Uno sguardo da vicino sul pianeta Venere

Le nuove immagini scattate da BepiColombo, una missione spaziale diretta verso Mercurio, arrivano in un momento in cui l’interesse per il secondo pianeta più vicino al Sole è a un massimo storico.

di Neel V. Patel

La missione è gestita congiuntamente dall’Agenzia spaziale europea e dalla Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) e sta raccogliendo una vasta gamma di immagini e nuovi dati che potrebbero rivelare indizi sconosciuti sull’atmosfera venusiana, rivelando se il pianeta potrebbe ospitare vita extraterrestre.

Nel corso del lungo viaggio verso Mercurio, BepiColombo ha effettuato un passaggio ravvicinato intorno a Venere a una distanza di circa 10.000 km. Il sorvolo ravvicinato ha lo scopo di utilizzare la gravità di Venere come forza di riduzione della velocità per regolare la traiettoria del veicolo spaziale verso la sua destinazione finale. 

Questo sorvolo ha offerto agli scienziati l’opportunità di osservare più da vicino Venere. Nel mese scorso si è scoperto che le nuvole di Venere contengono fosfina, un possibile segno di attività biologica sul pianeta. Il gas, che sulla Terra può essere prodotto da microorganismi anaerobi, indica che ci sono buone probabilità che la vita potrebbe risiedere all’interno dell’atmosfera densa e ricca di carbonio. Tuttavia, è anche possibile che quelle tracce di fosfina siano il risultato di una chimica naturale esotica non trovata sulla Terra. 

La maggior parte degli strumenti di BepiColombo sono ancora conservati fino all’appuntamento con Mercury, inclusa la sua fotocamera principale. Quelli che sono funzionali al momento (10 in totale) sono progettati principalmente per lo studio di Mercurio, un pianeta privo di atmosfera. Ma ci sono ancora alcuni bit di dati raccolti dal veicolo spaziale che potrebbero essere utili. (Si veda link)

Due telecamere più piccole rivolte verso la sonda stessa sono accese e sono riuscite a scattare diverse foto di Venere (oscurate un po ‘dal magnetometro e dall’antenna della sonda). Uno spettrometro a bordo (che misura le emissioni di lunghezze d’onda elettromagnetiche per svelare la chimica di altri oggetti) ha acquisito oltre 100.000 immagini spettrali dell’atmosfera venusiana. Altri strumenti hanno studiato la temperatura e la densità del pianeta, nonché il suo ambiente magnetico e il modo in cui interagisce con i venti solari. 

E’ improbabile che lo spettrometro e altri strumenti attivati siano stati in grado di studiare le molecole di fosfina su Venere durante questo sorvolo, ma potrebbero essere in grado di registrare la presenza di altre firme biologiche che potrebbero rafforzare le prove di una possibile vita su Venere. 

Inoltre, questo primo sorvolo di Venere potrebbe essere pensato come il primo assaggio di una seconda missione che BepiColombo effettuerà nell’agosto 2021. Ora che il team della missione ha una migliore percezione di come calibrare meglio questi strumenti per studiare Venere più da vicino avrà una opportunità migliore per fare una raccolta di dati ancora più precisi l’anno prossimo, quando la distanza si ridurrà a soli 550 km. Le possibilità di rilevare la fosfina in quel sorvolo sono limitate, ma non pari a zero. E potrebbero essere individuate anche tracce di altre firme biologiche.

La missione farà il suo primo sorvolo di Mercurio nell’ottobre successivo. I tre diversi veicoli spaziali che compongono BepiColombo si separeranno completamente quando la missione entrerà nell’orbita di Mercurio nel 2025.

(rp)

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