L’atroce destino dell’Ucraina: invasa e vittima di fake news

Considerando la precedente campagna di notizie false portata avanti dalla Russia nel conflitto in Crimea, l’informazione sulla guerra in Ucraina andrebbe condivisa solo se proveniente da siti affidabili

di Abby Holheiser

La frenetica copertura online dell’invasione russa dell’Ucraina ha seguito uno schema che è diventato familiare in altre recenti crisi che si sono verificate in tutto il mondo. Foto, video e altre informazioni vengono pubblicate e ricondivise tra piattaforme molto più velocemente di quanto possano essere verificate. Il risultato è che le falsità vengono scambiate per verità e amplificate, anche da utenti ben intenzionati. Questo può aiutare chi fa sistematicamente manipolazione informativa online a terrorizzare civili innocenti o portare avanti ideologie inquietanti.

La disinformazione è stata una parte importante ed esplicita della campagna del governo russo per giustificare l’invasione. La Russia ha affermato falsamente che le forze ucraine nel Donbas, una città nella parte sud-orientale del paese che ospita un gran numero di separatisti filo-russi, stavano pianificando attacchi violenti ed effettuando bombardamenti, con l’intenzione di commettere un genocidio. I video falsi di quegli attacchi inesistenti sono diventati parte di una campagna di propaganda interna. 

Nel frattempo, anche le persone che non fanno parte di tali campagne governative possono condividere intenzionalmente informazioni fuorvianti o false sull’invasione per promuovere narrazioni ideologiche o semplicemente per raccogliere clic, con poca attenzione per il danno che stanno causando. In altri casi, gli errori in buona fede commessi in mezzo alla nebbia della guerra decollano e diventano virali. La disinformazione sull’invasione russa è già ampiamente diffusa su una serie di piattaforme popolari.

Su Tik Tok, un video del 2016 di un’esercitazione di addestramento è stato riproposto per creare la falsa impressione che i soldati russi si stessero paracadutando in Ucraina: è stato visto milioni di volte. 

Una traduzione errata di una dichiarazione che è circolata ampiamente su Twitter ed è stata condivisa dai giornalisti, affermava falsamente che i combattimenti vicino a Chernobyl avevano fatto irruzione in un sito di scorie nucleari (la dichiarazione originale in realtà avvertiva della possibilità che i combattimenti avrebbero potuto coinvolgere il sito di scorie nucleari).

La propaganda in mala fede e la disinformazione vengono spesso amplificate inavvertitamente quando le persone interagiscono con post virali riguardanti eventi di grande impatto. In questo articolo avanziamo alcuni consigli per evitare di fare da megafono ai malintenzionati. Abbiamo già pubblicato delle linee guida simili per le proteste di Black Lives Matter nel 2020 e per le elezioni americane dello stesso anno

L’attenzione conta…

Innanzitutto, serve essere consapevoli che qualsiasi azione online fa la differenza. “Le persone spesso pensano che poiché non sono influencer, non sono politici, non sono giornalisti, quello che fanno online non ha importanza”, ha detto nel 2020 Whitney Phillips, professore di comunicazione e studi retorici alla Syracuse University. Ma non è così. La condivisione di informazioni dubbie anche con una ristretta cerchia di amici e familiari può portare a una loro più ampia diffusione.

… e così anche i tweet e i messaggi con reazioni arrabbiate

Di fronte all’attualità stringente, un normale utente può citare, twittare, condividere o scambiare messaggi con un post sui social media per contestarlo e condannarlo. Twitter e Facebook hanno introdotto nuove regole, tattiche di moderazione e disposizioni di verifica dei fatti per cercare di combattere la disinformazione. Ma interagire con questi contenuti ne amplifica la portata, perché segnala alla piattaforma che lo si trova interessante. Invece di interagire con un post che si presume sbagliato, è meglio provare a segnalarlo per la revisione alla piattaforma in cui lo si è visto.

Non essere impulsivi

Mike Caulfield, un esperto di alfabetizzazione digitale, ha sviluppato un metodo per valutare le informazioni online che chiama SIFT (Stop, Investigate, Find e Trace): fermarsi, investigare la fonte, trova una copertura migliore della notizia e verificare affermazioni, citazioni e filmati nel contesto originale. Nel caso di notizie sull’Ucraina, dice, l’enfasi dovrebbe essere su “Stop”, cioè una pausa prima di reagire o condividere ciò che si sta vedendo.

“L’’impulso porta a voler essere la prima persona di un gruppo a condividere una storia”, spiega, ma questa carica emotiva è un pericolo quotidiano anche per i giornalisti, in particolare durante i momenti di sovraccarico di informazioni. Shireen Mitchell, esperta di media e disinformazione, afferma che il modo migliore per aiutare chi vive in Ucraina è seguire le storie che arrivano da quel paese”.

Tuttavia, non è neanche il caso di ritwittare tutto ciò che sembra provenire dall’Ucraina, ma di diffondere solo informazioni da account autentici. I giornalisti hanno lavorato per verificare i video di Tik Tok che sembrano mostrare i movimenti militari russi e stanno condividendo i tweet di coloro  che sembrano essere in Ucraina per documentare le proprie storie. 

Anche in questo caso, gli esperti esortano a rimanere cauti. L’esperta di disinformazione Kate Starbird  ha twittato un thread eccellente su come controllare i post sui social media sull’invasione, sottolineando che ci troviamo in una situazione in cui anche fonti affidabili all’interno della rete di contatti personali potrebbero “muoversi troppo velocemente e forse non controllare con la dovuta attenzione”. Starbird ha indicato alcuni indizi che un account potrebbe non essere autentico.

Stare con i piedi per terra

Gli esperti mettono in guardia dal cercare di comportarsi come un giornalista o un commentatore politico esperto, evitando di diffondere informazioni difficili da verificare o  teorie. “Le persone sentono di essere particolarmente abili nel fare le proprie ricerche ed evitare la disinformazione su Internet ma, secondo Mitchell, nessuna delle due ipotesi è necessariamente vera. La storia presenta numerosi esempi di persone in buona fede cadute in reti coordinate di false notizie.

“Il problema della lingua è molto serio”, afferma Caulfield, riferendosi ai madrelingua inglese che cercano di verificare le notizie dall’Ucraina in tempo reale. Cercare di determinare ciò che è autentico non dovrebbe significare scansionare “video di luoghi che non si conoscono o vicende narrate in lingue che non si capiscono”, spiega.

Prima di condividere, ci si dovrebbe chiedere se si conosce personalmente la lingua parlata o se si è in grado di analizzare video e foto provenienti da fonti sconosciute. Anche se il giornalismo cittadino si è rilevato spesso estremamente prezioso, non è alla portata di tutti. E’ indispensabile essere realistici su ciò che si è in grado di fare. La condivisione di informazioni false o fuorvianti su una situazione in via di sviluppo potrebbe mettere a rischio l’incolumità delle persone.

Amplificare le fonti affidabili

Una delle cose migliori da fare in una situazione come questa, è trovare punti di riferimento. Esistono fonti affidabili che pubblicano una copertura in lingua inglese? Sono conosciute per aver diffuso buona informazione? Giornalisti come Jane Lytyynenko, ucraina con un background nella segnalazione di disinformazione, stanno identificando e condividendo le risorse per coloro che vogliono donare per sostenere organizzazioni benefiche e media ucraini che informano sull’invasione. 

Altri hanno raccolto in crowdsourcing un elenco di organi di stampa faziosi e account di social media da evitare. Bellingcat pubblica documenti con una lunga serie di affermazioni smentite. La testata giornalistica Kyiv Independent sta twittando aggiornamenti costanti. “Forse ci sono già persone che fanno bene questo lavoro”, dice Caufield, e sarebbe importante fare riferimento a loro, ricordando come la Russia ha utilizzato la disinformazione in Crimea nel 2014″.

Correggere il danno che si è fatto

Se si ha intenzione di condividere informazioni su una situazione in evoluzione, indipendentemente dal ruolo che si occupa o dalle dimensioni della piattaforma, è importante essere pronti a intervenire sugli errori. Come indicato da Mitchell e Caulfield, se si condividono informazioni errate su Twitter, si fa uno screenshot dell’errore, si pubblica una correzione rispondendo o citando il tweet con le informazioni errate, quindi si elimina il tweet che contiene la disinformazione

Sebbene TikTok funzioni in modo diverso, si applicano principi simili: eliminare la disinformazione, spiegare il motivo per cui il video è stato eliminato, pubblicare una correzione e incoraggiare i follower a condividere tale correzione. Mitchell ha aggiunto che tutti dovrebbero essere pronti ad assumersi la responsabilità di aver sbagliato contattando per fornire le informazioni corrette a coloro che hanno ricondiviso l’errore.

Considerare la disconnessione

A volte, quando sta accadendo una cosa importante e orribile nel mondo, distogliere lo sguardo o fare una pausa sembra apatia. Non è. Evitate il doomscrolling.

(rp)

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