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OpenAI sembrava un’azienda che offriva soluzioni senza fare affidamento su finanziamenti privati o governativi. Ora la situazione appare assai diversa.

di Karen Hao

Il 22 settembre, Microsoft ha annunciato che avrebbe avuto in licenza esclusiva GPT-3, il modello di linguaggio più avanzato al mondo, costruito da OpenAI, un’azienda con sede a San Francisco. Il modello agisce come un sistema di completamento automaticoche può generare testi a partire da una frase iniziale, comporre canzoni con un’introduzione musicale o anche layout di pagine web con poche righe di codice HTML. Microsoft afferma che inizierà a utilizzare queste funzionalità nei suoi prodotti e servizi, sebbene non abbia specificato i dettagli.

Le aziende affermano che OpenAI continuerà a offrire la sua API pubblica, che consente agli utenti scelti di inviare testo a GPT-3 o ad altri modelli di OpenAI e riceverne l’output. Solo Microsoft, tuttavia, avrà accesso al codice sottostante di GPT-3, consentendogli di incorporare, riutilizzare e modificare il modello come preferisce.

OpenAI è stata originariamente fondata come organizzazione non profit e ha raccolto il suo miliardo di dollari iniziale con la premessa che avrebbe perseguito l’AI a beneficio dell’umanità. Ha affermato che si sarebbe mossa indipendentemente dagli incentivi finanziari a scopo di lucro e quindi da una posizione unica per guidare la tecnologia tenendo a mente gli interessi della società intera.

Ma all’inizio del 2019, ha suscitato polemiche la sua scelta di non rilasciare il predecessore di GPT-3, GPT-2, e poco dopo l’iniziativa di creare una divisione a scopo di lucro. All’epoca, molti ipotizzavano che alla base del motivo dell’organizzazione di rifiutare di rendere pubblico GPT-2 ci fosse l’idea di concedere in licenza il modello in futuro. Nel luglio del 2019, OpenAI ha accettato il suo secondo investimento da un miliardo di dollari da Microsoft (diviso tra contanti e crediti per Azure, la piattaforma di cloud computing di Microsoft).

Nei mesi successivi all’investimento di Microsoft, nelle comunicazioni interne il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha iniziato a sottolineare la necessità di commercializzare le tecnologie aziendali per continuare a supportarne il lavoro. Le ultime notizie ora consolidano la trasformazione di OpenAI. GPT-3 probabilmente non sarà l’unico modello che concederà in licenza esclusiva a Microsoft: è solo il primo.

Negli ultimi anni, c’è stata una crescente preoccupazione sul modo in cui l’AI concentra il potere. Le tecniche di intelligenza artificiale più avanzate richiedono un’enorme quantità di risorse computazionali, che si possono permettere solo le aziende più ricche. Ciò conferisce ai giganti della tecnologia un’influenza enorme non solo nel plasmare il campo della ricerca, ma anche nella costruzione e nel controllo degli algoritmi che danno forma alle nostre vite.

Alcuni esperti hanno proposto di livellare il campo di gioco aumentando i finanziamenti governativi ai laboratori accademici per la ricerca sull’AI. Ciò richiede, tuttavia, una lungimiranza e un livello di coordinamento che il governo degli Stati Uniti in particolare ha faticato a manifestare. 

Foto: Negozio di Microsoft a New York. Cindy Ord / Getty Images