L’Italia offre un contributo concreto nella lotta al climate change.
di Luca Longo
Nuove attività di ricerca e sviluppo per lo sfruttamento dell’energia solare e per un uso intelligente delle biomasse, una maggiore efficienza energetica nelle operazioni oil & gas, la mitigazione del flaring. Così anche l’Italia, attraverso l’impegno di Eni, offre un contributo concreto nella lotta al climate change.
Lo scorso giugno, l’AD di Eni Claudio Descalzi, commentando l’enciclica di Papa Francesco sull’ambiente, espresse le proprie preoccupazioni sul climate change e sottolineò la necessità di ridurre le emissioni di CO2.
Sono state dichiarazioni che hanno suscitato interesse e che sono state lette come un punto di discontinuità rispetto alla precedente gestione.
«La nuova gestione di Eni ha chiaramente indicato come strategiche tutte le misure che possono contribuire ad una efficace lotta ai cambiamenti climatici, con l’obiettivo di contenere l’innalzamento della temperatura media del Pianeta entro i 2°C, anche attraverso la riduzione delle emissioni nelle nostre operazioni» ha confermato Francesca Ferrazza, vice presidente Renewable Energy & Environmental R&D Projects, in un’intervista sulla rivista specializzata Solare Business.
In campo energetico, le sfide tecnologiche più importanti sono legate alla necessità di mantenere livelli di produzione di energia in linea con le richieste di riduzione di emissioni all’interno di un panorama geopolitico molto complesso. Per affrontare queste sfide, l’azienda ha messo a disposizione il patrimonio intellettuale e le competenze tecnologiche acquisite in oltre settanta anni di attività.
Sono molte le misure in fase di studio – o già in fase di realizzazione – direttamente sugli impianti di estrazione Eni, come l’efficienza energetica nelle operazioni oil & gas, la soluzione dei problemi legati alle emissioni fuggitive o la mitigazione del flaring (la combustione del gas naturale estratto insieme al petrolio quando non risulta conveniente costruire accanto ai pozzi le infrastrutture per immagazzinarlo e trasportarlo altrove).
Nella strategia Eni, l’investimento sui biocarburanti ha portato alla riconversione della raffineria di Venezia Porto Marghera, che da alcuni mesi è diventata Green Refinery ed è dedicata alla produzione di Green Diesel. Anche la raffineria di Gela è in questo momento sottoposta a importanti lavori per risanare l’ambiente in cui si trova e per la sua totale riconversione in bioraffineria.
Accanto a questi temi, continua una solida e innovativa attività per l’individuazione delle migliori soluzioni tecniche condotta trasversalmente nei centri di ricerca Eni. Lo sviluppo della ricerca di nuove tecnologie per lo sfruttamento di fonti rinnovabili è l’aspetto più importante, e certamente il più innovativo, di questo rinnovato impegno di Eni per l’ambiente.
Le tecnologie attuali nel campo del fotovoltaico hanno avuto una capacità di progresso tecnico ed economico importanti, ma non tali ancora da rappresentare risposte definitive in termini di costi. Si stanno studiando tecnologie che in futuro possano rappresentare delle alternative sostenibili. Allo stesso tempo, si monitorano le tecnologie esistenti per trovare utilizzi che contribuiscano all’efficienza energetica ed alla riduzione delle emissioni. A questo scopo, il centro ricerche Donegani – la storica culla della chimica industriale italiana – è stato riconvertito già nel 2007 in Centro Ricerche per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente. Qui, la ricerca e lo sviluppo tecnologico di Eni sono condotti secondo tre direttrici principali.
La prima direttrice di ricerca riguarda lo sfruttamento dell’energia solare. In questo ambito, nei laboratori di Novara, si stanno sviluppando le celle solari della prossima generazione: a base di polimeri, flessibili, resistenti, economiche, prive di Silicio. Realizzate con speciali stampanti a getto d’inchiostro, potranno essere integrate nelle pareti degli edifici e su superfici curve. Funzioneranno anche all’alba, al tramonto e col cielo nuvoloso. Qui sono nati i nuovi Concentratori Solari Luminescenti: pannelli fotovoltaici trasparenti e colorati per la produzione di energia elettrica dal Sole che possono essere integrati nelle finestre degli edifici, nelle serre, nella cartellonistica stradale e nelle barriere antirumore. Fra i progetti alternativi al Silicio, uno dei più promettenti è rappresentato dalle celle solari ibride a coloranti, note come dye-sensitized solar cells. Sempre qui sono già stati realizzati i primi prototipi con tecnologie e coloranti brevettati da Eni.
La seconda direttrice riguarda lo sfruttamento delle biomasse. A Novara è nato il primo impianto pilota per la trasformazione della frazione organica dei rifiuti urbani, dell’industria alimentare e dell’agricoltura in biodiesel con un’efficienza di oltre l’80%. Nello stesso centro ricerche è nata una nuova tecnologia per la produzione di biodiesel di seconda generazione ottenuto dagli scarti agricoli. Attraverso speciali microorganismi e il processo Eni Ecofining si ottiene un diesel verde migliore di quello ottenuto dal petrolio. I vantaggi di queste ultime due tecnologie non risiedono solo nel recupero – con alta efficienza – dell’energia contenuta negli scarti urbani, agricoli e forestali, ma anche nell’impiego di materiali organici che altrimenti finirebbero in discarica.
La terza direttrice punta decisamente su nuove tecnologie per la salvaguardia dell’ambiente. Numerosi sono i progetti in questo settore. Nei laboratori di Novara sono stati sviluppati dispositivi basati sulla percolazione selettiva che permettono di riassorbire direttamente le sostanze oleose (greggio, carburanti,…) incidentalmente versati nelle acque tramite membrane selettive che non richiedono costosi sistemi di ripristino dell’assorbente e di post trattamento del materiale raccolto. Intanto, nei laboratori del Centro Ricerche per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente di San Donato Milanese si studiano tecniche di fitorimedio per la decontaminazione di terreni inquinati da metalli o da idrocarburi tramite combinazioni di piante selezionate e microorganismi. Altre tecnologie sono state sviluppate per il recupero elettrocinetico di inquinanti dai suoli e per la decontaminazione delle acque di falda.
Per colmare il gap fra richiesta e disponibilità di energia da fonti rinnovabili, sempre al Donegani si stanno studiando nuove batterie a flusso per immagazzinare l’energia elettrica destinate a rendere disponibili tagli di energia tra i 100 kW ed i 100 MW, sicure ed a basso impatto ambientale.
Accanto ai progetti di ricerca e sviluppo sulle tecnologie innovative nel campo del solare e dei biofuels, Eni sta lavorando ad una valutazione di ingresso sulle fonti rinnovabili in termini di business nei Paesi in cui opera, specialmente in Africa dove è il primo operatore petrolifero. In questo continente il problema dell’accesso all’energia per centinaia di milioni di persone è quanto mai attuale e rappresenta un fattore indispensabile sia per il miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti che per il progresso culturale e sociale delle popolazioni.
(sa)