Una rete elettrica migliore e rinnovabili più diffuse abbatterebbero le emissioni dell’80 percento

Stando a un gruppo di ricercatori, reti elettriche su larga scala potrebbero eliminare la necessità di ricorrere a sistemi avanzati per lo stoccaggio dell’energia.

di Richard Martin

Stando a un nuovo studio, le emissioni associate al settore elettrico degli Stati Uniti potrebbero essere abbattute dell’80 percento senza provocare un aumento nei prezzi dell’elettricità. Il risultato, però, sarebbe solo possibile modernizzando la rete elettrica su scala nazionale.

Il lavoro, comparso ieri su Nature Climate Change, è opera di un team di ricercatori guidato da Alexander MacDonald, della National Oceanic and Atmospheric Administration, e Christopher Clack, del Cooperative Institute for Research in Environmental Sciences dell’Università del Colorado. Lo studio conclude che, guardando agli Stati Uniti come ad un singolo mercato interconnesso, sarebbe possibile fornire grandi quantità di elettricità libera dalle emissioni di anidride carbonica.

Un simile sistema su larga scala eliminerebbe il problema legato all’intermittenza di fonti quali eolico e solare. “Alla carenza di energia eolica o solare di una piccola area si potrebbe tranquillamente rimediare con l’energia generata da un’altra area più grande”, spiegano MacDonald e colleghi.

Il piano richiederebbe importanti investimenti in sistemi di trasmissione ad alta tensione in corrente continua. Di fatto, i ricercatori paragonano l’intervento alla costruzione del sistema autostradale interstatale degli anni ’50. Al momento, tre grandi reti separate alimentano gli Stati Uniti, e la maggior parte delle linee di trasmissione opera a corrente alternata, caratteristica che limita sia il voltaggio che lo spessore dei cavi, con una conseguente limitazione alla quantità di energia che può essere trasportata.

MacDonald e Clack sostengono però che i benefici di una capacità estesa superino ampiamente i costi. “Persino raddoppiando il costo delle linee di trasmissione il risultato non cambierebbe, perché i benefici di una simile installazione sarebbero enormi”, dice MacDonald.

Questo studio è il primo ad esaminare il potenziale ambientale di un sistema unificato facente uso delle tecnologie rinnovabili disponibili su larga scala e di una migliore capacità di trasmissione. Eppure, l’aggiunta di nuove infrastrutture per la rete è un’operazione ardua che deve spesso scontrarsi con costi e studi di fattibilità sfavorevoli. Questo mese, il segretario per l’energia degli Stati Uniti, Ernest Moniz, ha presentato un programma che prevede l’investimento di $220 milioni per la modernizzazione della rete e lo sviluppo di sistemi di stoccaggio avanzati; nulla a che fare, però, con la portata della soluzione immaginata dallo studio NOAA. Nonostante il potenziale teorico, quindi, limitazioni politiche e finanziarie potrebbero impedire a un simile progetto di prendere forma.

(MO)

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