Quali sono le tecnologie attraverso cui si attua la decarbonizzazione? Eni progetta, sviluppa e applica soluzioni indirizzate all’efficienza, alla creazione di nuovi business, alle riduzioni di emissioni. Per offrire prodotti e servizi totalmente decarbonizzati entro il 2050
L’innovazione tecnologica è lo strumento con cui affrontare la complessità delle sfide poste dalla transizione energetica.
Mettendo a sistema i laboratori dei propri Centri di Ricerca, l’infrastruttura di supercalcolo HPC5 e le competenze delle proprie risorse umane, Eni è in grado di sviluppare tecnologie proprietarie e breakthrough che, applicate su scala industriale, consentono alla multinazionale di essere competitiva e all’avanguardia.
La digitalizzazione è uno strumento fondamentale per realizzare il nostro percorso di trasformazione poiché ci permette di ottimizzare i processi interni, migliorare le attività di business a vantaggio di una maggiore efficienza energetica e operativa, aumentare i servizi di qualità offerti ai nostri clienti.
Per accelerare il processo di innovazione strutturale, abbiamo costruito una rete di collaborazioni con università, start-up, iniziative di venture capital, istituti pubblici e privati, alimentando un ecosistema virtuoso.
In quanto tassello indispensabile del nostro percorso di decarbonizzazione, le energie rinnovabili costituiscono uno degli ambiti principali dell’impegno tecnologico dell’azienda, finalizzato a offrire ai clienti prodotti e servizi decarbonizzati entro il 2050.
In questo contesto, tecnologie già applicate su scala industriale o in impianti pilota sono: l’Inertial Sea Wave Energy Converter (ISWEC), il Solare a Concentrazione (Concentrated Solar Power – CSP), il sistema Ecofining ™ e la CCUS (Carbon Capture Utilization and Sequestration).
Contributi dell’innovazione per il traguardo Net Zero
L’impegno nella leadership tecnologica consente ad Eni di sviluppare nuove linee di business e accelerare il percorso di decarbonizzazione
Nuove idee al servizio dell’industria
L’Inertial Sea Wave Energy Converter (ISWEC) è in grado di ricavare energia dal moto ondoso ed è già in funzione al largo di Ravenna. La tecnologia nasce dalla collaborazione tra Eni e Wave for Energy S.r.l., spin-off del Politecnico di Torino.
Il Solare a Concentrazione (Concentrated Solar Power – CSP) è una soluzione che per economicità, semplicità e versatilità si presta a molti tipi di utilizzo. In particolare, può essere integrato nei siti produttivi upstream, downstream e chimici: per fornire vapore industriale ai cicli di lavorazione o per far funzionare centrali termoelettriche a minor impatto ambientale.
Il processo Ecofining è in grado di ricavare biocarburante HVO (Hydrogenated Vegetable Oil) da oli vegetali e feedstock di origine biologica ed è alla base delle nostre bioraffinerie. Parallelamente, stiamo sviluppando anche Waste to Fuel che, allo stesso scopo, può trattare anche la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU) e scarti agroalimentari.
Nell’ambito della CCUS (Carbon Capture Utilization and Sequestration), una tecnologia ormai matura, Eni conta di avviare le prime attività di stoccaggio nel 2025, con l’avvio del progetto HyNet North West nel Regno Unito che vede la multinazionale capofila. Inoltre, Eni sta sviluppando su scala industriale un sistema per la mineralizzazione della CO₂ e il suo riutilizzo nella produzione di materiali per la cantieristica e l’edilizia.
Migliorare le energie attuali e preparare quelle future
Eni presiede tutti gli stadi del processo di innovazione, dal più immediato ai più strategici. Oltre a sviluppare tecnologie proprietarie già applicabili ai nostri business per ridurre le emissioni e aumentare l’efficienza, continuiamo a sostenere la ricerca di soluzioni game changer da cui nasceranno le energie di domani come la fusione a confinamento magnetico che, una volta resa disponibile a livello commerciale, potrebbe generare un’energia praticamente inesauribile e a ridotte emissioni GHG.
Chimica circolare ed energia low carbon
Le tecnologie proprietarie svolgono un ruolo centrale anche nell’accelerare la riconversione della chimica secondo i principi dell’economia circolare e dell’utilizzo di feedstock rinnovabili. In questo campo, puntiamo principalmente su Hoop per il riciclo chimico teoricamente infinito delle plastiche non riutilizzabili meccanicamente, (sito di Mantova), e su PROESA per la produzione di bioetanolo e biogas da biomasse forestali (impianti di Crescentino).
Un elemento importante utilizzato nel settore chimico e nelle bioraffinerie, oltre che nei trasporti e in altre applicazioni industriali, è l’idrogeno, per il quale stiamo sviluppando tutti i percorsi di produzione low-carbon: da reforming di gas naturale abbinato alla cattura delle emissioni (idrogeno blu), da elettricità generata da fonti rinnovabili (idrogeno verde) e con tecnologie per la sua produzione dai rifiuti.
Il supercomputer di Eni
HPC5 è una batteria di unità di calcolo parallelo in grado di sviluppare una potenza di elaborazione pari a 51,7 Petaflop/s di picco. Associata al sistema di supercalcolo già operativo dal 2018 (HPC4), l’infrastruttura raggiunge una potenza di picco di 70 Petaflop/s, vale a dire 70 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo.
Il suo nome completo è High Performance Computing – layer 5 ed è uno dei supercomputer più potenti al mondo. Collocato nel nostro Green Data Center (GDC) di Ferrera Erbognone (Pavia), viene utilizzato per l’elaborazione di modelli tridimensionali nell’esplorazione di nuove risorse, ma anche per sviluppare nuove tecnologie per l’utilizzo di forme di energia rinnovabile. Il GDC è fondamentale per lo sviluppo e l’implementazione di ISWEC e viene utilizzato nella ricerca sulla fusione a confinamento magnetico.