inverno

Alterare le stagioni? Forse sarà necessario, di certo è pericoloso

Il ritorno della geoingegneria: modificare deliberatamente il clima per contrastare il riscaldamento globale. Un tema controverso. Una necessità, ma anche un pericolo

James Temple

La Casa Bianca sta sviluppando un piano per definire degli standard per uno dei settori di ricerca più controversi di contrasto al cambiamento climatico: la geoingegneria solare. L’idea di base è che potremmo essere in grado di modificare deliberatamente il clima in modo da rilasciare più calore nello spazio, raffreddando un pianeta altrimenti in fase di riscaldamento.

L’iniziativa rappresenta il primo tentativo statunitense coordinato a livello federale di questo tipo e potrebbe gettare le basi per maggiori finanziamenti e ricerche sulla fattibilità, sui benefici e sui rischi di tali interventi. La geoingegneria solare comprende una gamma di approcci diversi. Quello che ha attirato più attenzione è l’uso di aerei o palloni aerostatici per disperdere minuscole particelle nella stratosfere che, in teoria, dovrebbero riflettere la luce solare al punto di diminuire il riscaldamento, imitando l’effetto di enormi eruzioni vulcaniche in passato. Alcuni gruppi di ricerca hanno anche esaminato se il rilascio di determinate particelle potrebbe “rompere” i cirri, che intrappolano il calore, o rendere più riflettenti le nuvole marine basse.

La legge federale sugli stanziamenti del 2022, firmata dal presidente Biden a marzo, prevede che l’ Office of Science and Technology Policy sviluppi un gruppo interagenziale per coordinare la ricerca su tali interventi sul clima, in collaborazione con la NASA, la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e il Dipartimento dell’Energia

La misura chiede al gruppo di creare una cornice regolamentatoria per “fornire orientamenti sulla trasparenza, l’impegno e la gestione del rischio per il lavoro finanziato con fondi pubblici nella ricerca sulla geoingegneria solare”. In particolare, incarica la NOAA di supportare l’Office of Science and Technology Policy nello sviluppo di un piano quinquennale che, tra le altre cose, definirà obiettivi di ricerca per il settore, valuterà i potenziali rischi di tali interventi sul clima e definirà il livello di investimenti necessari per svolgere tale lavoro

La geoingegneria è stata a lungo un argomento tabù tra gli scienziati e alcuni sostengono che dovrebbe rimanere tale. Ci sono domande sui potenziali effetti collaterali ambientali e preoccupazioni sui possibili impatti non uniformi in diverse parti del globo. Non è chiaro come il mondo affronterà questioni complicate riguardanti la governance globale, chi dovrebbe prendere decisioni sull’implementazione di strumenti così potenti e a quali temperature medie globali dovremmo mirare. Qualcuno sostiene anche che la geoingegneria sia troppo pericolosa per tentare o anche solo per indagare, e che il solo parlare della possibilità potrebbe far sentire meno urgente la necessità di affrontare le cause alla base del cambiamento climatico.

Ma poiché la minaccia del cambiamento climatico cresce e le principali nazioni non riescono a compiere rapidi progressi sulle emissioni, sempre più ricercatori, università e nazioni stanno esplorando seriamente i potenziali effetti di questi approcci. Alcuni importanti gruppi scientifici, a loro volta, hanno chiesto standard più severi e finanziamenti più cospicui per portare avanti queste ricerche. L’anno scorso, la National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine ha raccomandato di istituire un programma di ricerca sulla geoingegneria solare negli Stati Uniti con un investimento iniziale compreso tra i 100 e i 200 milioni di dollari in cinque anni. 

I fautori della ricerca sulla geoingegneria, pur sottolineando che la riduzione delle emissioni deve rimanere la massima priorità, sono dell’idea che si dovrebbero esplorare queste possibilità perché possono ridurre significativamente i pericoli del cambiamento climatico. Le ondate di calore, siccità, carestie, incendi e altri eventi estremi stanno diventando più comuni o gravi e questo tipo di interventi sul clima possono essere tra i pochi mezzi disponibili per alleviare rapidamente le calamità ecologiche. 

Il problema degli standard

In una dichiarazione, l’Office of Science and Technology Policy ha confermato di aver creato un intergruppo di lavoro con rappresentanti di 10 agenzie di ricerca e missione, tra cui NOAA, NASA e Dipartimento dell’Energia,  come previsto dal disegno di legge sul finanziamento federale. Il gruppo ha già concordato uno schema per il piano quinquennale e prevede di completare una bozza entro la fine di luglio, che sarà riesaminata dal Subcommittee on Global Change Research e da altri uffici federali in tempo per rispettare la scadenza di metà settembre indicata nella legge sugli stanziamenti.

Fino a oggi, pochi soldi federali sono andati a questo settore di ricerca. La NOAA ha destinato circa 22 milioni di dollari a progetti relativi alla geoingegneria negli ultimi tre anni fiscali, la maggior parte dei quali è andata a iniziative all’interno dell’agenzia, anche se quest’anno sono state concesse numerose sovvenzioni a gruppi accademici. Questa cifra, fino a oggi, rappresenta quasi l’intero finanziamento federale degli Stati Uniti esplicitamente correlato alla geoingegneria solare.

È una procedura standard per gli enti scientifici federali, come la National Science Foundation, rivedere l’etica, gli impatti e le divulgazioni pubbliche dei progetti di ricerca che finanzia. Ma una tale struttura è stata per lo più carente nella ricerca sulla geoingegneria solare negli Stati Uniti, in parte, ancora una volta, per gli scarsi finanziamenti governativi.

Questo vuoto ha portato i ricercatori a cercare denaro e supervisione altrove. Il programma di ricerca sulla geoingegneria solare di Harvard, che ha lavorato per anni a un esperimento su piccola scala con palloncini stratosferici, ha raccolto fondi dalla William and Flora Hewlett Foundation, dalla Alfred P. Sloan Foundation, da Bill Gates e altri. L’università ha anche istituito un comitato consultivo indipendente per valutare l’esperimento, che inaspettatamente ha raccomandato al team di interrompere l’iniziativa programmata in Svezia all’inizio dello scorso anno. 

Un altro gruppo attivo è stato l’organizzazione no profit Silver Lining, che ha fornito borse di ricerca a gruppi dell’Università di Washington, Cornell, Rutgers e del National Center for Atmospheric Research. Ha anche raccolto fondi dalla società di venture capital Lowercarbon Capital, dal Pritzker Innovation Fund e da individui facoltosi. 

Il rapporto della National Academies, pubblicato all’inizio del 2021, offre probabilmente un’anteprima delle questioni chiave con cui il gruppo di lavoro interagenziale è alle prese. Gli autori hanno evidenziato che un programma di ricerca federale dovrebbe essere sviluppato in coordinamento con altri paesi, che dovrebbe concentrarsi sulla creazione di conoscenze e che dovrebbe rappresentare solo una piccola parte delle iniziative complessive di ricerca federale sul clima. 

Il rapporto ha anche messo l’accento sulla necessità di un solido insieme di regole per governare la ricerca in questo campo, come un codice di condotta, un registro per i progetti e standard chiari per coinvolgere il pubblico e le parti interessate, in particolare le comunità del Sud del mondo che potrebbero essere maggiormente colpite dai cambiamenti climatici o dagli interventi di geoingegneria.

Gli autori hanno aggiunto che gli esperimenti all’aperto che implicano il rilascio di sostanze dovrebbero essere presi in considerazione solo se promettono di fornire conoscenze o osservazioni che non potrebbero essere ottenute attraverso lavori di laboratorio, modelli o strumenti simili. Hanno inoltre raccomandato di creare un sistema di autorizzazioni e di condurre valutazioni dei potenziali impatti ambientali di tali lavori.

Il mese scorso, l’American Geophysical Union, un importante gruppo di scienziati del clima e dei pianeti, ha annunciato che stava creando un comitato consultivo per lavorare con altre organizzazioni globali per “sviluppare un quadro etico per guidare la ricerca e il possibile dispiegamento di misure di intervento sui cambiamenti climatici”. In questo quadro rientravano la geoingegneria solare e i metodi per rimuovere i gas serra dall’atmosfera.

Stabilire la linea di base

A oggi, spiega Gregory Frost, un chimico e manager di programma dell’iniziativa Earth’s Radiation Budget della NOAA, che sovrintende a questi progetti, la NOAA ha finanziato principalmente la modellazione, il monitoraggio e la ricerca di laboratorio per stabilire una migliore comprensione della composizione di base dell’atmosfera, utilizzando palloni ad alta quota, aerei e altri strumenti.

Queste iniziative possono aiutare i ricercatori a capire come cambiano le condizioni quando l’atmosfera è alterata da eventi naturali che disperdono particelle, come le eruzioni vulcaniche, e possono consentire loro di simulare gli impatti di possibili interventi. Poiché la NOAA mette in atto ulteriori azioni di monitoraggio in tutto il mondo, potrebbe anche definire un sistema di allerta precoce nel caso in cui una nazione proceda con la geoingegneria su larga scala, afferma Frost.

Diversi progetti finanziati utilizzano modelli per valutare la fattibilità e i potenziali effetti dell’alterazione delle nubi dello strato marino. Un lavoro precedente ha indicato che soffiare minuscole particelle di sale verso queste nuvole costiere potrebbe renderle più riflettenti e durature, restituendo una quantità significativa di calore se questo tipo di intervento fosse fatto su larghi tratti di costa.

Frost sottolinea che il governo federale non sta conducendo o finanziando alcuna ricerca che implichi il rilascio di particelle nell’ambiente. Studi su quale effetto giocano le particelle di incendi, vulcani, emissioni di razzi, inquinamento, tempeste di polvere o altre fonti potrebbero migliorare la modellazione climatica, le previsioni meteorologiche e il calcolo delle conseguenze possibili se una qualsiasi nazione portasse avanti interventi sul clima.

La diversità di idee è una risorsa

Non è ancora chiaro quali saranno le raccomandazioni del gruppo interagenziale. Shichi Talati, esperta di governance della geoigegneria che fa parte del comitato consultivo del progetto di ricerca sui palloni aerostatici di Harvard, spera che qualsiasi programma statunitense venga sviluppato e implementato in un attento coordinamento con altre nazioni, data la natura globale della geoingegneria. “È anche fondamentale”, spiega, “garantire che una nazione non abbia un controllo eccessivo o unilaterale del settore”.

Altre ricerche di geoingegneria vengono portate avanti in altre nazioni. Scienziati europei hanno esplorato una varietà di potenziali approcci. Il governo cinese ha finanziato i tentativi di modellazione in diverse istituzioni. Il Fondo DECIMALS, gestito nell’ambito della Degrees Initiative con sede nel Regno Unito, ha concesso quasi 1 milione di dollari in sovvenzioni per aiutare gli scienziati nei paesi in via di sviluppo a modellare gli effetti della geoingegneria solare. 

Un obiettivo specifico di quest’ultimo programma è aiutare i ricercatori in parti del mondo particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici a ” svolgere un ruolo maggiore nella valutazione e nella discussione” della geoingegneria solare. Secondo il sito del programma, i progetti includono iniziative per valutare il potenziale impatto degli interventi sulle tempeste di sabbia in Medio Oriente, sulla siccità in Sud Africa, sulla sicurezza idrica e alimentare in Bangladesh e sul colera nell’Asia meridionale.

Talati afferma che il rapporto statunitense dovrebbe anche considerare attentamente le serie di regole da applicarsi alla ricerca e agli esperimenti in questo campo, in particolare su come costruire un coinvolgimento significativo con le comunità vulnerabili e garantire che i ricercatori siano trasparenti sul lavoro. Infine, conclude, l’agenda della ricerca dovrebbe attingere alle competenze e alla prospettiva di un’ampia gamma di esperti, inclusi non solo scienziati ed esperti tecnici, ma anche sociologi, economisti e scienziati politici.

Photo by Marvin Meyer on Unsplash

(rp)

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