Murales mangia-smog

Città di tutto il mondo sperimentano una vernice capace di purificare l’aria.

di MIT Technology Review Italia

Il 2020 è stato l’anno che ci ha chiusi in casa, nelle nostre città e nazioni. È stato anche l’anno in cui abbiamo toccato con mano l’impatto dei nostri movimenti sull’ambiente, con il crollo delle emissioni in Europa ed è stato l’anno in cui l’Europa ha pubblicato il rapporto che attribuisce 1 decesso su 8 all’inquinamento atmosferico.

Il 2020 è stato anche l’anno dei murales mangia-smog, dipinti in città di tutto il mondo con una vernice fotosensibile, chiamata Airlite, capace di attivarsi con la luce e scomporre gli agenti inquinanti in molecole di sale. 

L’idea nasce dagli studi avviati da massimo Bernardoni nel 2000, co-fondatore e direttore della Airlite, società avviata a Londra assieme a Antonio Cianci e Arun Jayadev. Airlite si presenta come una polvere inorganica che imita il meccanismo di fotosintesi delle piante per eliminare batteri, ridurre la presenza di elementi inquinanticome ossidi di azoto e zolfo, ammoniaca e monossido di carbonio, oltre a favorire una riduzione della temperatura superficiale.

Con la promessa che pareti di 100mq possano ridurre l’inquinamento atmosferico alla pari di un bosco di 100mq, il primo murales mangia smog di Roma viene inaugurato nel 2018, nel quartiere Ostense, con il titolo “Hunting Pollution”. Si trattava del murales ecologico più grande d’Europa, ideato e sostenuto dall’associazione no profit Yourban2030 e realizzato dall’artista Iena Cruz. 

Hunting Pollution è stato seguito da un albero di 35 metri dipinto a Città del Messico dal collettivo Boa Mistura, e dall’opera ‘Anthropoceano’, realizzata davanti a Milano, nei pressi dellla stazione di Lambrate dalla onlus Worldrise allo scopo di neutralizzare l’inquinamento di circa 60.000 veicoli all’anno.

Il 2020 ha visto la nascita del progetto Converse City Forests, volto a promuovere la stesura di magnifici murales mangia smog in 13 città di tutto il mondo, da Bangkok a Varsavia, da Manila a Sydney. L’intenzione è portare il potere purificante di un bosco laddove non crescono alberi, in una collaborazione tra tecnologia ed arte. 

E il 2020 dei murales si è concluso tornando a Roma, con una nuova opera di 250 metri quadrati inaugurata il 19 novembre nel rispetto delle norme anti-covid e promossa ancora una volta dal progetto Yourban203. L’opera è dedicata a La Karl Du Pigné, personaggio icona del movimento lgbt+, e vuole celebrare la lotta per il riconoscimento dei diritti della comunità lgbt+.

immagine: Anthropoceano, murale by Federico Massa a.k.a. iena cruz

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