Skip to main content

Approvare leggi incisive sul clima sarà estremamente difficile se i democratici non avranno il controllo del Senato, anche se esistono delle vie alternative per conseguire dei risultati positivi.

di James Temple

Anche se i conteggi non sono terminati e le sfide legali potrebbero trascinarsi per settimane, la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali statunitensi sembra sempre più probabile. Se finirà in questo modo, sarà anche un passo importante per una politica differente sulla questione climatica. Ma la sua capacità di far passare qualsiasi legge radicale sarà seriamente limitata se, come sembra probabile, i repubblicani manterranno il controllo del Senato.

Questo risultato è lontano dal ripudio schiacciante della politica ambientale del presidente Trump, che gli attivisti per il clima avevano ferventemente sperato. Il cambiamento climatico sembrava essere una questione motivante in alcune regioni ed etnie e una preoccupazione per una buona fascia di elettori. Ma i sondaggi hanno rilevato che l’economia, l’assistenza sanitaria e l’epidemia di coronavirus erano questioni molto più importanti per gli elettori del cambiamento climatico, sul quale rimangono divisi su schieramenti di parte.

“La possibilità per Biden di fare grandi interventi sul clima mi sembra piuttosto limitata”, dice David Keith, professore di politiche pubbliche presso la Harvard Kennedy School. “La realtà è che ci saranno molte altre priorità per una prima amministrazione Biden che si basa peraltro su un mandato piuttosto debole”. 

Repubblicani e Democratici avevano ciascuno 48 seggi al Senato a partire da venerdì pomeriggio, ma la vittoria della senatrice Susan Collins nel Maine ha fatto pendere la bilancia a favore dei repubblicani. Per dividere equamente il Senato, i contendenti democratici ora devono vincere due sfidee controverse nello stato altalenante della Georgia, che potrebbero finire entrambe al ballottaggio a gennaio (Una divisione 50-50 del Senato darebbe un vantaggio ai Democratici se Biden vincesse, poiché il suo vice presidente, Kamala Harris, sarebbe chiamato a decidere sui voti in parità).

Molti osservatori non hanno mai creduto che Biden avesse grandi probabilità di far passare in toto la sua proposta di destinare quasi 2 trilioni di dollari di fondi federali alle politiche per il clima, un ambizioso pacchetto chiaramente ispirato al Green New Deal. Ma senza il controllo democratico del Senato, sarà difficile approvare qualsiasi legge importante sul clima. E il tipo di passi coraggiosi necessari per portare la nazione sulla buona strada per eliminare le emissioni dal settore energetico entro il 2035 e raggiungere zero emissioni nette in tutta l’economia entro il 2050, gli obiettivi centrali delle proposte di Biden, potrebbero essere fuori portata.

Un’amministrazione Biden potrebbe comunque fare qualcosa di significativo sul cambiamento climatico. Gran parte di ciò, tuttavia, dovrebbe avvenire attraverso azioni esecutive e all’interno di agenzie federali, come è già successo con Barack Obama. Queste mosse avrebbero difficoltà a sopravvivere a sfide legali sotto una Corte Suprema che è appena diventata più conservatrice, con Amy Coney Barrett che sostituisce la defunta Ruth Bader Ginsburg.

Biden si è impegnato a firmare una serie di ordini esecutivi il suo primo giorno in carica, comprese misure che imporrebbero limiti di inquinamento da metano sulle operazioni di petrolio e gas, la promozione di standard più elevati di risparmio di carburante dei veicoli ai sensi del Clean Air Act e la spesa di centinaia di miliardi di dollari del governo federale in veicoli a emissioni zero e risorse energetiche pulite.

Potrebbe anche lavorare per annullare le precedenti politiche climatiche e ambientali di Trump chiedendo ai tribunali di sospendere i contenziosi e sostituire le regole dell’amministrazione, come Jody Freedman, professore di diritto di Harvard e consigliere sulle questioni climatiche in Obama White House, ha spiegato in un thread di Twitter.

Il ripristino di regolamenti come il Clean Air Act, il Clean Power Plan e la capacità di stati come la California di stabilire i propri standard sulle emissioni dei veicoli potrebbe impedire il rilascio di miliardi di tonnellate di gas serra, secondo stime precedenti dell’impatto delle politiche di Trump. Le azioni esecutive non sono necessariamente “lo strumento politico per eccellenza, come abbiamo appreso sotto l’amministrazione Trump”, afferma Kelly Sims Gallagher, professore di politica energetica e ambientale presso la Fletcher School della Tufts University,”ma di sicuro funzionano”.

Un’amministrazione Biden potrebbe anche rimuovere rapidamente i negazionisti climatici, i lobbisti dei combustibili fossili e i dirigenti petroliferi che Trump ha posto in posizioni di potere in tutte le agenzie federali. Altra mossa è ridare peso agli studi scientifici e affidarsi a scienziati ed esperti per prendere decisioni critiche sul cambiamento climatico (e altre questioni cruciali come la pandemia covid-19).

Ma, dicono gli osservatori, potrebbero ancora esserci opportunità per compiere progressi più duraturi sul clima approvando nuove leggi. In particolare, c’è un ampio sostegno per un pacchetto di stimoli economici in mezzo alla recessione causata dalla pandemia. Tale disegno di legge potrebbe includere finanziamenti significativi per la ricerca e lo sviluppo per settori come l’energia nucleare di prossima generazione e le tecnologie di cattura, rimozione e stoccaggio del carbonio, afferma Josh Freed, che guida il programma sul clima e l’energia presso Third Way, un think tank di centro-sinistra di Washington DC. 

Potrebbe anche includere programmi di formazione professionale per le energie rinnovabili e altri settori dell’energia pulita. L’amministrazione Obama ha utilizzato gli stimoli economici sulla scia della recessione del 2008-09 per indirizzare circa 90 miliardi di dollari di investimenti federali verso le indistrie verdi.

C’è anche un interesse bipartisan per una legge sulle infrastrutture, che potrebbe prevedere investimenti in linee di trasmissione di elettricità, parchi eolici offshore, protezioni del litorale e altre misure di adattamento climatico. Ma Freed afferma che la quantità di spesa in misure legate al clima dipenderà dal livello di cooperazione di Mitch McConnell, il senatore repubblicano del Kentucky rieletto martedì e che probabilmente rimarrà il leader della maggioranza. C’è anche la pressione per mettere in atto almeno un primo round di stimoli prima della fine dell’anno, sotto Trump, che difficilmente includerà finanziamenti significativi per il clima.

Infine, sul fronte internazionale, Biden si è impegnato a rientrare nell’accordo di Parigi sul clima, da cui gli Stati Uniti sono ufficialmente usciti pochi giorni fa. Ritornare nell’ovile internazionale non creerebbe di per sé alcuna novità sulle politica climatiche interne, ma richiederebbe agli Stati Uniti di presentare una nuova serie di impegni per ridurre le emissioni prima della prossima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici nel 2021, nonché un piano per ridurre l’inquinamento ambientale entro la metà del secolo, afferma Gallagher.

Altrettanto importante, il ritorno degli Stati Uniti all’accordo di Parigi rafforzerebbe l’alleanza globale sulle questioni climatiche e aumenterebbe la pressione sulle altre nazioni per mantenere o intensificare i loro impegni. Ma dopo la politica dell’”America First” di Trump, in cui sono state ribaltate le alleanze commerciali e militari, potrebbe volerci del tempo per ripristinare parte della credibilità della nazione. “E’ possibile che gli Stati Uniti debbano svolgere un ruolo più limitato rispetto al passato fino a quando non avranno accumulato una fiducia sufficiente”, conclude Gallagher.

Foto: Joe Biden durante un comizio a Wilmington, nel Delaware.AP / Carolyn Kaster