Il mondo esige sempre più energia. Ci vorrà ancora qualche anno perchè le rinnovabili possano soppiantare petrolio e carbone
di Lisa Ovi
Nel settembre 2020, Markets Insider riportava proiezioni secondo cui la domanda globale di petrolio non sarebbe mai tornata al suo massimo storico del 2019. Si prevedeva, anzi, che la pandemia avrebbe non solo rimodellato permanentemente lo stile di vita dei consumatori, ma anche indotto i governi a favorire fonti energetiche ad emissioni ridotte per far fronte all’urgenza della crisi climatica.
Arrivati al 2022, queste previsioni ottimistiche si sono rivelate parziali. Un recente rapporto della International Energy Agency, infatti, rileva nel 2021 un rapido aumento della domanda di energia elettrica che ha portato prezzi ed emissioni del settore energetico a livelli record, con gravi implicazioni per i consumatori, le economie e le transizioni di energia pulita.
L’aumento della domanda di elettricità mette a dura prova i sistemi energetici globali
Spinto dalla rapida ripresa economica e da condizioni meteorologiche più estreme rispetto al 2020, compreso un inverno più freddo della media, l’aumento del 6% della domanda globale di elettricità dello scorso anno è stato il più importante in termini percentuali dal 2010, quando il mondo si stava riprendendo dalla crisi finanziaria globale. In termini assoluti, secondo il rapporto, l’aumento di oltre 1.500 terawattora dell’anno scorso sarebbe stato il maggiore mai registrato.
E la ripresa economica non è l’unico motore di questa rinnovata domanda. Circa la metà della richiesta aggiuntiva di elettricità arriva dalla Cina, la cui crescita necessita di un 10% in più di elettricità rispetto al 2020, mentre in India, ci si aspetta quest’anno un aumento nella domanda di elettricità tra l’8 e il 10%. Sia Cina che India hanno sofferto di interruzioni di corrente nella seconda metà dello scorso anno proprio perché le forniture di carbone non sono riuscite a tenere il passo con il domanda sulle loro centrali elettriche.
Non solo. Lo stesso impegno verso la decarbonizzazione ha un prezzo in elettricità, vedi la crescita nel numero di autoveicoli elettrici in Europa e Nord America. La grande domanda, qui, è se l’infrastruttura di ricarica possa essere costruita e alimentata abbastanza velocemente per stare al passo con l’acquisto del gran numero di veicoli elettrici stimolato dai sussidi governativi.
Rinnovabili e fossili: sarà un testa a testa fino al 2024
Eppure ci si aspettava che la domanda di carbone, gas e petrolio raggiungesse un punto di stallo di fronte al rapido calo nei costi delle energie rinnovabili. In Europa, ad esempio, una media del 37% della domanda di energia è soddisfatto da fonti rinnovabili, ma non basta. La crescita nell’utilizzo di energia rinnovabile non è stata in grado di tenere il passo con l’impennata della domanda dovuta alla ripresa post-pandemica ed alla crescita delle economie in via di sviluppo.
Secondo l’IEA, questa situazione potrebbe durare almeno altri tre anni, con gravi conseguenze per consumatori, ambiente ed economia, a meno che non ci sia un cambiamento strutturale più rapido nel modo in cui viene prodotta l’elettricità. Come spiega Fatih Birol, Direttore Esecutivo dell’IEA, spiega nel rapporto: “I forti picchi dei prezzi dell’elettricità negli ultimi tempi hanno causato difficoltà a molte famiglie e aziende in tutto il mondo e rischiano di diventare un motore di tensioni sociali e politiche. I responsabili politici dovrebbero agire ora per attenuare gli impatti sui più vulnerabili e affrontare le cause sottostanti”.
Per far fronte al rimbalzo della domanda di energia, nel 2021 le centrali a carbone hanno generato il 9% in più di elettricità, ovvero più della metà dell’aumento globale della domanda di energia. L’elettricità generata dalle centrali a gas è cresciuta del 2% lo scorso anno, secondo l’IEA, mentre la produzione nucleare è aumentata del 3,5%. Il ritorno a fonti di elettricità più sporche ha fatto aumentare del 7% le emissioni mondiali di CO2 della produzione di energia elettrica, raggiungendo un nuovo massimo storico.
L’avanzata delle rinnovabili
Cruciale sarà il biennio 2022-2024, per i quali il rapporto prevede una crescita media nella domanda di elettricità pari al 2,7% l’anno. Le energie rinnovabili dovrebbero crescere in media dell’8% all’anno, servendo oltre il 90% della crescita della domanda netta durante questo periodo. Birol ricorda che le emissioni del settore energetico dovranno diminuire del 55% entro il 2030 se il mondo vuole conseguire la completa decarbonizzazione entro il 2050.
Il testa a testa tra domanda di energia e sviluppo delle rinnovabili ci accompagnerà, dunque, ancora per qualche anno e mette particolarmente in evidenza la portata dei cambiamenti necessari a sostenere una decarbonizzazione completa del sistema energetico globale, in cui ogni contributo, locale o internazionale, pubblico o privato, dovrà fare la sua parte.
Ed è proprio in un crescendo di collaborazioni che si intravedono i primi semi di un futuro decarbonizzato. Che si tratti dei piani per un’economia alimentata all’idrogenoo dall’energia di una stella imbrigliata da un reattore, è la sinergia tra innovatori, legislazioni e cittadini favorevoli alla trasformazione del nostro usuale stile di vita che può condurre a risultati tangibili.
(lo)