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Negli ultimi giorni, migliaia di fulmini hanno provocato le fiamme, devastando centinaia di migliaia di acri, costringendo migliaia di persone a evacuare le loro case e facendo piovere cenere in gran parte della regione.

di James Temple

Gli incendi seguono un inverno arido nel nord della California e un periodo di ondate di caldo estivo da record in tutto lo stato, che hanno effettivamente trasformato praterie e foreste in materiale infiammabile. Il disastro arriva sulla scia di molte stagioni di incendi distruttivi nella storia della California.

Tutto ciò solleva ancora una volta la domanda: è colpa del cambiamento climatico causato dall’uomo che ha determinato le condizioni per incendi sempre più seri? I climatologi, che hanno evitato a lungo di collegare il riscaldamento globale a qualsiasi evento estremo specifico, ora affermano che la sua influenza è quasi certa.

David Romps, direttore del Berkeley Atmospheric Sciences Center, ha dichiarato in una e-mail che viviamo in un mondo con un clima fondamentalmente alterato. Ha notato che le massime giornaliere medie per questo periodo dell’anno sono ora circa 3 o 4 °F più calde a Berkeley, in California, rispetto all’inizio del XX secolo. È stato anche l’autore di un articolo di “Science” del 2014 che ha scoperto che ogni ulteriore 1 °C (1,8 °F) di riscaldamento potrebbe aumentare il numero di fulmini sugli Stati Uniti di circa il 12 per cento.

“Per capire cosa succede: l’ondata di caldo, i fulmini e l’aridità della vegetazione sono stati influenzati dal riscaldamento globale? Assolutamente sì”, ha detto Romps. Una voce diversa è quella di  Daniel Swain, scienziato del clima presso l’Università della California, a Los Angeles, che ha affermato che i temporali continui negli ultimi giorni sono un evento così raro nel nord della California che è difficile valutare se il cambiamento climatico abbia avuto un ruolo nell’innescare gli incendi.

Ma i cosiddetti studi di attribuzione di condizioni meteorologiche estreme hanno chiaramente e ripetutamente scoperto che il cambiamento climatico esacerba le ondate di calore, il che aiuta a creare le condizioni affinché gli incendi possano essere intensi e diffondersi rapidamente.

“La risposta è fondamentalmente sempre che il cambiamento climatico ha giocato un ruolo importante nella gravità o probabilità delle ondate di calore”, egli dice. “La questione è solo stabilire quanto in percentuale”. Friederike Otto, direttore ad interim dell’Environmental Change Institute dell’Università di Oxford e co-responsabile di World Weather Attribution, ha fatto eco a questo punto di vista in un’e-mail.

“Non c’è assolutamente alcun dubbio che le temperature estremamente elevate sono più alte di quanto sarebbero state senza gli interventi umani. Un’enorme quantità di letteratura sull’attribuzione dimostra ora che il cambiamento climatico è un punto di svolta assoluto quando si tratta di ondate di calore e la California non rappresenta eccezione”, scrive Otto.

Secondo un recente documento dell’Environmental Research Letters di cui Swain è coautore, negli ultimi quattro decenni, le forze combinate di temperature più elevate e livelli di precipitazioni più bassi hanno già raddoppiato il rischio di condizioni estreme di incendi in California durante l’autunno. E, continuano i ricercatori, a meno che il mondo non inizi da subito a ridurre le emissioni in modo significativo, le probabilità potrebbero raddoppiare di nuovo nei prossimi decenni.

Foto: AP / Noah Berger