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A 74 anni e in sovrappeso, il presidente è a maggior rischio di malattie gravi rispetto a un trentenne, e allo stesso tempo non può permettersi di rimanere fuori per troppo tempo dalla campagna elettorale.

di Antonio Regalado

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è risultato positivo al covid-19 e nelle prime 24 ore ha ricevuto un farmaco anticorpale sperimentale e all’avanguardia non disponibile per altri americani. In una dichiarazione rilasciata ieri, la Casa Bianca ha detto che a Trump è stata somministrata “una singola dose da 8 grammi” di una nuova promettente classe di farmaci antivirali.

Secondo Sean Conley, il medico della Casa Bianca, il presidente “rimane affaticato, ma di buon umore. Il team di esperti che lo segue deciderà i prossimi passi per il presidente e la first lady”. Trump e sua moglie, anch’essa risultata positiva, sono certi di avere accesso alle migliori cure mediche che il paese può fornire, compresi farmaci sperimentali non disponibili per gli altri.

La Casa Bianca ha detto che al presidente è stata somministrata per via endovenosa un cocktail di anticorpi prodotti dalla Regeneron Pharmaceuticals, di Tarrytown, nello stato di New York. La terapia vuole imitare una potente risposta immunitaria al fine di scongiurare un caso grave di covid-19.

Poiché è in sovrappeso e ha 74 anni, il presidente presenta un rischio superiore alla media di sviluppare un caso grave della malattia. E la possibilità di morte per uno come lui non è trascurabile: almeno il 5 per cento, vale a dire circa 100 volte superiore, a quella di una persona sotto i 30 anni.

I medici di Trump hanno dovuto prendere immediatamente alcune decisioni difficili nel decidere quali farmaci somministrargli. Per prima cosa, hanno dovuto valutare i dati medici che sono stati costantemente offuscati dalla stessa Casa Bianca e curare un paziente che ha mostrato interesse per trattamenti inaffidabili come la candeggina, dato credibilità ad autorità mediche discutibili e prestato ascolto a un medico che crede nella stregoneria.

Secondo il suo capo del personale, Mark Meadows, il presidente ha “sintomi lievi”. Di solito ci vogliono diversi giorni prima che si manifesti, eventualmente, la gravità del covid-19. Al momento, viene classificato come un “paziente ambulatoriale” a basso rischio (oggi, è stato ricoverato in ospedale a scopo precauzionale). Per quasi tutti gli altri americani, significherebbe non ricevere farmaci perché non ci sono terapie covid-19 approvate per i pazienti ambulatoriali. Due trattamenti, il plasma sanguigno e il farmaco antivirale remdesivir, hanno ricevuto l’approvazione di emergenza, ma solo per le persone ricoverate.

Ma Trump non è una persona qualsiasi e non stupisce che i suoi medici possano aver preso in considerazione farmaci sperimentali che si sono mostrati promettenti, anche se non hanno ancora ricevuto l’approvazione. Lo stesso potrebbe valere per Melania Trump e altri membri della cerchia ristretta che sono risultati positivi.

Ieri, gli esperti di aziende farmaceutiche del Raymond James hanno pubblicato una nota ai clienti in cui hanno valutato quali terapie sperimentali pensavano sarebbero state adottate per Trump. In cima alla lista: il farmaco anticorpo prodotto da Regeneron, che è ancora in fase di studio. Gli analisti finanziari avevano ragione. Nel pomeriggio, la Casa Bianca ha rilasciato una dichiarazione in cui si afferma che al presidente era già stato somministrato il farmaco.

Gli anticorpi prodotti da Regeneron sono simili a quelli sviluppati da persone che contraggono il virus e sopravvivono. Dati in una dose concentrata attraverso una flebo endovenosa, gli anticorpi dovrebbero attaccare le particelle virali e neutralizzarle. La speranza è che, se somministrati precocemente a pazienti come Trump, possano impedire alla malattia di evolvere in polmonite e portare a conseguenze fatali.

Proprio questa settimana, Regeneron ha detto che uno studio su quasi 300 pazienti ambulatoriali ha dimostrato che la terapia con anticorpi ha ridotto la quantità di virus nel corpo dei pazienti. Una serie di indizi raccolti tra coloro che avevano ricevuto il farmaco mostra che questi pazienti hanno meno probabilità di finire in ospedale. Questi dati lo rendono un candidato alla cura del covid di grande interesse (un prodotto simile è stato testato da Eli Lilly).

Quando è stata contattata dal MIT Technology Review venerdì, Regeneron non era disposta a dire se la Casa Bianca avesse già chiesto dosi del suo farmaco sperimentale, REGN-COV2. “Per quanto riguarda il nostro modo di agire, aspettiamo che venga presentata una richiesta”, ha detto la portavoce Alexandra Bowie in una e-mail.

Sebbene il farmaco di Regeneron non sia approvato, molte aziende gestiscono programmi di “uso compassionevole” che possono consentire alle persone che non sono nelle loro sperimentazioni di ottenere il trattamento in casi speciali, e questo sembra il caso di Trump. “C’è un prodotto limitato disponibile per le richieste di uso compassionevole che sono approvate in determinate circostanze eccezionali, caso per caso”, ha detto Bowie. Anche la Food and Drug Administration statunitense avrebbe dovuto approvare rapidamente la richiesta di trattamento di Trump.

Regeneron ha rifiutato di spiegare la serie di eventi che hanno portato alla scelta della terapia per Trump, ma una richiesta presidenziale non è facile da rifiutare. Trump sembra anche avere un rapporto stretto con il CEO e cofondatore miliardario dell’azienda di New York, Leonard Schleifer, che a marzo faceva parte di un gruppo selezionato di dirigenti invitato alla Casa Bianca per un incontro su come le biotecnologie potrebbero risolvere la crisi con farmaci o vaccini.

Un dato è certo: qualsiasi farmaco preso da Trump potrebbe portare all’azienda produttrice un enorme aumento di pubblicità, magari con una “sponsorizzazione” di un tweet presidenziale. Gli eventi di oggi potrebbero anche accelerare l’approvazione di emergenza per il farmaco di Regeneron, rendendolo disponibile per più persone.

Un altro farmaco che i medici dovranno prendere in considerazione per Trump è il remdesivir, prodotto da Gilead Pharmaceuticals. Non è mai stato dimostrato che avvantaggi i pazienti appena diagnosticati, come Trump, ed è approvato solo per coloro che sono ricoverati in ospedale. Ma nel caso di un presidente in carica, i medici potrebbero dover giudicare i rischi e i benefici in modo diverso.

Trump, inoltre, avrà voce in capitolo nella cura che seguirà. La situazione potrebbe diventare complessa perché, per esempio, il presidente ha annunciato a maggio che stava assumendo idrossiclorochina, un antimalarico poi propagandato da personalità conservatrici tra cui Rudy Giuliani come una panacea covid-19.

Il suo medico, l’osteopata militare Sean Conley, in seguito ha confermato che Trump aveva preso le pillole, anche se la maggior parte degli esperti sanitari afferma che il farmaco non previene l’infezione né la cura. Lo stesso medico, in una breve dichiarazione, ha confermato la diagnosi del presidente e della first lady e ha aggiunto: “State tranquilli, mi aspetto che il presidente continui a svolgere le sue funzioni senza interruzioni durante la fase di recupero”.

Nessuno può dire se ciò accadrà davvero. Ma la rapida decisione di dare a Trump questo farmaco potrebbe essere la carta vincente a disposizione del presidente.

(rp)