Didi Chuxing, la rivale cinese di Uber, mira a conquistare anche il Brasile

Le due società di trasporti privati si apprestano nuovamente a competere in un altro mercato.

di Jamie Condliffe

La rivale cinese di Uber, Didi Chuxing, ha annunciato che comincerà a operare in Brasile.

Come riportato dal Financial Times, la società non allestirà una operazione indipendente nel paese. Piuttosto, formerà una partnership con 99, l’equivalente locale specializzata nei servizi di trasporti privati. Non è chiaro che forma avrà esattamente questo accordo, ma un portavoce di 99 ha detto a Tech Crunch che Didi ha investito “oltre $100 milioni nella società”, una cifra sufficiente a garantirle un posto a sedere nel consiglio d’amministrazione.

Non è un segreto che Didi ambisca a espandersi all’infuori della Cina. In una intervista con Bloomberg lo scorso ottobre, Jean Liu, presidente della società, ha dichiarato apertamente: “Diventeremo sicuramente globali”. E questo genere di operazione potrebbe essere proprio necessaria. Il mese scorso, il Wall Street Journal riportava come alcune modifiche apportate alle normative cinesi per i trasporti privati, che oggi impediscono ai residenti non locali di effettuare servizi simili, stavano escludendo molti conducenti dalla possibilità di lavorare per Didi nelle principali città del paese.

Allargando le proprie attività in Brasile, Didi finirà per scontrarsi nuovamente con il suo più grande rivale. Uber vede nell’America Latina una enorme opportunità, e il Brasile è attualmente il suo terzo mercato più grande. Non è neppure la prima volta che Didi supporta una rivale di Uber. Già nel 2015, infatti, la società aveva investito in Lyft, la seconda società nel mercato statunitense.

Il rapporto fra Uber e Didi è, se non altro, strano. La scorsa estate, dopo aver perso miliardi di dollari nel provarci, Uber ha rinunciato a qualunque tentativo di assaltare il mercato cinese. Invece di chiudere, però, si è limitata a vendere le sue attività alla rivale conservando una posizione all’interno del consiglio di amministrazione, anche se priva di alcun diritto di voto.

In una intervista per Bloomberg, il direttore esecutivo di Didi, Cheng Wei, ha detto che la situazione significa che “entrambe le società impareranno l’una dall’altra”. Chiaramente, qualunque cosa possano imparare servirà semplicemente ad avanzare nella battaglia per il mercato globale.

(MO)

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