai stati riscontrati in precedenza”.

In un annuncio rilasciato assieme al bollettino, il segretario generale della World Meteorological Organization, Petteri Taalas ha spiegato gli effetti di questo incremento sul pianeta e sull’umanità:

“Senza apportare rapidi tagli alle emissioni di CO2 ed altri gas serra andremo incontro a pericolosi incrementi di temperatura entro la fine del secolo, ben oltre i limiti definiti sotto l’accordo climatico di Parigi … Le leggi della fisica dicono che andremo incontro a ondizioni ambientali molto più calde ed estreme … Le generazioni future erediteranno un pianeta molto più inospitale”.

Erik Solheim, direttore del programma ambiente delle Nazioni Unite, prosegue con le implicazioni per i regolatori:

“I numeri non mentono. Stiamo ancora emettendo troppo e dobbiamo invertire questa abitudine. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una enorme crescita delle fonti di energia rinnovabile, ma dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per garantire la crescita delle tecnologie a basso impatto ambientale. Abbiamo già molte soluzioni per affrontare questa sfida. Quello che ci serve ora è un volere politico globale e un nuovo senso di urgenza”.

Alcuni paesi stanno già dimostrando un impegno concreto, altri no.

(MO)

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