Un risparmio del 30 percento sul consumo di energia e la rimozione dei sussidi per il carbone sono ben lontani da quelle che potrebbero essere le prossime normative ambientali degli Stati Uniti.
di Jamie Condliffe
L’Unione Europea ha recentemente annunciato un nuovo e ambizioso insieme di traguardi che, spera, contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi fissati con l’accordo climatico di Parigi.
Con il patto climatico oggi in effetto, i paesi stanno cercando di capire come mantenere la promessa fatta: ridurre le emissioni in modo da limitare l’aumento delle temperature medie nel mondo entro i 2 °C al di sopra dei livelli preindustriali. I traguardi posti dall’Unione Europea sono descritti in 1.000 pagine, stando al Guardian.
Il giornale evidenzia due particolari ambizioni: l’abbattimento dei sussidi per il carbone e la riduzione dei consumi del 30 percento entro il 2030. Altrove, mira a incoraggiare l’adozione delle rinnovabili e la disposizione di limiti sull’uso di bioenergie considerate insostenibili.
Queste mire sono senza alcun dubbio ambiziose. Ciononostante, potrebbero ugualmente rivelarsi insufficienti. Un recente rapporto presentato dalle Nazioni Unite avverte che le proposte inoltrate dalla maggior parte dei paesi per cercare di venire incontro a questi obiettivi non sono sufficienti, e porterebbero a un aumento delle temperature pari a 3.4 °C entro il 2100.
Le normative ambientali che la presidenza Trump potrebbe formulare per gli Stati Uniti, però, potrebbero essere ancora peggio.
Proviamo a confrontare i due traguardi principali dell’Unione Europea con le dichiarazioni di Trump. Anzitutto, l’UE mira a rimuovere i sussidi al carbone. A confronto, considerate il messaggio che Donald Trump aveva inviato a una folla di minatori della Virginia Occidentale: “Preparatevi perché lavorerete molto di più”. È chiaro che intende provare a rinvigorire l’industria del carbone. In realtà, scoprirà che la forza del mercato del gas naturale renderà impraticabile questa promessa, ma questo non significa che non proverà ugualmente a mantenerla.
Che dire, invece, della riduzione del consumo energetico? In un video in cui descriveva le sue intenzioni per i primi 100 giorni di mandato, Trump dichiarava che avrebbe “cancellato le restrizioni alla produzione di energia americana che erano responsabili della perdita di svariati posti di lavoro, incluse le restrizioni alla produzione di energia da fonti quali il carbone e lo shale gas”. Queste parole descrivono un paese disinteressato all’origine dell’elettricità, qualunque sia il modo in cui viene prodotta.
Ovviamente, il presidente potrebbe riscattarsi, se non altro per le difficoltà a tornare indietro sugli impegni presi dalle amministrazioni precedenti. Nel frattempo, il Presidente Obama continuerà ad assicurarsi che le azioni degli Stati Uniti procedano nella giusta direzione.
Per i prossimi quattro anni, però, è lecito dubitare che il paese dimostrerà lo stesso impegno dell’Unione Europea nella lotta al riscaldamento globale.
(MO)