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Imponendo ai fabbricanti d’automobili di produrre veicoli in grado di coprire 56 km con un gallone entro il 2020 e stabilendo che 36 miliardi di galloni di combustibile per il trasporto negli Stati Uniti provengano da fonti rinnovabili entro il 2022, l’Energy Independence and Security Act del 2007 ha inteso ridurre la dipendenza del paese dalle importazioni di petrolio greggio.

La recessione «potrà far sentire i suoi effetti ancora per due anni», ma la domanda di combustibile si rialzerà annullando in breve ogni tentativo di riduzione della dipendenza da parte del legislatore, sostiene Kenneth Berlin, autore di numerosi studi sulla sicurezza energetica e sul riscaldamento globale pubblicati dal Center for American Progress, un gruppo di esperti con sede a Washington.

A marzo del 2009, nel tentativo di ridurre ulteriormente le importazioni di petrolio – e le emissioni di gas serra – l’amministrazione Obama ha destinato 2,4 miliardi di finanziamenti dello stimulus plan ai produttori di componenti per veicoli ibridi ricaricabili e a chi è impegnato nella costruzione di stazioni di ricarica e altre infrastrutture per i veicoli elettrici.

Questi finanziamenti hanno il carattere della straordinarietà. Nel lungo termine, la legge sull’energia ora all’esame del Congresso statunitense dovrebbe stimolare lo sviluppo di nuove tecnologie per il trasporto, particolarmente i veicoli elettrici. La Camera ha già approvato una legge che stabilisce che le imprese pubbliche del settore elettrico sviluppino dei piani per sostenere l’utilizzo dei veicoli ibridi ricaricabili (idealmente, questi progetti dovrebbero includere le stazioni pubbliche di ricarica). La legge offre anche supporti finanziari per controbilanciare il maggior costo dei veicoli elettrici. La versione del Senato presentata a settembre del 2009 si occupa a sua volta dei veicoli ibridi ricaricabili e delle stazioni di ricarica, ma non contiene una misura specifica per compensare il prezzo d’acquisto.