Nessuna regola per le piante manipolate con tecniche CRISPR

Il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti ha autorizzato lo sviluppo e la commercializzazione di piante geneticamente modificate senza che queste debbano essere sottoposte a regolamentazione.

di Antonio Regalado

In una importante vittoria per l’industria biotech, il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti ha dichiarato che non regolamenterà le piante i cui genomi sono stati alterati utilizzando tecnologie di gene-editing.

La decisione significa che potremmo presto assistere a un boom di piante modificate da società quali Monsanto, università e startup quali Calyxt, i cui semi di soia alterati sono comparti nella nostra storia di copertina lo scorso anno.

Sotto la presidenza Obama, la USDA aveva gettato le basi per regolamentare piante geneticamente modificate e garantirne la sicurezza. L’amministrazione Trump ha però cancellato questa riforma, e la USDA dichiara “innocue” queste piante.

La USDA sostiene che le tecnologie di editing del genoma rappresentino semplicemente una forma (ben più) accelerata di allevamento. Dunque, ammesso che le modifiche apportate siano ottenibili anche attraverso tecniche di allevamento convenzionali, le tecniche di gene-editing utilizzate per ottenerle necessiteranno di regolamentazione.

La concessione include anche gli interventi atti a creare una immunità a malattie o una resistenza a composti chimici, oltre alle modifiche volte a rendere i semi più grandi e pesanti. Non include le piante transgeniche (quelle con geni derivati da specie distanti); queste verranno regolamentate.

Il commercio delle grandi colture è un affare globale. A meno che Europa e Cina non autorizzino la coltivazione di piante geneticamente modificate, le esportazioni di piante CRISPR potrebbero ancora restare bloccate.

(MO)

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