Il sistema valutario in Afghanistan ha il fiato corto

Nel paese era stato avviato un processo di rimodernamento del sistema di credito bancario che ora ha subito un vero collasso, portando alla chiusura delle banche.

di Tate Ryan-Mosley, Charlotte Jee, Eileen Guo

Il sistema bancario afgano è in uno stato di collasso e le persone in tutto il paese stanno finendo i soldi. Questa crisi di liquidità, in parte dovuta alle iniziative della comunità internazionale per privare i talebani di risorse, sta avendo serie conseguenze sulla vita quotidiana dei cittadini afgani, lasciando molti senza accesso a servizi importanti mentre le Nazioni Unite mettono in guardia da un crescente disastro umanitario.

Asef Khademi, che in passato ha lavorato per modernizzare i sistemi finanziari del Paese, è una delle tante persone che ora si nascondono a Kabul e che vuole lasciare l’Afghanistan. “Sto bussando a ogni porta, inviando e-mail a tutti per vedere se riesco a uscire da questo paese”, dice. Khademi ha paura perché negli ultimi tre anni e mezzo ha lavorato per un progetto finanziato a livello internazionale per diffondere portare la valuta digitale e il sistema bancario nella vita delle persone. 

L’Afghanistan Payments System, o APS, è stato fondato nel 2011, finanziato dalla Banca Mondiale, ed è entrato a far parte della Banca Centrale dell’Afghanistan due anni fa. È stato un progetto importante perchè l’economia afgana funziona in contanti e solo il 10-15 per cento dei cittadini ha un conto in banca. L’APS aveva lo scopo di aiutare l’Afghanistan a diventare meno dipendente dal denaro, rendere le transazioni economiche più sicure ed efficienti ed estendere il sistema bancario. 

Ora, il progetto si è fermato e il denaro sta finendo prima che vengano messe in atto alternative praticabili. “Ma un risultato diverso era a portata di mano”, continua Khademi. “L’Afghanistan era a solo un anno o due di distanza dall’avere un’infrastruttura bancaria digitale degna del XXI secolo”. Il suo team era “molto laborioso”, afferma, e lavorava regolarmente fino a 17 ore al giorno per supportare una rapida crescita. 

“Speravamo che i nostri sforzi sarebbero stati ripagati”, dice, tra le lacrime. “Sembra che tutto sia stato vano, tutto quello che abbiamo fatto. Un sogno che non si avvererà mai”.

I beni sono stati congelati

La crisi di cassa non è un incidente. Secondo l’ex governatore della Banca centrale Ajmal Ahmady, la maggior parte dei beni del precedente governo afgano erano detenuti in conti offshore a cui non possono accedere i talebani che sono sulla lista delle sanzioni del Dipartimento del Tesoro statunitense. Gli Stati Uniti hanno anche congelato le riserve di contanti del governo afgano e bloccato le spedizioni pianificate di contanti. Molti afgani si aspettavano una situazione del genere da settimane, con lunghe file alle banche mentre i cittadini preoccupati per il futuro ritiravano i contanti.

L’attività del bancomat è andata alle stelle. “Gli amici che lavorano nelle banche hanno detto che dove normalmente effettuavano centinaia di transazioni al giorno, si era arrivati a migliaia”, afferma Ruchi Kumar, giornalista e collaboratrice di “MIT Technology Review”, che ha lavorato a Kabul per otto anni, ma è fuggita dal paese di recente.

I problemi causati dalla mancanza di denaro si stanno accumulando. I dollari Usa stanno diventando sempre più scarsi, il valore del contante afgano sta precipitando e, secondo Khademi, il prezzo dei beni di prima necessità è alle stelle. Il denaro rimane in circolazione: l’Afghanistan ha un importante sistema bancario informale, gestito da commercianti di valuta locali senza licenza. Fonti affermano che sono ancora operativi, ma senza attività bancaria, l’offerta di moneta sarà presto ridotta. 

Alcuni stanno cercando di colmare il divario lanciando campagne di raccolta fondi online, mentre altri hanno persino suggerito che la criptovaluta potrebbe entrare in gioco. Ma ottenere denaro dall’esterno del paese è diventato più difficile. Western Union, la più grande società di trasferimento di denaro al mondo, ha sospeso i servizi in Afghanistan e la NBC riferisce che MoneyGram ha interrotto a sua volta le operazioni. Nel frattempo alcuni siti web di crowdfunding stranieri, come GoFundMe, sono stati accusati di “ipocrisia” per aver bloccato alcune iniziative di raccolta fondi per il Paese mentre altre erano attive.

“Non pensavo che questo giorno sarebbe arrivato”

Mentre le alternative digitali non sono riuscite a colmare il vuoto lasciato dal crollo della liquidità, ci sono state alcune finestre di opportunità per i servizi alternativi per dare una mano. Kumar afferma che gli afghani vulnerabili utilizzano servizi come WasalPay, un sistema di pagamento online per le bollette, per ricaricare il credito telefonico.

La giornalista lo sta usando per inviare denaro che le persone in difficoltà impiegano per rimanere in contatto. La sua rete comprende colleghi, attivisti e difensori dei diritti umani che utilizzano WasalPay per accedere a fondi provenienti dall’estero, sia da donazioni e contributi individuali, sia da organizzazioni come l’International Women’s Media Foundation. 

Molti dei destinatari, dice, sono in casa, nascosti, con poco più che i loro telefoni e i vestiti addosso. Il denaro aiuta a mantenere i contatti con le loro famiglie, ma dà loro anche la possibilità di prendere un aereo per uscire dall’Afghanistan. “Stanno cercando di lasciare il paese e stanno aspettando che qualcuno dica che è ora di partire e andare all’aeroporto”, dice Kumar. 

Le donne, soprattutto le donne single che lavorano, sono particolarmente a rischio. “Non possono lasciare le loro case, soprattutto se sanno di essere sulla lista degli obiettivi dei talebani. Quindi stiamo cercando di facilitare i crediti telefonici a distanza”.

Kumar dice di essere inondata di richieste: finora ha effettuato 140 pagamenti e ha già richieste per altri 40. Sher Shah Rahim, CEO di WasalPay, afferma di aver dovuto chiudere alcune delle sue altre attività, tra cui KabulReads, la prima libreria online dell’Afghanistan, per motivi di sicurezza. Ma si è impegnato a far andare WasalPay almeno fino a dicembre, visto che per alcuni è diventato indispensabile. Non è facile, però. “Come azienda, non ho soldi con me perché non pensavo che questo giorno sarebbe arrivato”, dice. “Avevo tutti i soldi nelle banche e le banche sono chiuse”.

Il caos è incombente

Con l’uscita delle forze e dei media internazionali prevista per la fine di agosto, la situazione potrebbe peggiorare notevolmente. Da allora, diventerà molto più difficile per le persone fuggire. “Stanno già andando a cercare le persone nelle case di notte”, dice Kumar. La situazione finanziaria è in generale caotica ed estremamente incerta. Il valore dell’afghani, la valuta del paese, è crollato ed è improbabile che si stabilizzi per qualche tempo, secondo Thomas Groll, economista della Columbia University. 

Per ora, molti afgani saranno costretti a fare affidamento su qualsiasi riserva di contanti, commercianti di valuta locale o baratto per ottenere i beni di cui hanno bisogno, dice Groll. Gli imprenditori locali sono preoccupati per la loro sicurezza e quella delle loro famiglie. Khademi ha perso molti membri della famiglia, incluso suo padre, a causa degli attacchi dei talebani in passato. Rahim, nel frattempo, ha in programma di aspettare e vedere com’è il governo dei talebani, anche se sta chiudendo il suo ufficio e gestendo il lavoro a distanza per i suoi 18 dipendenti. 

Ma oltre a preoccuparsi della loro sicurezza immediata, vedono anche un’opportunità sprecata per costruire un vero futuro. “Tutti fanno affidamento al 100 per cento sui contanti, e questo stava per cambiare”, afferma Rahim. “APS era finalmente riuscito a portare il digital banking in Afghanistan, ma non appena si sono lanciati e hanno iniziato a camminare, sono arrivati i talebani e praticamente tutto si è trasformato in polvere”.

Khademi, nel frattempo, non è sicuro di cosa accadrà dopo. “Ho lavorato così duramente per diventare quello che sono oggi, per raggiungere il livello attuale”, dice. “Non voglio perdere tutto in una volta”. Ha sentito voci che le banche saranno aperte la prossima settimana e pensa che i talebani potrebbero persino decidere di continuare il progetto.  “Potrebbe succedere di tutto”, conclude.

Immagine di: Jan Chipcase, Wikimedia Commons

(rp)

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