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Perline in zeolite rappresentano una soluzione più efficiente e conveniente per impedire ai raccolti di marcire nelle regioni umide del pianeta.

di James Temple

Lo scienziato botanico Kent Bradford crede che una semplice perlina in ceramica in grado di risucchiare l’umidità nell’aria possa migliorare il consumo energetico e ridurre i costi associati all’agricoltura.

Queste perline sono composte da zeoliti, una classe di minerali porosi che si legano rapidamente ad alcuni materiali. In questo caso, la struttura porosa è stata progettata appositamente per intrappolare le molecole d’acqua. Bradford, un professore di scienze botaniche presso la University of California, Davis, stima che questa soluzione potrebbe dimezzare il consumo energetico associato alle operazioni di asciugatura su larga scala e, nelle regioni più umide del pianeta, ridurre considerevolmente la perdita di raccolti a seguito della formazione di muffa e tossine fingine.

Queste perline in zeolite possono essere riposte assieme a semi e diversi tipi di raccolti per tenerli asciutti

Le perline in zeolite sono state sviluppate dalla Rhino Research in Thailandia. Bradford e i suoi collaboratori hanno trascorso diversi anni a testare ed affinare la tecnologia con la collaborazione di agricoltori locali in Thailandia, India, Nepal, Kenya ed altre regioni tropicali dove fino a un terzo dei raccolti viene perduto prima che abbia raggiunto i consumatori. In quelle regioni, le perline verrebbero riposte accanto a, diciamo, un raccolto di riso o semi di mais, separate in pile distinte o appositi compartimenti. Grazie all’interazione con l’acqua presente nell’aria, questo approccio ridurrebbe notevolmente il tasso di umidità che è responsabile della formazione di muffa o infezioni fungine.

I ricercatori stanno adoprandosi per portare la tecnologia nei paesi più ricchi ed ampliarne la diffusione su scala industriale, esplorandone l’uso per asciugare raccolti di mandorle, noci, riso e cereali. Solitamente, il processo di asciugatura viene eseguito investendo i raccolti con un getto di aria calda in una torre o silo di asciugatura. Alcuni esperimenti, però, dimostrano che l’aria a temperatura ambiente può funzionare ugualmente; l’importante è assicurare che l’umidità al suo interno sia stata ridotta dall’interazione con gli zeoliti. I ricercatori ritengono che questo approccio possa addirittura migliorare la qualità del prodotto finale, perché un riscaldamento disomogeneo può abbrustolire parte del raccolto, rovinando il sapore di noci ed altri alimenti.

Le perline vanno ugualmente riscaldate in un secondo momento per rimuovere l’acqua e permettere di ripetere il ciclo. Questa fase, però, può essere effettuata in spazi compatti come un forno, che è di gran lunga più efficiente rispetto a qualunque altro processo attualmente in uso.

(MO)