Un mare più pulito, grazie alla robotica

Come Eni usa i robot per monitorare gli impianti sottomarini e la salute degli oceani

Clean Sea è un’innovativa tecnologia robotica sottomarina realizzata per eseguire le operazioni di monitoraggio ambientale e ispezione di impianti offshore in maniera automatica.

Si tratta di un veicolo autonomo sottomarino (AUV, Autonomous Underwater Vehicle) in grado di orientarsi e muoversi autonomamente in mare senza necessità di alcun contatto con operatori in superficie, identificando accuratamente le anomalie presenti nell’ambiente.

Il robot, vincitore del Premio Nazionale per l’Innovazione 2014, è realizzato con una tecnologia testata con successo in diversi ambienti marini. È un veicolo subacqueo avanzato caratterizzato da sensori intercambiabili, progettato per usare un unico sistema integrato.

Clean Sea, inoltre, ha la capacità di variare in tempo reale e in maniera autonoma la propria strategia di missione in funzione della risposta dei sensori, ottimizzando il costo e la durata della rilevazione.

È utilizzato per il monitoraggio ambientale e per le ispezioni delle installazioni offshore nel mar Mediterraneo e nell’Africa Occidentale e ha due basi logistiche: in Angola e l’altra in Sicilia, gestita da Enimed. Un team operativo a livello globale è dedicato alle attività di routine.

Il contesto

Sempre più spesso i veicoli subacquei senza pilota si fanno carico dei lavori più complicati e pericolosi come la creazione di mappe, il monitoraggio dell’ambiente, la raccolta di campioni di acqua, il pattugliamento dei porti e l’individuazione di mine marittime per rendere il mare uno spazio più sicuro.

Possono essere comandati a distanza (ROV) da una persona che si trova in un centro di controllo oppure essere completamente autonomi (AUV) e cioè dei veri e propri robot subacquei, come appunto Clean Sea.

Il veicolo può essere impiegato utilizzando navi di supporto di dimensioni ridotte, diminuendo i costi legati alla logistica e offrendo un’opzione vantaggiosa economicamente rispetto alle tecnologie attualmente in uso. Viene adottato da Eni in quegli ambienti marini dove si rendono necessari un’ispezione e un monitoraggio accurato della qualità dell’acqua, ma può essere applicato anche in ambiti diversi da quello Upstream.

La sfida tecnica

Questa tecnologia si basa sull’impiego di un veicolo autonomo sottomarino AUV simile ai droni. La sua caratteristica fondamentale è la capacità di muoversi autonomamente nel mare, senza collegamento fisico con la superficie, in silenzio e con ridotto supporto logistico.

Tutte le informazioni provenienti dai sensori e dai dispositivi installati vengono gestite da un sistema di controllo, senza bisogno di un operatore. Come i droni, anche gli AUV sono nati e cresciuti in ambito militare, ma il loro utilizzo si è rapidamente esteso ad altri ambiti, per esempio quello scientifico e industriale.

Un sistema come il Clean Sea, può agire in condizioni meteomarine avverse o in presenza di ghiaccio in superficie. Qui l’uso di ROV sarebbe impedito perché sarebbe impossibile effettuare un collegamento con una imbarcazione di supporto in un mare in tempesta o al di sopra dello strato ghiacciato. Grazie a speciali batterie ricaricabili, il robot può funzionare ininterrottamente per alcune decine di ore.

Integrazione industriale

Clean Sea è nato nei laboratori Eni come strumento al servizio del mondo offshore. La sua missione è prima di tutto tenere sotto controllo gli asset sottomarini, per individuare in anticipo le esigenze di manutenzione e darci la possibilità attivare velocemente eventuali interventi.

Grazie alla vasta gamma di sensori che può montare, inoltre, il veicolo può monitorare in continuo lo stato delle acque per identificare eventuali anomalie. In questo modo è possibile ottimizzare l’utilizzo delle nostre strutture offshore, riducendo i costi operativi e tutelando l’ambiente marino in cui sono collocate.

L’integrazione con altri impianti Eni avviene anche dal punto di vista dell’alimentazione, dal momento che Clean Sea può ricaricare le batterie collegandosi a Power Buoy: un’altra tecnologia Eni per l’offshore costituita da una boa galleggiante che genera elettricità grazie al movimento delle onde.

Orientandosi automaticamente come un vero robot, il veicolo sottomarino riesce a individuare la boa in mezzo al mare e a connettersi a questa. Grazie alla batteria alimentata dal movimento delle onde che si trova a bordo della boa, può ricaricarsi e prepararsi a una nuova immersione.

L’impatto sull’ambiente

Oltre ad avere un’utilità pratica a livello industriale, Clean Sea è anche uno strumento utile alla tutela dell’ambiente marino, poiché è in grado di raccogliere automaticamente e a costi ridotti una grande quantità di dati, contribuendo anche alla ricerca oceanografica.

Per il bacino del Mediterraneo Clean Sea è gestito a Gela da Enimed. Dal 2016 due squadre si occupano della manutenzione e del funzionamento del veicolo fornendo sostegno ai servizi subacquei in tutto il Mar Mediterraneo. Tra le operazioni svolte, vi sono le ispezioni di routine lungo la costa e i rilevamenti del fondale marino e delle acque per monitoraggi ambientali.

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