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Il divario digitale sta danneggiando molti americani proprio nel momento in cui hanno maggior bisogno di connettività, ma il problema principale sembra essere di tipo economico e non di possibilità di accesso.

di Eileen Guo

Prima che il suo appartamento di 18 metri quadrati nel distretto di Tenderloin, a San Francisco, fosse connesso a Internet, Marvis Phillips dipendeva da un laptop di un amico che inviava le sue prolifiche missive via e-mail e con moduli di commento online ai supervisori della città, alle commissioni di pianificazione, ai funzionari della Statehouse e ai rappresentanti del Congresso. 

Phillips ha vissuto per decenni nell’Alexander Residence, un edificio residenziale di 179 unità  a prezzi accessibili nel quale l’accesso a Internet è, in teoria, disponibile, in quanto si trova a pochi isolati dalle sedi di aziende come Twitter, Uber e Zendesk. Ma vivendo con un reddito fisso che proviene principalmente dal sistema di sicurezza sociale, Phillips non poteva permettersi i costi di un abbonamento a banda larga o il dispositivo di cui avrebbe avuto bisogno per connettersi. 

“Avrei voluto essere online da anni”, dice il 65enne, ma “devo occuparmi di cose più importanti come pagare l’affitto e comprare il cibo”. Da quando c’è Internet, si è creato un fossato tra coloro che se lo possono permette e chi no, con svantaggi sempre più alti per le persone che si trovano dalla parte sbagliata del “divario digitale” americano. Questo è uno dei motivi per cui, fin dai primi giorni della sua campagna presidenziale, Joe Biden ha promesso di rendere la banda larga universale una priorità.

Ma la promessa di Biden ha assunto una maggiore urgenza a causa della pandemia. Il covid-19 ha ampliato molte disuguaglianze, incluso il “divario nei compiti a casa” che minaccia di lasciare indietro gli studenti a basso reddito mentre le scuole si trasferiscono online, così come l’accesso all’assistenza sanitaria, ai sussidi di disoccupazione, alle udienze on line in tribunale e, ancor più, al vaccino per il covid-19, che richiedono (o sono facilitati da) connessioni Internet.

Tuttavia, la soluzione del problema, dipenderà da come Biden affronterà la situazione. Sceglierà di rafforzare le infrastrutture o implementerà i programmi sociali per affrontare le lacune in termini di facilità di accesso e adozione?

La divisione nascosta

Per anni, il divario digitale è stato visto come un problema legato in gran parte alle zone rurali e per questa ragione miliardi di dollari sono stati investiti per espandere l’infrastruttura a banda larga e finanziare le aziende di telecomunicazioni per raggiungere aree più remote e meno servite. Questa persistente attenzione al divario rurale-urbano ha lasciato fuori dal giro persone come Marvis Phillips, che lottano con l’accessibilità economica ai servizi Internet, non con la vicinanza. 

All’inizio della pandemia, l’impatto del divario digitale è stato esasperato dal passaggio delle scuole all’insegnamento online. Le immagini di studenti costretti a sedersi nei parcheggi dei ristoranti per accedere al WiFi gratuito in modo da poter seguire le loro lezioni su Internet hanno dimostrato quanto sia ampio il divario digitale in America. 

La  Federal Communications Commission ha intrapreso alcune azioni, chiedendo ai fornitori di servizi Internet di firmare un impegno volontario per mantenere attivi i servizi e non prendere misure per i ritardi nei pagamenti. La FCC non ha rilasciato dati su quante persone hanno beneficiato dell’impegno, ma ha ricevuto centinaia di reclami per il fatto che il programma non funzionava come previsto. 

Cinquecento pagine di queste denunce sono diventate visibili grazie alla richiesta dei registri pubblici da parte di Daily Dot. Tra loro c’era una madre che ha spiegato che la pandemia la stava costringendo a fare una scelta impossibile. “Ho quattro ragazzi che vanno tutti a scuola e hanno bisogno di Internet per svolgere il lavoro scolastico online”, ha scritto. La sua linea è stata disconnessa nonostante la promessa che non sarebbe stata disattivata a causa del mancato pagamento. “Ho pagato 221,00 dollari per attivare i miei servizi. Erano gli ultimi risparmi che avevo e ora non ho soldi per comprare generi alimentari”.

“Non si tratta solo del numero di persone che non  hanno più Internet perché non possono permettersela”, afferma Dana Floberg, responsabile delle politiche dell’organizzazione di difesa dei consumatori Free Press. “Crediamo che un numero molto maggiore di persone sia in difficoltà, ma stia togliendosi altro per mantenere il collegamento online”.

Secondo Ann Veigle, un portavoce della FCC, tali reclami vengono trasmessi ai fornitori, che sono “tenuti a rispondere per iscritto alla FCC e al consumatore entro 30 giorni”. Non ha risposto però alle domande se i fornitori di servizi abbiano condiviso rapporti o risultati con la FCC e quanti abbonati a Internet a basso reddito abbiano beneficiato del programma. 

La mancanza di dati fa parte di un problema più ampio con l’approccio della FCC, dice Floberg, dal momento che l’ex presidente Ajit Pai ha ricategorizzato Internet da un servizio pubblico, come l’elettricità, a un “servizio di informazione” meno regolamentato. A parere della Floberg, il ripristino dell’autorità di regolamentazione della FCC è “il fulcro” verso “un accesso equo e universale” a Internet a banda larga, aumentando la concorrenza, con conseguente miglioramento del servizio e prezzi più bassi.

C’è un errore di fondo

Marvis Phillips ha impiegato tre mesi di connessione Internet gratuita, due mesi di formazione individuale e due iPad ricevuti in dono durante la pandemia per collegarsi a Zoom. E, a causa dell’obbligo di rimanere a casa per prevenire la diffusione del virus, Phillips afferma che Internet è diventata la sua “ancora di salvezza”.

“La solitudine e l’isolamento sociale sono un problema di giustizia sociale e povertà”, afferma Cathy Michalec, direttrice esecutiva di Little Brothers-Friends of the Elderly, l’organizzazione non profit che ha aiutato Phillips a connettersi come parte della sua missione di servire gli anziani a basso reddito. Come per altre risposte alla situazione di isolamento – il biglietto dell’autobus per visitare un parco, i biglietti per un museo – anche le connessioni Internet richiedono risorse finanziarie che molti anziani non hanno.

Ci sono tante persone come Phillips a San Francisco: secondo i dati dell’ufficio del sindaco, 100mila residenti, tra cui molti adulti over 60, non hanno ancora internet a casa. Nel frattempo, i dati del Pew Research Trust mostrano che, nel 2019, solo il 59 per cento degli anziani di tutto il paese ha la banda larga domestica, una cifra che diminuisce tra quelli con redditi e livelli di istruzione inferiori e la cui lingua principale non è l’inglese. L’US Census Bureau, nel frattempo, mostra che 1 famiglia su 3 con a capo una persona di 65 anni o più non ha un computer.

I prezzi per i piani a banda larga negli Stati Uniti sono in media di 68 dollari al mese, secondo un rapporto del 2020 della New America Foundation, rispetto ai 10-15 dollari che alcuni hanno suggerito sarebbero effettivamente accettabili per le famiglie a basso reddito e ai 9,95 al mese che Phillips attualmente paga tramite un programma sovvenzionato. 

È la prova di come la politica sulla banda larga abbia perseguito l’obiettivo sbagliato, afferma Gigi Sohn, del Georgetown Law Institute for Technology Law & Policy ed ex consigliere del presidente della Democratic FCC Tom Wheeler. Piuttosto che concentrarsi sul fatto che le persone siano servite da un’infrastruttura a banda larga, sostiene che la FCC dovrebbe misurare l’accesso a Internet con una domanda più semplice: “Quante persone possono collegarsi dalle loro case?”. 

Se si parte da questa domanda, il divario digitale rurale-urbano inizia ad apparire sotto un’altra luce.  Secondo una ricerca di John Horrigan, un senior fellow del Technology Policy Institute, nel 2019 c’erano 20,4 milioni di famiglie americane che non avevano la banda larga, ma la stragrande maggioranza vivevano in zone urbane: 5,1 milioni si trovavano in aree rurali e 15,3 milioni in quelle cittadine. 

Ciò non vuol dire che le esigenze di Internet dei residenti rurali non siano importanti, aggiunge Sohn, ma sottolinea che concentrarsi solo sulle infrastrutture risolve solo una parte del problema. All’orizzonte si intravedono politiche per la banda larga che colmano le lacune di accessibilità economica. A dicembre, il Congresso ha approvato un secondo pacchetto di stimolo al coronavirus tanto atteso che includeva 7 miliardi di dollari per l’espansione di emergenza della banda larga, con quasi la metà – circa 3,2 miliardi di dollari – accantonata per sussidi Internet da 50 dollari al mese per le famiglie a basso reddito.

Questa cifra è molto più alta del sussidio mensile di 9,25 dollari fornito dal programma Lifeline della FCC. Sohn dice che l’aumento è significativo e potrebbe diventare permanente. “Una volta che le persone l’hanno ottenuto, diventa più difficile toglierlo”, egli dice. Nel frattempo, i cambiamenti al Senato e alla Casa Bianca significano che c’è una seconda possibilità per un disegno di legge bloccato lo scorso anno. 

The Accessible, Affordable Internet for All Act, sostenuto da James Clyburn, uno stretto alleato del presidente Biden, ha proposto finanziamenti per la diffusione della banda larga nelle aree svantaggiate, 50 dollari in sussidi su Internet e finanziamenti alle organizzazioni comunitarie e alle scuole per incoraggiarne l’adozione. È stato fermatoto in Senato, ma è probabile che venga riproposto sotto la guida democratica.

“Le informazioni non arrivano”

Questo lento progresso sta avvenendo proprio mentre la necessità di Internet da casa è diventata più acuta che mai, con le iscrizioni alle vaccinazioni per il covid-19 ospitate su siti Web di difficile lettura o addirittura disfunzionali e gli appuntamenti disponibili consultabili sui social media. Anche per coloro che hanno la banda larga, il processo è stato così confuso che, in molte famiglie, i nipoti più esperti di digitale si registrano per conto dei loro nonni. 

“Mi sono arrivate 10 telefonate nelle ultime due settimane da persone molto anziane”, dice Michalec, con domande del tipo: quando avremo il vaccino? Ho sentito che ci si deve registrare su un sito web, ma non ho un cellulare o un computer. Cosa dovrei fare?”. Mentre si sforza di trovare risposte, Michalec è frustrata dalla mancanza di una comunicazione chiara su quali soluzioni esistenti sono già disponibili. Né lei né i suoi anziani erano a conoscenza dei programmi di sovvenzione della FCC, ella spiega, anche se avrebbero soddisfatto i criteri di ammissibilità. 

Non era neanche a conoscenza dei benefici legati al più recente pacchetto di stimoli sul coronavirus, nonostante avesse seguito da vicino la notizia. “Le informazioni non arrivano” , dice Michalec, che sta cercando supporto da alcune delle grandi aziende tecnologiche ora nel quartiere, così come dalla grande area della Baia. Ha scritto personalmente a Tim Cook di Apple, così come ai rappresentanti di Google, ma finora non ha avuto fortuna. 

Marvis Phillips, nel frattempo, continua la sua difesa della comunità dal suo iPad. In questi giorni, circolano le sue e-mail sulle contraddizioni delle ordinanze sanitarie per il covid-19. “Ho appena inviato un’e-mail in cui si critica il fatto di dover uscire per fare il test e vaccinarsi”, dice. “Come si possono evitare i contatti se si deve uscire per fare cose così importanti?”.

Cerca di tenersi aggiornato sui continui cambiamenti di notizie e regole sulla disponibilità di vaccini, quindi trasmette tali informazioni ad altri nella comunità che non sono connessi digitalmente. Vorrebbe, infine, che gli operatori sanitari andassero di porta in porta a somministrare i vaccini, in modo che le popolazioni vulnerabili dal punto di vista medico – come quasi tutti nel suo edificio – possano davvero rimanere protette a casa. 

foto: Ms Tech / Unsplash