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Una nuova ricerca indica che il cambiamento introdotto da WhatsApp sta funzionando; l’azienda ha limitato la frequenza con cui i messaggi possono essere inoltrati a soli cinque gruppi anziché a 256, nel tentativo di rallentare la diffusione della propaganda.

di Angela Chen

Quando si tratta di disinformazione, Facebook e Twitter ricevono la maggior parte dell’attenzione. Ma WhatsApp ha influenzato le elezioni in Brasile e India, e un recente rapporto della NYU l’ha descritta come una delle piattaforme a più alto rischio.

Misurare la disinformazione su WhatsApp può essere complicato. A differenza di Facebook e Twitter, WhatsApp è uno strumento di chat crittografato privato, il che significa che molti contenuti sono inaccessibili. Può essere difficile capire se i nuovi cambiamenti, come il limite di inoltro, funzionino davvero.

“Vengo dall’India e durante le recenti elezioni, la gente diceva che questo limite non stava aiutando molto”, afferma Kiran Garimella, ricercatore del MIT e coautore della prestampa.

Ovviamente, Garimella e i suoi colleghi non potevano accedere alle chat private. Ma ci sono enormi gruppi pubblici a cui le persone possono unirsi e i candidati politici usano sempre più questi gruppi per contattare gli elettori. Quindi i ricercatori hanno aderito a migliaia di questi gruppi pubblici in Brasile, India e Indonesia.

Scavando i dati e analizzando quasi sei milioni di messaggi pubblici in tre paesi, sono stati in grado di ricostruire una rete ed eseguire simulazioni per testare come i diversi limiti di inoltro hanno influenzato la velocità con cui le informazioni con diversi livelli di viralità potrebbero diffondersi.

I risultati di questa ricerca hanno mostrato che la modifica del limite di inoltro a cinque ha rallentato la diffusione delle informazioni di circa un ordine di grandezza. Con il nuovo limite, spiega Garimella, l’80 per cento dei messaggi ha esaurito il suo ciclo di vita entro due giorni, ma il 20 per cento era ancora virale e ha raggiunto l’intera rete durante questo periodo.

Lo studio non è perfetto perché, ancora una volta, utilizza solo dati pubblici, ma fa capire cosa possono fare correzioni apparentemente piccole.

I ricercatori sostengono che WhatsApp potrebbe essere più efficace adottando una specie di “quarantena” e limitando direttamente l’inoltro di messaggi specifici o provenienti da particolari persone.

“Chi regola la circolazione dei messaggi sa se un’informazione è virale”, afferma Garimella, e può verificare se l’informazione è vera. “Sa chi lo ha avviato e lo ha condiviso, quindi è in grado di porre un limite a utenti che dicono il falso o diffondono informazioni non valide”.

Secondo un portavoce di WhatsApp, il limite di inoltro ha ridotto del 25 per cento il numero totale di messaggi circolanti. L’azienda ha creato nuove etichette per dire agli utenti quando ricevono un messaggio a catena e ha lanciato un servizio di verifica dei fatti in India.

(rp)