I dipendenti di Google chiedono che venga bloccato un progetto per la Cina

Dopo la scoperta di un progetto in collaborazione con il governo cinese, i dipendenti della società si sono appellati ad Amnesty International per chiederne la cancellazione.

di Charlotte Jee

I dipendenti di Google si sono uniti ad Amnesty International per richiedere la cancellazione del “Progetto Dragonfly”, una iniziativa che porterebbe alla creazione di un motore di ricerca censurato per la Cina.

Cosa sta succedendo? In occasione di una “giornata globale di azione” coordinata da Amnesty International, diversi dipendenti di Google hanno firmato una lettera aperta per invitare Google ad abbandonare il progetto incriminato.

“La nostra opposizione al progetto Dragonfly non riguarda la Cina, bensì le tecnologie che assistono i potenti nell’oppressione dei vulnerabili, ovunque essi possano trovarsi”, hanno scritto i firmatari, avvertendo che il progetto potrebbe creare “un pericoloso precedente in un momento politico volubile” e favorire la concessione di servizi analoghi anche ad altri paesi.

I dipendenti della società hanno anche espresso timori verso l’utilizzo di tecnologie per la sorveglianza in Cina e l’oppressione degli Uighurs, dei sostenitori dei diritti delle donne e degli studenti.

Riassumendo: Molte persone sono rimaste deluse da Google in seguito alla scoperta e divulgazione del progetto da parte di Intercept lo scorso agosto. Alcuni dipendenti si sono dimessi, mentre molti altri hanno firmato una lettera a settembre chiedendo maggiori delucidazioni in merito. Il CEO Sundar Pichai ha confermato l’esistenza del progetto il mese scorso, ma lo ha difeso come parte della missione di Google di diffondere informazioni ovunque.

L’attivismo dei dipendenti: La lettera aperta e le proteste negli uffici di Google in giro per il mondo fanno parte di una tendenza in aumento fra i dipendenti delle grandi società tech. Problemi quali la discriminazione verso le donne, o la collaborazione con i dipartimenti per la difesa e l’immigrazione, hanno scatenato importanti proteste che, nel caso di Google, sono culminate con diversi scioperi indetti il mese scorso.

(MO)

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