Ricercatori australiani identificano tra le cause principali agricoltura intensiva, inquinamento, cambiamenti climatici.
di MIT Technology Review Italy
Il Dr Francisco Sanchez-Bayo, della University of Sydney, Australia pubblica su Biological Conservation una revisione condotta su 73 studi che analizzano il declino degli insetti sul pianeta.
Del 40 % a rischio, le specie più a rischio sono farfalle, falene, libellule, api, formiche e scarabei stercorari.
L’analisi, condotta in collaborazione con Kris Wyckhuys, della China Academy of Agricultural Sciences, Beijing, conclude che il collasso delle specie di insetti sarebbe provocato dalla perdita degli habitat naturali e dalla dispersione di sostanze chimiche inquinanti dovute all’agricoltura intensiva, dall’invasione di specie invasive, inquinamento e cambiamenti climatici.
Gli insetti rappresentano due terzi delle specie viventi sul pianeta e sono responsabili della conduzione di compiti fondamentali per la sussistenza degli ecosistemi, come impollinazione, controllo dei parassiti e gestione dei rifiuti. Sono anche una fonte di cibo per innumerevoli specie ed alla base della catena alimentare. La loro estinzione non può che condurre ad un declino progressivo delle specie che da loro dipendono e di cui noi stessi ci alimentiamo.
La graduale estinzione degli insetti conferma anni di studi secondo cui ci troveremmo in pieno corso della sesta estinzione di massa della storia del pianeta, la più veloce dai tempi dell’estinzione dei dinosauri.
Il Dr Francisco Sanchez-Bayo definisce lo studio realistico, non allarmista. Per rallentare o scongiurare la minaccia, gli esseri umani dovrebbero prontamente modificare le attuali pratiche agricole, riducendo soprattutto l’utilizzo di pesticidi in favore di soluzioni sostenibili ed ecologiche.
(lo)