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Con il lancio di Uber Freight negli Stati Uniti, il gigante dei trasporti privati prende di mira l’imponente industria degli autotrasporti.

di Michael Reilly

Non trascorre un giorno senza che Uber faccia parlare di sé. L’ultima novità era stata anticipata da diverse persone a seguito dell’acquisto della sviluppatrice di camion a guida autonoma Otto: nasce Uber Freight, un sevizio che, secondo Business Insider, mira a connettere società di trasporti navali e sulla terraferma allo stesso modo in cui l’app originale di Uber connette guidatori e passeggeri.

Il CEO di Uber, Travis Kalanick, aveva espresso da tempo l’interesse della società per il settore degli autotrasporti. L’idea ha senso – in questa vera e propria industria, solitamente, un intermediario assiste i clienti nella ricerca di un camion per il trasporto del suo carico. Uber è cresciuta sfruttando un modello pressoché identico, agendo da intermediario fra le persone interessate a effettuare uno spostamento e conducenti disposti a trasportarli fino a destinazione (anche se, è il caso precisare, la società è stata spesso criticata per le sue pratiche discutibili e le sue creative strategie di marketing).

Nonostante tutto, Uber sembra avanzare freneticamente – Otto ha appena ultimato la sua prima consegna con un camion a guida autonoma, ed è pur sempre una società molto ristretta. Il settore degli autotrasporti negli Stati Uniti, d’altro canto, è enorme: nel 2014, 11 milioni di camion di grandi dimensioni hanno percorso in totale 279 miliardi di miglia.

In previsione del tempo che trascorrerà necessariamente a sviluppare camion a guida autonoma da far circolare liberamente per le strade del paese, è probabile che Uber Freight, il cui lancio è previsto per il 2017, comincerà le proprie operazioni con normali camion guidati da conducenti umani. La società si dice lieta di introdurre gradualmente i mezzi della Otto man mano che saranno pronti. Fino ad allora, la sua funzione primaria sarà quella di “marketplace” per una industria che considera retrograda ed inefficiente.

In altre parole, come per il normale tariffario Uber, potremmo presto assistere al fenomeno del surge pricing che determina le variazioni di prezzo in base all’aumento o alla diminuzione della domanda.

(MO)