Twitter avviserà gli utenti dei deepfake, ma non li rimuoverà

L’azienda ha elaborato una linea politica molto chiara sui falsi in rete: informerà gli utenti sulle manipolazioni, ma non li rimuoverà. In particolare, inserirà un avviso accanto ai tweet che contengono deepfake, prima che gli utenti condividano i tweet o mettano un “Mi piace”, o aggiungerà un collegamento a una notizia o un Twitter Moment per spiegare dove è l’inganno.

di Charlotte Jee

L’azienda ha dichiarato che potrebbe rimuovere i deepfake nei quali si minaccia la sicurezza fisica di qualcuno o si possono causare gravi danni. Gli utenti hanno tempo fino al 27 novembre per dare un feedback a Twitter sulle proposte avanzate.

E’ diventato relativamente facile realizzare video convincenti grazie ai progressi dell’intelligenza artificiale. Ciò ha portato a una sorta di panico sul potenziale dei deepfake di sovvertire la democrazia, in quanto possono essere usati per manipolare i discorsi dei politici.

Ma il panico è giustificato? I più famosi deepfake sui politici finora non rientrano in questa categoria (si pensi al video di Nancy Pelosi) o sono stati creati da persone che mettono in guardia dai deepfakes e non da malintenzionati. Per esempio, nel Regno Unito sono stati diffusi due nuovi deepfake del primo ministro, Boris Johnson, e del leader dell’opposizione, Jeremy Corbyn, entrambi sostenitori delle prossime elezioni anticipate del 12 dicembre, ma sono stati creati da Future Advocacy, un think tank impegnato a fare opera di sensibilizzazione sul problema.

Non si può negare, comunque, che i deepfake rappresentino una nuova significativa minaccia. Ma finora, lo sono soprattutto per le donne, in particolare nei campi musicale e cinematografico. Un recente rapporto ha scoperto che il 96 per cento dei deepfake è di tipo pornografico, di fatto creato sempre senza il consenso della persona raffigurata. Questi falsi violerebbero già le regole esistenti di Twitter e verrebbero rimossi.

E’ interessante vedere un’azienda di social media discutere delle sue responsabilità come moderatore dei contenuti in modo così aperto. Le diverse risposte al video di Pelosi (YouTube lo ha rimosso, Facebook lo ha contrassegnato come falso e Twitter lo ha lasciato) mostrano che si tratta di un problema spinoso. Sfortunatamente, non possiamo nemmeno aspettarci che la tecnologia di rilevamento dei deepfake lo risolva da sola, ma avremo bisogno di soluzioni sociali e legali.

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