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Il commissario della FCC Jessica Rosenworcel spiega perché molti bambini vengono lasciati indietro negli Stati Uniti e ipotizza alcune possibili soluzioni per risolvere il problema.

di Karen Hao

Quando la pandemia ha colpito, i genitori si sono affrettati a procurarsi abbastanza dispositivi per garantire ai propri figli la didattica online. Ma anche quando lo hanno fatto, non tutto è andato per il meglio. Il collegamento online domestico per diverse ore al giorno si è rivelato un grosso ostacolo; assicurarsi che intere comunità potessero aderire a programmi alternativi è stata un’altra.

Jessica Rosenworcel, democratica della Federal Communications Commission, non si è fatta cogliere di sorpresa. Per anni, Rosenworcel ha parlato del “divario dei compiti a casa”, il termine che ha coniato per descrivere un problema che devono affrontare le comunità in cui i bambini non possono accedere a Internet perché l’infrastruttura è inadeguata o le loro famiglie non possono permettersela. 

I cittadini ora stanno prestando attenzione al problema, anche perché in molti sostengono che se Joe Biden venisse eletto presidente, Rosenworced potrebbe essere nominata presidente della FCC. L’ attuale standard di banda larga della FCC è una velocità di download di almeno 25 megabit al secondo, il minimo per un singolo streaming Netflix 4K. Ma nelle zone rurali, dove uno studio del Pew Research Center stima che un terzo degli americani non ha accesso alla banda larga, queste velocità sono impensabili. 

Anche se i dati del Pew indicano che circa tre quarti delle famiglie urbane e suburbane hanno accesso alla banda larga, l’affermazione va presa con le molle: nell’attuale mappatura FCC, infatti, un codice postale è considerato servito con banda larga se una singola famiglia ha accesso. Alla luce di questi problemi, Rosenworcel è intenzionata a ottenere che la FCC aggiorni il programma E-Rate, un servizio tecnologico di istruzione federale creato nel 1996 che offre a scuole e biblioteche un accesso Internet scontato. 

Karen Hao ha parlato con Rosenworcel dei suoi piani per utilizzare il programma per colmare il divario legato alla possibilità di fare didattica da casa. 

Come le è venuta in mente l’espressione “divario dei compiti a casa”?

Quando sono entrata a far parte della FCC, ho deciso che avrei visitato alcune scuole beneficiarie della tariffa elettronica agevolata. Una cosa che mi ha colpito in questi viaggi è che nelle grandi e piccole città, nell’America urbana e nell’America rurale, ho sentito dire le stesse cose da insegnanti e amministratori: “Il programma E-Rate è fantastico. Ora abbiamo questi dispositivi che possiamo usare in tutte le nostre classi, ma quando i nostri studenti tornano a casa la sera, non tutti hanno un accesso affidabile a Internet da casa. È difficile assegnare i compiti se non si ha la certezza che ogni studente abbia un accesso affidabile al di fuori della scuola”.

Più parlavo con gli insegnanti, più sentivo racconti di bambini seduti fino a tarda sera nei cortili della scuola con i laptop che avevano preso in prestito per cercare di fare i compiti o di bambini seduti nei fast food a studiare con davanti un piatto di patatine fritte. Ho esaminato i dati e ho scoperto che sette insegnanti su 10 assegnano compiti che richiedono l’accesso a Internet. Ma i dati della FCC mostrano che una famiglia su tre non ha la banda larga a casa. Ho definito quanto stava accadendo il “divario dei compiti a casa” perché sentivo che questa parte del digital divide aveva davvero bisogno di una frase o di un termine per descriverne l’importanza.

Sta diventando evidente che ora ogni studente ha bisogno dei dispositivi online per completare i compiti. E’ arrivata la pandemia e abbiamo mandato a casa milioni e milioni di bambini. Abbiamo detto a tanti di loro di andare a lezione online, ma i dati indicano che ben 17 milioni di loro non erano in grado di farcela, quindi il divario dei compiti sta diventando un gap educativo e temo che possa rappresentare un problema serio per il loro futuro se non lo correggiamo.

Perché gli Stati Uniti hanno una disuguaglianza digitale così evidente?

Beh, siamo davvero un paese che ha al suo interno grandi differenze, anche dal punto di vista geografico. Ci vogliono infrastrutture efficienti per assicurarsi che tutti siano connessi. In passato l’abbiamo già fatto, con l’elettricità in seguito alla legge sull’elettrificazione rurale e con la telefonia di base. Possiamo farlo di nuovo con la banda larga. 

All’inizio della pandemia ho parlato con famiglie di immigrati e persone che non hanno accesso a Internet meno che non si rechino in uno spazio pubblico. A molti di loro è stato detto che potevano collegarsi a tariffa ridotta, ma era difficile in termini di documentazione poter giustificare la richiesta di quelle tariffe. In che modo la FCC ha affrontato questo problema e pensa che ci sia un modo per risolverlo?

Sono una delle cinque persone che compongono la FCC. Non sono la maggioranza. Posso essere combattiva, ma non sempre convinco i miei colleghi. Sono convinta che possiamo aggiornare il programma E-Rate, utilizzando la legge esistente e sostenere le scuole, per esempio prestando hot spot Wi-Fi. 

Mi vergogno di non essere riuscita ancora a farlo quando vedo immagini come quella diventata virale di due ragazze sedute fuori da un Taco Bell a Salinas, in California, non a pranzo: erano lì perché stavano usando il segnale Wi-Fi gratuito. E allo stesso tempo altri studenti sono completamente esclusi dalle aule virtuali, perché semplicemente non hanno un modo per connettersi online. Sono profondamente rattristata che la FCC continui a guardare dall’altra parte.

Qual è la fascia demografica dei ragazzi più colpiti dal divario dei compiti a casa?

L’impatto è prevalentemente sulle comunità di colore, sull’America rurale e sulle famiglie a basso reddito. L’aspetto più crudele per me di questa situazione è che abbiamo un programma che potremmo aggiornare per risolvere il problema, ma continuiamo a guardare dall’altra parte. Così tanti studenti non possono frequentare le lezioni di persona in questo momento. E se non riescono a entrare nelle aule online e sono fuori dalle scuole per mesi, ciò avrà un impatto a lungo termine sulla loro istruzione. 

L’implementazione del programma E-Rate è fattibile in questo momento?

E-Rate è impostato in modo tale che il sostegno maggiore vada alle scuole con il più alto numero di studenti e prevede buoni pranzo gratuiti o a prezzo ridotto. In altre parole, è quasi una mappa perfetta di dove è più probabile sia forte la domanda. Potremmo usarlo per capire davvero come fornire dispositivi o hot spot wireless agli studenti, facendo una differenza significativa.  Dobbiamo iniziare a riconoscere che per gli studenti che non hanno accesso a Internet a casa, avere in prestito scolastico un hot spot wireless è la differenza tra mantenere il passo con gli altri e restare indietro.

Quanto velocemente si può espandere il programma E-Rate? 

La verità è che avremmo dovuto muoverci dall’inizio della pandemia. Sette mesi di ritardo sono troppi, ma oggi è meglio di domani. Dovremmo farlo immediatamente. Anni fa, la FCC ha apportato alcune modifiche dopo l’uragano Katrina a un programma che aiuta le famiglie a basso reddito a ottenere il servizio Internet, per assicurarsi che tutti gli sfollati potessero riavviare il servizio telefonico con una linea wireless. 

Cosa ne pensa della didattica a distanza?

È un lavoro complesso, anche per i genitori. Tra qualche tempo, spero che guarderemo indietro e riconosceremo che molti insegnanti hanno dato il massimo e hanno fatto del loro meglio per passare dalla presenza fisica alla presenza digitale. Spero anche che in futuro daremo più spazio all’educazione digitale, a come trarne vantaggio e quali sono le sfide quando non tutti hanno la possibilità di connettersi.

Immagine: Jessica RosenworcelJonathan Newton / The Washinton Post via AP, Pool