Facebook corre ai ripari dopo lo scandalo dei dati

Autorità esterne e social network sono entrambi in corsa per scoprire che ne è stato dei dati condivisi con Cambridge Analytica.

di Martin Giles

La notizia: Facebook ha ingaggiato un gruppo di ispettori forensi per esaminare la possibilità che Cambridge Analytica (CA) abbia conservato i dati di milioni di utenti del social network estrapolati da uno studio accademico. CA ha dichiarato che collaborerà con le indagini.

Nel frattempo: Funzionari del Regno Unito stanno formulando un mandato per entrare nel quartier generale di CA https://www.theguardian.com/uk-news/2018/mar/20/officials-seek-warrant-to-enter-cambridge-analytica-hq per procedere con la loro inchiesta, e invitano Facebook a bloccare la propria indagine per non compromettere il loro lavoro. Anche l’Unione Europea sta pianificando una indagine mentre, stando a fonti di Bloomberg, la Federal Trade Commission degli Stati Uniti sarebbe a sua volta all’opera.

Non è finita: Lo scandalo è già costato a Facebook $37 miliardi in capitalizzazioni ed ha portato alle dimissioni del suo chief security officer.

C’è dell’altro: Il direttore esecutivo di CA, Alexander Nix (vedi foto), sarebbe stato ripreso da reporter televisivi sotto copertura nel Regno unito mentre si vantava di come la società fosse in grado di utilizzare spie e scandali sessuali per influenzare l’esito di campagne elettorali.

Le ripercussioni sulla ricerca: I ricercatori temono che questo scandalo possa indurre Facebook a condividere meno dati. Un effetto simile renderebbe più difficile il lavoro di chi sta cercando di comprendere come i social network influiscano con la nostra vita.

(MO)

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