Ha superato il primo test una strategia anti-età che elimina le cellule senescenti

È possibile che l’invecchiamento sia provocato da cellule stanche? Si prepara una nuova generazione di farmaci progettata per farle fuori.

di Karen Weintraub

Un piccolo studio anti-età, condotto su 14 volontari affetti da fibrosi polmonare idiopatica, ha passato il primo test. I farmaci sotto studio sono stati combinati per uccidere vecchie cellule tossiche ed eliminarle dal corpo.
Le nove dosi di due pillole assunte dai pazienti nel corso di tre settimane hanno offerto loro qualche segnale positivo, come un miglioramento nella capacità di camminare.

I farmaci erano dasatinib, un farmaco contro la leucemia, e quercetina, un’integratore alimentare. Il test era inteso solo come prima prova e non ha dato informazioni sull’invecchiamento in sè. Per ottenere l’approvazione della US Food and Drug Administration è necessario superare una sequenza di tre test clinici.

Questi nuovi farmaci sono chiamati “senolitici,” ed alcuni ricercatori sono convinti che la strategia potrà essere, un giorno, utilizzata in individui sani per ritardare l’invecchiamento.
“Il successo ottenuto ci dà la possibilità di proseguire con test più estesi,” spiega James Kirkland, professore della Mayo Clinic che ha partecipato sin dal 2016 alla conduzione dei test condotti in cliniche Texane ed alla Wake Forest University.

I farmaci anti-età sono appena agli inizi e c’è chi ha trovato incoraggiante il semplice fatto che i 14 volontari non abbiano subito effetti collaterali. “Spero che non ci lanceremo troppo velocemente su queste terapie; un errore o un dubbio potrebbero rallentare l’intero campo di ricerca,” spiega Judith Campisi, professoressa del Buck Institute for Research on Aging di Novato, in California.

L’idea che si possa ritardare o stemperare con dei farmaci gli effetti dell’invecchiamento ha dato vita ad un notevole entusiasmo commerciale. Una società chiamata Unity Biotechnology di Brisbane, in California, sta sviluppando due farmaci senolitici, il primo dei quali, dedicato all’artrosi ed iniettato nelle ginocchia, sta già venendo sottoposto a test clinici di fase 1. La società vale attualmente mezzo miliardo di dollari.

Questi farmaci sono mirati contro le cellule senescenti, la cui capacità di dividersi si è esaurita, ma sono ancora in grado di emettere un potente mix di segnali chimici. “Pensiamo che queste cellule e le sostanze che rilasciano siano coinvolte nel processo d’invecchiamento,” spiega Nicolas Musi, che ha partecipato agli studi e dirige il Sam and Ann Barshop Institute for Longevity and Aging Studies della University of Texas di Austin. “L’idea è che rimuovere queste cellule possa promuovere un invecchiamento più sano e prevenire l’insorgere delle malattie associate all’invecchiamento.”

Nel caso della fibrosi polmonare idiopatica, le cellule senescenti si accumulano nei polmoni. Test condotti su topi hanno dimostrato che una combinazione di dasatinib e quercetina riesce ad eliminare questi accumuli e prolungare il periodo di vita in salute degli animali, sebbene il numero di anni non sia stato prolungato. Kirkland invita alla cautela chi avesse intenzione di assumere la combinazione di farmaci per conto proprio. “Quando si passa dai topi agli esseri umani si incontrano solitamente i primi problemi,” spiega.

Le cellule senescenti e le sostanze che rilasciano hanno anche delle funzioni positive. Si crede che siano importanti per lo sviluppo degli embrioni, per il regolamento del momento della nascita, per la guarigione delle ferite e la formazione di cicatrici. “Queste secrezioni sono necessarie in certi periodi o occasioni. È quando diventano croniche che si fanno motrici di malattie,” spiega Campisi.

I ricercatori immaginano un futuro in cui i senolitici possano essere somministrati agli individui sani a intervalli regolari, come una pulizia semestrale dei denti. “Si ridurrebbe l’accumulo di cellule senescenti senza eliminarle del tutto,” chiarisce Campisi.
Musi, Kirkland e collaboratori hanno dato il via ad un test clinico su altri 15 pazienti affetti da malattie polmonari, mentre la squadra alla Mayo sta testando la combinazione di farmaci su 20 pazienti affetti da disfunzione renale.

(lo)

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