Una mappa per l’agricoltura sostenibile

Il progetto Sustainable Agriculture Matrix, SAM, fornisce misurazioni indipendenti e trasparenti della sostenibilità agricola a livello nazionale

di Lisa Ovi

Quando si parla di emissioni, immediatamente pensiamo alle ciminiere fumanti di una fabbrica, ai gas di scarico delle automobili o ai pozzi petroliferi che alimentano la fame di energia del mondo industrializzato. Più raramente pensiamo al sistema alimentare.

Eppure, secondo recenti stime pubblicate dalla FAO i sistemi alimentari sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni globali di gas serra. Che si tratti di cambiamenti dell’uso del suolo o della produzione agricola vera e propria, fino alle attività di imballaggio e gestione dei rifiuti, ci troviamo di fronte ad uno dei principali responsabili del cambiamento climatico.

È possibile realizzare un sistema agricolo-alimentare a zero emissioni? Nella visione della FAO, per essere definito sostenibile, un sistema agricolo deve soddisfare i bisogni delle generazioni presenti e future, garantendo al contempo redditività, salute ambientale ed equità sociale ed economica. L’alimentazione e l’agricoltura sostenibili sono fondamentali sia per i quattro pilastri della sicurezza alimentare – disponibilità, accesso, utilizzo e stabilità – sia per le la salvaguardia della sicurezza ambientale, sociale ed economica.

La promozione dell’agricoltura sostenibile è stata elevata a soluzione contro la fame e la disuguaglianza economica nel mondo al secondo dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDG) stabiliti dall’ONU nel 2016 come mappa per ottenere un futuro migliore e più inclusivo per il pianeta intero. Un percorso globale credibile verso la decarbonizzazione e la lotta al cambiamento climatico richiede cambiamenti sostanziali nelle politiche governative globali.

A questo proposito, la Comuntà Europea ha varato la propria strategia Farm to Fork, pensata per favorire ed accelerare la transizione dei sistemi agricoli degli stati membri in una direzione di sostenibilità che possa avere un impatto ambientale neutro o positivo. contribuire a mitigare il cambiamento climatico e resistere ai suoi impatti, oltre che invertire la perdita di biodiversità.

La responsabilità di questa transizione di un settore complesso e variegato quanto la conformazione geografica di ciascun continente, ricade dunque su governi ed organizzazioni locali, a diretto contatto con le singolari realtà del proprio territorio. Come tradurre nella pratica quotidiana una definizione così ampia di cosa significhi praticare un’agricoltura sostenibile?

Secondo un gruppo di ricercatori del University of Maryland Center for Environmental Science diretti dalla professoressa Xin Zhang, il primo passo per assicurare una presa di responsabilità da parte di nazioni e parti interessate tutte, è il Sustainable Agriculture Matrix (SAM). Presentato in una pubblicazione apparsa su One Earth, SAM rappresenta la prima valutazione quantitativa della sostenibilità agricola mai formulata per ciascun paese del mondo, basata non solo sugli impatti ambientali, ma anche economici e sociali. Le misurazioni indipendenti e trasparenti raccolte vengono proposte come uno strumento offerto a governi e organizzazioni per valutare i progressi, incoraggiare la responsabilità, identificare le priorità per il miglioramento e informare le politiche e le azioni nazionali necessarie alla transizione verso un’agricoltura sostenibile in tutto il mondo .

Avvaito nel 2017, il progetto che ha portato alla creazione di SAM ha coinvolto circa 30 parti interessate ed esperti di tutto il mondo, tra cui Oxfam, l’International Institute for Applied Systems Analysis, l’International Food Policy Research Institute e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura , così come partner accademici come University College London, University of Queensland, University of California Berkeley e University of Maryland Center for Environmental Science, nella valutazione degli impatti della produzione agricola su scala nazionale intorno a una vasta gamma di fattori ambientali, economici, e dimensioni sociali della sostenibilità.

La prima edizione di SAM è composta da 18 indicatori che misurano gli impatti diretti della produzione agricola sull’ambiente e sull’economia e impatti più ampi sull’intera società, riconoscendo che l’agricoltura è profondamente interconnessa con altri settori.

Un’enfasi in questa prima edizione cade sull’identificazione di compromessi tra indicatori di prestazione, come tra prestazioni economiche migliorate e prestazioni ambientali ridotte, e anche alcuni esempi meno comuni di compromessi come l’aumento dei sussidi agricoli non ha necessariamente migliorato la nutrizione umana. Esempio comune di compromesso nell’industria agro-alimentare è il confronto tra i vantaggi economici della produzione agricola per lo sviluppo economico locale e nazionale, e gli lo stress provocato all’ecosistema da utilizzo dell’acqua, inquinamento da nutrienti e perdita di biodiversità.

Il prossimo passo del consorzio SAM sarà il lancio di un progetto pilota in sei paesi e regioni, tra cui Stati Uniti, Austria, Brasile, Turchia, Sud Africa, Africa sub-sahariana. Il consorzio utilizzerà la prima edizione degli indicatori SAM come base d’avvio per le conversazioni e il coordinamento tra le parti interessate a sviluppare strategie nazionali e locali che possano portare alla transizione verso un’agricoltura sostenibile.

(lo)

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