Il pilota automatico impazzito, l’agricoltura robotica e la genetica gaydar hanno caratterizzato la lista delle peggiori tecnologie dell’anno.
di Antonio Regalado
Cosa sarebbe “MIT Technology Review” senza l’elenco annuale degli insuccessi tecnologici dell’anno?
Pilota automatico fuori controllo di Boeing (Figura 1)
Il primo aereo Boeing Max 737 nuovo di zecca, il Lion Air Flight 510, si è schiantato poco dopo il decollo. Poi un altro ha avuto la stessa sorte. Tutti i passeggeri a bordo sono deceduti. In entrambi i casi, i piloti hanno lottato contro un sistema di pilota automatico che ha preso il controllo e fatto precipitare gli aerei.
I piloti hanno avuto poco tempo per reagire a un sistema di controllo di volo, chiamato MCAS, di cui sapevano poco o nulla. L’autopilota è stato installato per compensare la decisione di aggiungere motori più grandi e più efficienti dal punto di vista del consumo di carburante, una scelta che potrebbe farli arrestare in determinate situazioni.
Il secondo incidente, del volo 302 dell’Ethiopian Airlines nel marzo 2019, ha rivelato non solo la responsabilità dell’autopilota, ma anche il modo in cui gli enti regolatori statunitensi della sicurezza aerea hanno ceduto sempre più potere a Boeing.
La combinazione di un sistema di automazione invadente e la mancanza di addestramento dei piloti si è rivelata mortale. Le perdite di Boeing sono già arrivate a miliardi di dollari e la flotta 737 Max rimane a terra.
Articoli di riferimento: Confusion, then prayer, in cockpit of doomed lion air jet(“New York Times”), The case against Boeing (“The New Yorker”), The multiple problems, and potential fixes, with the Boeing 737 Max (“Wall Street Journal”).
Fattoria mondiale digitale (Figura 2)
Il MIT Media Lab è stato chiamato la “fabbrica del futuro”, ma probabilmente il suo “food computer” non ne farà parte.
In una Conferenza TED del 2015 che ha raccolto 1,8 milioni di visualizzazioni, l’architetto Caleb Harper ha sperimentato in laboratorio un sistema molto preciso per controllare il clima a cui è esposta una pianta e un modo per misurare tutte le condizioni intorno a questa pianta: umidità del suolo, PH, concentrazione di CO2 nell’aria, nutrimento.
Da qui è arrivato alla creazione di un “food computer”, equipaggiato con diversi semi e nutrienti e programmato per far crescere diverse piante utilizzando ricette climatiche scaricabili da Internet. Il suo progetto pionieristico, Open Agriculture, è stato definito “cyber-agricoltura”.
Tutto perfetto? Non esattamente. A quanto pare il food computer non era altro che una scatola per la coltivazione che non funzionava molto bene. Ma, arricchendo il progetto con parole d’ordine del tipo “hacking climatico”, “open source”, “microbioma”, il Media Lab ha continuato a ottenere attenzione e finanziamenti.
I dubbi sull’operazione hanno raggiunto l’apice ad aprile, quando Harper ha detto che era stato impiegato il “machine learning” per coltivare il basilico, che un comunicato stampa del MIT esaltava come “il più delizioso” mai assaggiato.
A settembre, i lavoratori hanno protestato, raccontando ai media dei falsi servizi fotografici (le piante sono state acquistate), dei discorsi fumosi e delle violazioni ambientali. A ottobre, secondo il “Boston Globe”, i funzionari del MIT hanno “interrotto la maggior parte del lavoro” dal gruppo OpenAg.
Articoli di riferimento: Hype vs. Reality at the MIT Media Lab (“Chronicle of Higher Education”), MIT Media Lab, already rattled by the Epstein scandal, has a new worry (“New York Times”), MIT halts work of group at underscrutiny Media Lab (“Boston Globe”).
Bovini senza corna (Figura 3)
Quando un’azienda chiamata Recombinetics ha creato bovini da latte senza corna con l’editing genetico, ha insistito sul fatto che non erano OGM e non dovevano quindi essere soggetti a regolamentazione. Dopotutto, con l’editing di precisione si può semplicemente scambiare un gene del bestiame con un altro.
Ma questi bovini avevano un difetto. Nessuno lo ha notato fino a quando la Food and Drug Administration americana non ha dato uno sguardo al DNA di uno dei tori che l’azienda aveva accidentalmente inserito in una porzione di geni batterici. Con il DNA contaminato da geni batterici gli animali ricadono chiaramente nella categoria degli OGM. Gli animali hanno finito per essere inceneriti, una perdita per tutti i soggetti coinvolti.
Articolo di riferimento: Il grosso problema nel DNA dei bovini modificati geneticamente (“MIT Technology Review” italiana).
Gaydar genetico (Figura 4)
A poche settimane da un importante studio che identificava i geni associati al comportamento omosessuale, un programmatore aveva lanciato un’app chiamata “In che misura sei omosessuale?”.
Per 5 dollari e 50 centesimi, l’app pretendeva di utilizzare quei risultati della ricerca per calcolare il livello di “omosessualità” di chiunque, utilizzando i risultati di un test del DNA come quelli venduti da 23andMe.
Ne sono conseguite serie polemiche. L’app era una interpretazione scientifica errata o evidenziava con esattezza il punto principale, ovvero che non esiste un gene che determina l’essere gay? In alternativa, dimostrava che il progetto di ricerca originale per cercare di spiegare il comportamento omosessuale era mal concepito?
L’app gaydar è ora sparita (non è sopravvissuta alla controversia), ma la promessa – o il problema – delle previsioni genetiche non sta scomparendo. Gli scienziati genetici hanno nuovi modi per collegare piccole differenze genetiche non solo al rischio di malattia di una persona, ma a tratti come altezza, intelligenza o successo.
Articoli di riferimento: Genetics may explain up to 25% of same-sex behavior, giant analysis reveals (“Science”), How earnest research into gay genetics went wrong (“Wired”).
Clandestini spaziali (Figura 5)
Quest’anno, un’azienda israeliana ha lanciato il primo lander lunare di quel paese, che purtroppo è precipitato sulla Luna ad aprile. Fortunatamente, nessuno era a bordo. Sfortunatamente qualcosa lo era.
Si è scoperto che un’associazione no profit statunitense chiamata Arch Mission Foundation aveva segretamente aggiunto al carico utile della missione una capsula piena di tardigradi o orsi d’acqua. Le microscopiche creature a otto zampe possono sopravvivere in uno stato dormiente in condizioni difficili e forse anche sulla Luna.
Il concetto di protezione planetaria è l’idea che non dovremmo inquinare altri mondi con la vita terrena. C’è preoccupazione per la contaminazione, e per di più, se si scopre la vita al di fuori dell’orbita, sarebbe meglio essere sicuri di non aver dato vita a questo processo.
Senza acqua, i tardigradi sono destinati a morte sicura. Tuttavia, l’episodio mostra che il sistema attuale potrebbe non essere sufficiente per garantire la protezione planetaria.
Perché Arch l’ha fatto? La missione della fondazione è quella di creare un backup del pianeta Terra, e quindi testare le tecnologie per “archivi” di lunga durata, che prevedono la protezioni delle informazioni nei filamenti di DNA o l’incapsulamento degli insetti nell’ambra artificiale. Il carico utile sulla missione israeliana comprendeva fogli di nichel nanomarcati con 60.000 pagine di Wikipedia e altri testi.
In un passaggio dell’ultimo minuto, Arch e il suo cofondatore Nova Spivack hanno deciso di aggiungere alcuni capelli umani, cellule del sangue e migliaia di tardigradi. “Non abbiamo detto loro che stavamo inserendoli nel carico”, ha detto Spivack. “Abbiamo deciso di correre il rischio”.
Articoli di riferimento: A crashed israeli lunar lander spilled tardigrades on the moon (“Wired”), “I’m the first spacxe pirate!” How tardigrades were secretly smuggled to the moon (“Mashable”).
Telefono pieghevole Samsung (Figura 6)
Le recensioni sul telefono Galaxy Fold non erano quelle sperate. “Dopo un giorno di utilizzo”, ha twittato ad aprile Mark Gurman, il recensore di gadget per “Bloomberg”, “il telefono era inutilizzabile”.
Una mezza dozzina di telefoni pieghevoli sono previsti per il prossimo anno. Ma l’introduzione prematura di Samsung di un telefono con un display da 7,3 pollici mostra la difficoltà di commercializzare un tipo di prodotto che potrebbe indurre le persone a scartare modelli economici provenienti dalla Cina.
Le recensioni sono state impietose, al punto che Samsung ha rinviato bruscamente il lancio primaverile del telefono, dicendo che avrebbe “preso misure” per migliorare il display. L’azienda ha riconosciuto che i difetti “potrebbero essere associati” a una cerniera debole nonché a “sostanze presenti all’interno del dispositivo”.
Tuttavia, secondo i critici, anche la versione riprogettata, ora in vendita a 1.980 dollari, rimane “fragile”, confermando l’idea che gli schermi flessibili non siano ancora pronti al salto.
Articoli di riferimento: Samsung’s $2,000 folding phone gave me a brief but tantaling glimpse of the future – before it broke (“CNBC”), Samsung delays release of Galaxy fold smartphone (“The Wall Street Journal”), Samsung Galaxy fold re-review: here we go again (“The Verge”)
Carte di credito di Apple sessiste (Figura 7)
Perché un ricco imprenditore in campo tecnologico dovrebbe ottenere un limite di credito 10 volte superiore a quello di sua moglie sulla nuova Apple Card, anche se i loro beni sono in comune? Quando l’imprenditore si è lamentato, un rappresentante di Apple gli ha detto: “È colpa dell’algoritmo”. Un algoritmo sessista!
Steve Wozniak, cofondatore di Apple, ha affermato che è successo anche a sua moglie. Ma qual è il programma e cosa fa? Apple e Goldman Sachs, la banca che ha emesso la carta, non hanno risposto. E questo è il problema. Esiste un pregiudizio computerizzato, ma è difficile capire chi ne è responsabile.
Facebook quest’anno ha raggiunto un accordo per impedire agli inserzionisti di discriminare intenzionalmente in annunci immobiliari e di lavoro, ma la ricerca mostra che gli algoritmi invisibili continuano a distorcere i risultati. Gli annunci per i conducenti di taxi su Facebook venivano automaticamente mostrati più spesso alle minoranze e i lavori nei supermercati alle donne.
Articoli di riferimento: The @AppleCard is such a f—- sexist program (Twit di David Heinemeier Hansson), Is Apple Card sexist? Goldman Sachs offers to review gender-bias claims (“CBS News”), Facebook’s ad-serving algorithm discriminates by gender and race (“MIT Technology Review”
Internet proibita (Figura 8)
L’India è la più grande democrazia del mondo, ma non quando si tratta di servizi Internet. I governi federali e locali della nazione hanno scoperto che quando ci sono contestazioni, la risposta più conveniente è quella di interrompere l’accesso a Facebook, WhatsApp e altri servizi di Internet.
Secondo “InternetShutdown”, a dicembre, l’India ha impedito a 60 milioni di persone di collegarsi a Internet . Durante tutto l’anno, ha interrotto la connettività più di 90 volte. Mentre l’India è campione del mondo nella “censura” di Internet, simili interruzioni del servizio stanno avvenendo in Pakistan, Turchia, Iran, Sudan e Benin, dove i governi hanno imparato che la chiusura di Internet può raffreddare il dissenso, evitare guai e impedire che le notizie delle proteste raggiungano il mondo .
L’ultimo episodio risale a dicembre ed è avvenuto dopo che gli abitanti nel nord del Paese hanno iniziato a protestare contro una legge sulla cittadinanza sfavorevole ai musulmani. Nella regione caotica del Kashmir il servizio è bloccato da agosto. Alcune persone devono percorrere km a piedi solo per controllare la posta elettronica.
Articoli di riferimento: L’India chiude nuovamente Internet (“MIT Technology Review” italia), India adopts the tactic of authoritarians: shutting down the Internet (“New York Times”).
Foto: Ms. Tech