Un sistema radar potrebbe liberare i droni dalle loro redini

Un sofisticato sistema di scansione radar grande quanto un libro tascabile potrebbe permettere ai droni di rilevare ed evitare altri velivoli anche senza l’ausilio del loro operatore.

di Tom Simonite

I vari casi d’uso per i droni sono ormai chiari. Possono contribuire al monitoraggio dei raccoltilocalizzare persone smarrite e persino trasportare pacchi. Non è altrettanto chiaro come utilizzarli per queste applicazioni in maniera sicura.

La Federal Aviation Administration degli Stati Uniti dice di non aver intenzione di lasciare che piccoli droni si spingano oltre il campo visivo del pilota fino a quando non sarà stata sviluppata una tecnologia che permetta loro di rilevare ed evitare autonomamente altri velivoli. Questa limitazione è sufficiente a tenere a terra idee come quelle perseguite da Amazon e Google per la consegna di pacchi.

La startup Echodyne di Seattle ha appena presentato un gadget, grande quanto un libro tascabile, che potrebbe tranquillizzare la FAA. La società ha sviluppato una tecnologia in grado di semplificare e rimpicciolire le complesse antenne necessarie a creare i sistemi radar installati a bordo di velivoli militari e commerciali.

Per riuscirvi, la società ha sfruttato i metamateriali, strutture progettate con cura per manipolare i segnali elettromagnetici in maniere impossibili per i metalli convenzionali ed altri materiali (vedi “Metamaterial Radar May Improve Car and Drone Vision”).

Sebbene le scansioni radar siano già state testate per il monitoraggio dei droni e per sistemi di controllo del traffico, le dimensioni e i costi della tecnologia hanno finora impedito che venisse contemplata come possibile soluzione in grado di migliorare la capacità dei droni di rilevare altri velivoli, spiega Eben Frankenberg, CEO di Echodyne. La società ha ricevuto fondi per $15 milioni da investitori fra cui Bill Gates.

Benjamin Trapnell, un professore associato della University of North Dakota che lavora a sistemi di controllo e sicurezza per droni, sostiene che le scansioni radar potrebbero essere una buona soluzione al problema della sicurezza dei droni. Non solo permette di rilevare la presenza di altri velivoli in un ampio campo visivo, ma può tracciare nel dettaglio qualunque velivolo individuato senza smettere di tenere sotto controllo il resto dello spazio aereo, dice.

Una manciata di società non meglio precisate sta lavorando con Echodyne e potrà testare il dispositivo – denominato Mesa-K – intorno al mese prossimo. I test di volo effettuati da queste società dovrebbero servire a dimostrare che il sistema è in grado di assolvere le funzioni necessarie a garantire la sicurezza dei droni e delle persone attorno a loro, dice Frankenber. “Nelle aree rurali è necessario guardarsi da aerei agricoli e parasailor, mentre in città o aree più trafficate bisogna evitare sia aerei commerciali che altri droni”, precisa Frankenberg.

Il Mesa-K può solo rilevare oggetti entro i 500 metri di distanza perché è stato pensato per applicazioni al di là dei droni, come aiutare le automobili a guida autonoma a rilevare l’ambiente circostante. Una seconda versione, pensata appositamente per i droni, verrà presentata più avanti ed avrà un raggio d’azione di tre chilometri. Frankenberg stima di riuscire a produrre sistemi radar che aggiungeranno appena qualche migliaio di dollari al costo di un drone commerciale.

(MO)

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