Sacchetti della spesa ed altri prodotti potrebbero essere sciolti per ottenere prodotti utili come gas e petrolio.
di Charlotte Jee
Il problema: Le discariche e gli oceani del pianeta sono vengono sempre più ricoperti di plastica. Secondo le Nazioni Unite, appena il 9% degli 8,3 miliardi di tonnellate di plastica prodotta negli ultimi 65 anni è stato riciclato, ed oltre 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei nostri mari ogni anno.
Il processo: La tecnologia agisce sul poliolefine, il genere di plastica utilizzato per sacchetti della spesa, giocattoli e involucri. Stando ai ricercatori che hanno descritto il processo in un paper, pubblicato su Sustainable Chemistry and Engineering, queste tipologie di prodotti ammontano a circa il 23% dei rifiuti plastici.
La nuova tecnica sfrutta il processo di liquefazione idrotermale che, attraverso temperature elevate, consente di sciogliere pellet di poliolefine per poi discioglierli nell’acqua. I sottoprodotti di questo processo sono petrolio, gas o solventi.
Il lato positivo: Il riutilizzo della plastica esistente potrebbe capovolgere la situazione. I ricercatori sostengono che questo processo di conversione potrebbe funzionare sul 90% dei rifiuti in polypropylene.
Immagine: Linda Wang, Purdue Research Foundation, Vincent Walter
(MO)