Cambiamenti climatici o tempo pazzo?

Gli scienziati hanno interpretato l’ondata di caldo che a fine luglio ha colpito l’Europa occidentale come un effetto dei cambiamenti climatici nel giro di pochi giorni.

di James Temple

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Nel giro di una settimana dalle ondate di caldo che hanno infranto ogni record europeo a fine luglio, gli scienziati hanno dichiarato con certezza che erano il risultato dei cambiamenti climatici. 

A inizio agosto, la stessa ondata di calore ha trasformato i ghiacci della Groenlandia in fanghiglia e il World Weather Attribution ha attribuito l’evento a decenni di emissioni di gas serra che avrebbero incrementato la possibilità di simili eventi anche di 100 volte in alcune regioni. Secondo il gruppo di ricerca, “tali temperature avrebbero avuto poche possibilità di verificarsi in Francia e nei Paesi Bassi se gli esseri umani non avessero influenzato il clima”, ha concluso il gruppo, un team internazionale di risposta rapida istituito per valutare il potenziale ruolo de cambiamenti climatici negli eventi meteorologici estremi che hanno preso a verificati di recente.

Fino a pochi anni fa, la risposta standard degli scienziati a domande sulla causa di specifiche tempeste, inondazioni e siccità era tendenzialmente una scrollata di spalle: “Non possiamo attribuire un singolo evento ai cambiamenti climatici.” Modelli climatici migliori, librerie ricche di analisi raccolte negli anni e una migliore comprensione dei sistemi climatici, permettono ora ai ricercatori di affermare con quasi totale certezza che i cambiamenti climatici rendono un preciso evento più probabile o più grave. 

Questi studi offrono a ricercatori, politici e all’opinione pubblica un’idea più chiara di quanto si stiano facendo sempre più pressanti eventi climatici gravi e quali passi potrebbero essere necessari per combattere le minacce in aumento. Secondo Friederike Otto, direttrice ad interim dell’Environmental Change Institute dell’Università di Oxford e ricercatrice del World Weather Attribution, gli studi condotti permettono di testare e perfezionare i modelli climatici, mettendo in chiaro quanto i cambiamenti stiano accelerando più rapidamente di quanto sinora previsto. 

Sempre più regioni stanno esplorando o si stanno attivando nella valutazione rapida del ruolo dei cambiamenti climatici negli eventi a cui assistiamo, in particolare, il Copernicus Climate Change Service dell’Unione europea e le agenzie meteorologiche australiane, francesi e tedesche. Il World Weather Attribution è il risultato di una collaborazione internazionale liberamente organizzata di ricercatori di Oxford, del Red Cross Red Crescent Climate Center e del Royal Netherlands Meteorological Institute. I ricercatori esaminano dati come pressione atmosferica e livelli di vapore acqueo rilevati da satelliti, stazioni meteorologiche e altre fonti per determinare caratteristiche ed origine di eventi meteorologici gravi.

Per determinare causa ed effetto, i ricercatori si affidano a potenti modelli modelli di computerizzati. I modelli mettono a confronto la possibilità che un evento avvenga in presenza ed in assenza dei gas serra rilasciati nell’atmosfera dalle attività umane. I progressi in campo computazionale consentono un alto numero di di simulazioni ad alta risoluzione, e permettono agli scienziati analisi e valutazioni più veloci. Ricercatori di tutto il mondo hanno partecipato alla creazione di un petabyte di dati che esplora gli effetti a catena sul clima di numerose variabili in una vasta gamma di scenari ed è accessibile a chiunque voglia farne uso. 

C’è chi spera che questa ricerca possa aiutare l’opinione pubblica e i politici a riconoscere il pericolo dei cambiamenti climatici e quindi adottare misure per impedirne il peggioramento. Secondo alcune ricerche, però, per quanto l’esperienza diretta di eventi meteorologici estremi possa avere un impatto sulle opinioni del pubblico, gli effetti non durano a lungo. Negli USA, per esempio, la forza schiacciante che guida le opinioni a lungo termine sarebbe l’identità di parte. 

Una rapida ricerca sull’attribuzione può approfondire le opinioni tra coloro che già supportano le politiche climatiche, afferma Elizabeth Albright, assistente professore di Duke che studia come eventi estremi alterino politiche e decisioni.

Credito immagine: Rafael Yaghobzadeh, AP

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