Nuove scoperte promettono la possibilità di riconoscere la demenza da una singola molecola

Le proteine tau si aggregano tra loro in precise forme diverse.

di MIT Technology Review Italia

Una nuova rete internazionale di ricercatori, finanziata dalla Chan Zuckerberg Initiative, si è dedicata ad approfondire le ultime scoperte sulle proteine tau, per sviluppare nuove forme terapeutiche contor la demenza.
Un recente studio del UT Southwestern ha, infatti, identificato una possibile genesi strutturale dell’Alzheimer, descrivendo come una proteina tau sana cambi forma, acquisendo così la capacità di aggregarsi ad altre proteine e divenire nociva alle cellule cerebrali.

Il più recente studio, pubblicato su eLife, dimostra come la forma assunta da ciascuna molecola tau sia direttamente correlata al tipo di agglomerato che andrà a formare e diffondere in giro per il cervello. Queste forme contengono informazioni che potrebbero essere interpretate per diagnosticare ed eventualmente curare i disturbi neurodegenerativi nelle loro fasi iniziali.
La ricerca è stata condotta su proteine tau estratte da cellule in vitro e da cervelli umani, isolando le singole molecole e individuando come riconoscere il tipo di aggregato patologico che avrebbero prodotto. Tra le scoperte, infatti, il fatto che una singola molecola tau può presentare molteplici strutture ben definite.

Secondo il Dr. Marc Diamond, direttore del UT Southwestern’s Center for Alzheimer’s and Neurodegenerative Diseases, si tratta ora di imparare a tradurre tali informazioni in semplici test diagnostici che possano permettere un intervento tempestivo e precoce all’insorgere della malattia.

La squadra del dr. Diamond sta cercando di creare test che possano essere condotti su campioni di sangue o fluido spinale die pazienti ed identificare forme anomale di tau prima della manifestazione dei sintomi classici. Il laboratorio sta anche cercando di sviluppare trattamenti capaci di rendere più stabili le molecole mutaforma o promuoverne l’eliminazione dal cervello.

In caso di successo, la ricerca potrebbe produrre la prima forma di medicina personalizzata dedicata all’Alzheimer, calibrata sulla precisa forma di neurodegenerazione in corso.

Immagine: Proteine Tau e neuroni, Wikimedia Commons

(lo)

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