TILab di Telecom Italia: mezzo secolo d’innovazione nelle telecomunicazioni

Si celebra oggi, con un convegno nella sede di Torino, a cui partecipano esponenti aziendali, ricercatori, intellettuali, operatori dell’informazione, il cinquantesimo anniversario (1964-2014) di CSELT/TILab.

Si celebra oggi a Torino il cinquantesimo anniversario (1964-2014) della costituzione dello CSELT, il Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni dell’allora Gruppo STET, che dopo essere confluito in Telecom Italia ha assunto la denominazione di TILab, la cui attività si concentra oggi su innovazione, controllo e ingegneria dell’intera rete fissa e mobile di Telecom Italia.

Attualmente TILab vanta più di 12mila mq di laboratori, tra Torino, Roma, Trento e Napoli, Milano, e più di 3.000 brevetti depositati, grazie a cui Telecom Italia è la quinta Telco World Wide e la prima in Europa per numero di brevetti sul mobile.

Dal 1998 al 2001 prima CSELT e poi TILab hanno intrattenuto una stretta e proficua collaborazione editoriale con il MIT e con l’edizione italiana di Technology Review. Da questa collaborazione sono scaturite in quegli anni alcune rilevanti iniziative, tra cui si possono ricordare, perché di interesse ancora informativo e formativo, il convegno intitolato Le metamorfosi della comunicazione, pubblicato nel fascicolo di settembre/ottobre 1998, e il convegno intitolato Oltre Internet, pubblicato nel fascicolo di gennaio/febbraio 2000.

Inoltre, tra i tanti contributi redazionali relativi alle attività CSELT/TILab, resta di particolare interesse un articolo nel fascicolo di luglio/agosto 2000 di MIT Technology Review Italia, in cui Leonardo Chiariglione, allora responsabile Tecnologie e Servizi multimediali di CSELT, ricordava il suo lavoro pionieristico per la creazione nei primi anni Novanta dello standard MPEG-1, che ha consentito la memorizzazione di video e audio digitali compressi su compact disk, cioè la tecnologia da cui è nato MP3, usato da milioni di appassionati di musica per comprimere i file musicali e farli circolare su Internet.

Con riferimento ai rischi di pirateria musicale e alle tecnologie di protezione che si stavano mettendo a punto, scriveva l’ing. Chiariglione che «quando il contenuto non può più essere indiscriminatamente copiato, esso recupera il suo valore perduto. E invece di essere causa della sua perdita di valore, Internet diventa il luogo dove il contenuto è valorizzato, in quanto ognuno può mettere in mostra le proprie opere in una forma protetta e riceverne un compenso».

Come dire, in una più ampia accezione, del tutto valida ancora oggi, che anche in Rete il rispetto di sé stessi deve coniugarsi, tecnologicamente e culturalmente, con il rispetto degli altri.

(GJ)

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