Una mappa digitale delle favelas brasiliane

Gli insediamenti illegali e non pianificati crescono ovunque nelle città con la crescente urbanizzazione e solo la tecnologia digitale potrà aiuitare i residenti a usufruire dei servizi di cui hanno necessità.

di Fabio Duarte, Carlo Ratti e Washington Fajardo

Trovare la strada per Rocinha a Rio de Janeiro non è facile. Gli edifici sono densamente e turbolentemente disposti in un modo che sfida i tradizionali sistemi di identificazione come i nomi delle strade e i numeri civici. Rocinha è una favela, una delle più grandi tra le centinaia di insediamenti non pianificati sorti alla periferia delle città brasiliane dal XIX secolo. Più del 5 per cento della popolazione del paese ora vive in comunità come queste, con 100.000 persone nella sola Rocinha. 

Muoversi nella favela ha dato vita a soluzioni creative, come il programma “postino amichevole“: le aziende consegnano i pacchi a un punto di consegna centrale e un team di residenti di Rocinha, gli unici abbastanza familiari con le strade, li smistano. Con pochi aiuti formali o amministrativi e scarse opportunità economiche, i residenti delle favela hanno lottato per far fronte a condizioni di vita malsane e a violenze frequenti. Uno spesso muro di segregazione sociale significa che le risorse della città, tra cui elettricità e acqua pulita, devono prendere strade tortuose e incerte per arrivare a destinazione. L’aspettativa di vita nelle favelas è di soli 48 anni, 20 anni al di sotto della media nazionale. 

Si è parlato molto della crescita vertiginosa delle città del mondo, ma poche persone sono consapevoli di come sia effettivamente una larga fetta della crescita urbana. Le nascite e le migrazioni sono concentrate nel mondo in via di sviluppo e, ad eccezione della Cina, la maggior parte del nuovo tessuto urbano è informale: più baraccopoli che grattacieli. Nonostante tutte le nostre ipotesi futuristiche, la città di domani probabilmente non sarà molto diversa da Rocinha.

Nel XX secolo, il governo brasiliano ha tentato di sradicare le favelas e sostituirle con alloggi pubblici più formali, ma i bulldozer non sono riusciti a tenere il passo con la massiccia migrazione urbana che ha fatto gonfiare questi insediamenti. Anche altri governi e urbanisti hanno cercato di smantellarli, ma questa strategia si è rivelata perdente. Si stinma che più di 2 miliardi di persone in tutto il mondo vivano al loro interno.

All’inizio degli anni Duemila, la città di Medellín, in Colombia, ha avviato un processo di risanamento che avrebbe ispirato il mondo. Gli insediamenti si erano sviluppati sulle montagne e la città si era impegnata a servire queste comunità in modo adeguato. Si è iniziato con la costruzione di una rete di funivie, che svettavano sopra il terreno che da tempo divideva la città. 

I tentativi di sradicare queste comunità hanno lasciato il posto a una politica di incorporazione, per esempio il governo li ha scelti come siti per nuove biblioteche e parchi pubblici. Il modello di Medellin, nonostante alcune lacune, da allora è diventato un punto di riferimento in America Latina e in tutto il mondo. 

Vent’anni dopo, la nuova tecnologia ci sta dotando di una serie di strumenti ancora più potenti. Oggi, la città di Rio de Janeiro e il Senseable City Lab del MIT  stanno lavorando insieme per mappare digitalmente l’intera Rocinha per la prima volta. I ricercatori del nostro team stanno trasportando scanner 3D attraverso i vicoli stretti e giù per le colline in pendenza, sperando di catturare ogni centimetro del quartiere di 1,5 chilometri quadrati. Ogni secondo vengono generati circa 300.000 punti dati. 

Il costo per scansionare l’intera comunità di Rocinha sarà inferiore a 60.000 dollari, che crediamo si ripagherà da solo abilitando applicazioni utili per i suoi residenti. Con una mappa accurata di Rocinha, la città potrebbe fornire più facilmente l’accesso ai servizi pubblici come l’acqua e la raccolta dei rifiuti, migliorare i vicoli e creare piazze e luoghi pubblici.

Queste scansioni potrebbero anche essere utilizzate per creare registrazioni delle proprietà, che potrebbero essere gestite e scambiate su una blockchain per evitare la burocrazia e ridurre i costi di trasferimento dei titoli. E’ vero che un tale sistema da scansioni 3D può sollevare preoccupazioni sulla privacy dei dati ma, se siamo in grado di agire con raziocinio, i residenti delle favelas potrebbero acquistare e vendere proprietà più facilmente rispetto a qualsiasi sistema formale di registro immobiliare.

Avere una migliore conoscenza della disposizione fisica delle favelas potrebbe anche migliorare le condizioni di vita. I progettisti urbani potrebbero utilizzare questi dati per decidere se inserire sistemi di scale o quali strutture rimuovere per consentire più aria, sole o luce.

Chiaramente, la soluzione a lungo termine ai problemi più urgenti che i residenti delle favelas devono affrontare riguarda le questioni sociali che portano alla costruzione di questi insediamenti in primo luogo. Ogni nazione ha le sue sfide. Il Brasile deve ridurre la disuguaglianza sociale, l’Europa occidentale deve ripensare ai problemi delle sue ex colonie e le nazioni di tutto il mondo dovrebbero prepararsi a un aumento della migrazione legata al clima. 

Il modo in cui scegliamo di rispondere alle favelas, alle baraccopoli e ai campi profughi nei prossimi anni definirà gli atteggiamenti politici e culturali che determinano il loro futuro a lungo termine. Vale la pena ricordare che la maggior parte delle città è nata da meccanismi di sviluppo informali. 

Molte zone di Parigi erano così fino agli interventi di Baron Haussmann, la cui riprogettazione del XIX secolo fu resa possibile con la forza di un prefetto militare. Cinquant’anni fa, Singapore era ancora una baraccopoli. New York una volta aveva più insediamenti illegali che altrove negli Stati Uniti, ma ondate di gentrificazione ci hanno permesso di dimenticare quella storia disordinata. 

La strada per la città di domani passa per Rocinha. Le nostre decisioni in questa generazione aiuteranno a decidere i destini dei miliardi di nascituri negli anni a venire. I residenti delle favelas sono già esperti nella gestione dell’informalità: alcuni stavano mappando le loro comunità con carta e penna molto prima che iniziassimo il nostro lavoro con gli scanner 3D. Lavorando al loro fianco, possiamo trovare un nuovo equilibrio tra le forze dall’alto e quelle che provengono dal basso per ridefinire le città.

Fábio Duarte e Carlo Ratti sono ricercatori del MIT Senseable City Lab. Washington Fajardo è il responsabile dell’urbanistica della città di Rio de Janeiro.

Foto: Un insediamento abusivo a Rocinha, a Rio de Janeiro.Washington Fajardo

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