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Il governo cinese vuole utilizzare la tecnologia con obiettivi molto diversi da quelli promossi da sistemi di criptovaluta decentralizzati come Bitcoin.

di Mike Orcutt

Secondo l’agenzia statale cinese, durante una riunione del governo, il presidente cinese Xi Jinping ha invitato la nazione a “cogliere l’opportunità” e ad assumere una “posizione di leader” nello sviluppo della tecnologia blockchain. Pochi giorni dopo, il governo cinese ha approvato una nuova legge per affrontare alcune questioni normative e legali relative alla crittografia, un aspetto essenziale dei sistemi blockchain.

Infine, due giorni fa Reuters ha riferito che mentre parlava in un forum a Shanghai, Li Wei, capo del dipartimento tecnologico della Banca popolare cinese, ha sollecitato le banche commerciali a intensificare le loro applicazioni di blockchain per attivare finanziamenti.

La Banca popolare cinese si interessa alla valuta digitale e alla tecnologia blockchain dal 2014. Nel 2017, ha affermato che avrebbe curato lo sviluppo della blockchain come parte di un piano quinquennale. Le grandi aziende tecnologiche Tencent e Alibaba stanno lavorando su piattaforme blockchain e la banca centrale ha dichiarato che è quasi pronta a lanciare una valuta digitale.

Anche se ospita gran parte dei “minatori” di Bitcoin del mondo, la Cina sembra generalmente contraria a tali sistemi pubblici di blockchain, che consentono alle persone di partecipare alla rete e aiutano a mantenere il registro contabile condiviso, senza identificarsi. Il paese, infatti, ha vietato le offerte iniziali di monete e gli scambi di criptovaluta e ha intrapreso azioni per reprimere il mining di Bitcoin.

A gennaio, l’agenzia cinese di censura di Internet ha approvato nuovi regolamenti che richiedono che tutte le “entità o nodi” che forniscono “servizi di informazione blockchain” si registrino a livello governativo e raccolgano informazioni identificative sui loro utenti (Più di 500 progetti sono stati registrati, riporta CoinDesk).

Molti esperti di criptovaluta sostengono che questo tipo di controllo centralizzato va contro la natura di una blockchain, che dovrebbe essere uno strumento per dare potere agli utenti e alleggerire il controllo di autorità centrali come governi e banche.

Tuttavia, a quanto pare, la Cina vede nella tecnologia un’opportunità per monitorare le spese dei suoi cittadini e ottenere un maggiore controllo su tali transazioni. Come ha notato su Twitter Aaron Wright, professore di diritto presso la Cardozo School of Law, ciò che la Cina sembra desiderare con la tecnologia blockchain è un “grande paywall” da abbinare al suo Great Firewall.

Immagine: Xi Jinping AP

(rp)